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Июль
2024

Stand nelle piazze “della democrazia”, così Trieste si trasforma per l’arrivo del Papa

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TRIESTE La città si è trasformata per accogliere la Settimana sociale dei cattolici in Italia con la sua carica da quasi mille delegati e oltre 300 volontari. E non solo perché i dehors dei bar di piazza Unità hanno ceduto il posto al palco da cui papa Francesco celebrerà la messa domenica prossima e che giovedì sarà calcato da Vecchioni, Cocciante, Tiromancino, Mr Rain e tanti altri artisti.

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Tutta la toponomastica del centro, tramutato nella “città della democrazia”, per l’occasione assume nuove forme. Non più Ponterosso, Cavana, piazza Unità ma “quartieri”, segnati da grandi archi, dai nomi evocativi. Così Ponterosso diventa il “quartiere dove abbracciare”, la zona tra piazza Verdi, piazza della Borsa e piazza Unità costituisce il “quartiere dove costruire”, Cavana il “quartiere dove sognare”, la zona di piazza Hortis il “quartiere dove pensare” e la zona del Museo Revoltella e del Museo Sartorio il “quartiere dove crescere”.

La Settimana sociale, tutta imperniata sul concetto di partecipazione democratica, con la presenza fisica in centro di tanti stand (che hanno aperto mercoledì pomeriggio) di associazioni di volontariato, professionali, diocesi, ordini religiosi, Università e non solo, invita a fare domande, a interagire e a prendere parte a iniziative.

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Allo stand della diocesi di Trieste, vicino al Ponte Curto, i volontari invitano a scrivere con un pennarello un pensiero su un pezzo di tessuto da 30x30 centimetri, uno dei mille tagliati dai volontari, da cucire poi assieme agli altri già realizzati da passanti, con ago e filo disponibili allo stand. Un’esperienza che ripete quella della tovaglia da 90 metri realizzata da quadrati ritagliati da 1.100 ragazzi delle scuole e srotolata in piazza Unità l’11 aprile scorso.

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Tante le curiosità che si notano passeggiando lungo il Canal Grande, verso la chiesa di Sant’Antonio, sul cui sagrato c’è ora un campo da baskin, «il primo sport esistente veramente inclusivo, dove persone con vari tipi di disabilità, donne e persone di tutte le età dai 14 ai 79 anni possono giocare assieme anche ad ex giocatori di serie A», spiega la consigliera nazionale dell’Eisi (Ente italiano sport inclusivi), Martina Ricetto. «È uno sport che non si basa sul concetto di uguaglianza ma di equità, ci sono cinque ruoli diversi con regole differenti riguardo a che cosa si può fare sul campo. Gli sportivi ad esempio, il ruolo 5, possono fare solo 3 tiri a canestro in tutta la partita», aggiunge. «Lo sport è in grande crescita, e ha 12 mila tesserati e un campionato a livello italiano ed europeo».

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Ma prima di arrivare a questo campo particolare, con quattro canestri, due dei quali ad altezza ridotta, si incontrano altri stand che incuriosiscono. Come quello dell’Ufficio esecuzione penale esterna che invita a lasciare su un post-it un pensiero su “che cos’è per te la giustizia?”. Continuando a passeggiare verso la chiesa, spicca poi una bicicletta, collegata a un macchinario allo stand del Sermig (Servizio missionario giovani) di Torino. Che cos’è? «Un depuratore d’acqua per filtrare i metalli pesanti concepito per il Sud dell’India e il Bangladesh dove l’acqua è contaminata con l’arsenico», spiega Elena Gervasoni, consacrata della comunità. Allo stesso stand c’è pure un pannello solare che permette, grazie a degli elettrodi, di ottenere del cloro tramite l’elettrolisi del sale nell’acqua.

Elemento che «permette in varie concentrazioni e per pochi euro di rendere l’acqua potabile se molto diluito oppure di sanificare strumenti medici». Sono alcuni esempi della “restituzione tecnologica” messa in campo dal Sermig, dove vengono progettate tecnologie a basso costo per far fronte ai bisogni delle comunità nel mondo e dei missionari.

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In mattinata, mercoledì, prima dell’inaugurazione solenne con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, spostata in extremis da piazza Unità al Centro congressi di Trieste per il rischio temporali improvvisi, si respirava in città un clima da prove generali.

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Era tutto un “prova, prova” dalle casse dei sei palchi montati nelle piazze cittadine che per la settimana sono rinominate “piazze della democrazia”. Musica poi sul maxi palco in piazza Unità mentre continuava il via vai dei muletti, e un’orchestra alle prove in piazza Verdi per lo spettacolo inaugurale di mercoledì sera.

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Ma in questa Trieste trasformata dalla settimana sociale continuano a circolare i turisti stranieri che, ignari di tutto, sono appena sbarcati dalla crociera, attraccata, come se fosse un giorno qualunque, alla Stazione marittima.

Un gruppo di tre ragazze si fa un selfie vicino all’instagrammabile cuore simbolo della settimana sul canal grande, alcuni bimbi guardano incuriositi il campo da baskin allestito in piazza Sant’Antonio e i cicloturisti muniti di mappa si guardano attorno smarriti ma incuriositi.




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