Dalla grandine distruttiva alla generosità della gente, a Borgofranco una storia di solidarietà
L’Orto di Carmen si rimette in piedi dopo la tempesta del primo giorno d’estate. Aveva perso quasi tutto, ma in pochi giorni gli sono stati donati 5mila euro
BORGOFRANCO D’IVREA
A volte, dove non arrivano i soldi, può arrivare il senso di comunità. È la storia di Carmen Garcia Nimo e Blerim Licaj, che insieme gestiscono a Borgofranco l’azienda agricola con certificazione biologica L’orto di Carmen, ma che durante la grandinata che ha colpito il Canavese lo scorso 21 giugno, hanno perso quasi tutto il raccolto dell’anno. Un danno enorme, non tanto per il valore delle piantine distrutte, quanto per il mancato guadagno dei mesi a venire, che avrebbe posto la coppia in seria difficoltà nel pagare le rate dell’attrezzatura agricola. Nonostante un iniziale sconforto, la coppia non si è però fatta abbattere e ha deciso di correre ai ripari, dando immediatamente il via a una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme.com per raggiungere 5mila euro, la metà di quanto necessario per rimettersi in piedi. Una cifra raggiunta in meno di 10 giorni, grazie al supporto di una comunità, quella canavesana, che da sempre apprezza il lavoro della coppia e che si è dimostrata pronta ad attivarsi quando le cose si fanno difficili. «Quando ci siamo trasferiti qui e abbiamo dato il via a questa attività, sapevamo che questa era una comunità accogliente – racconta Licaj –. In questi giorni ne abbiamo avuto la conferma. Una comunità dove non prevalgono l'egoismo e l'individualismo, ma la solidarietà». La coppia vende i propri prodotti all’interno dei gruppi di acquisto solidale di Ecoredia, associazione con più di 200 soci che dal 2003 mette in contatto produttori biologici e acquirenti in tutto il territorio. Oltre ai gruppi di acquisto solidale, i loro prodotti si possono trovare sia all'interno dello Zac, che utilizza le verdure dell'Orto di Carmen anche per il ristorante, sia il venerdì al mercato di Ivrea. Una clientela affezionata che negli anni è andata espandendosi. «I gruppi d’acquisto di Borgofranco e Ivrea, così come anche i nostri clienti dei mercati tradizionali che ci siamo fatti in questi anni, si sono attivati tutti – spiega Licaj –. Abbiamo scoperto di aver seminato bene non solo ortaggi. Ci siamo fatti voler bene. Abbiamo avuto donazioni arrivate anche dall’estero dove abbiamo parenti o amici, ma l’80% della cifra è arrivato tutto localmente. I 5mila euro necessari sono stati raccolti in pochissimo tempo, vogliamo ringraziare davvero tutti quanti per questo. Perché quando le cose vanno male, una risposta del genere dalla comunità in cui vivi ti dà sicurezza e una spinta a ricominciare». Una solidarietà tanto più necessaria a fronte della poca presenza della politica e delle associazioni di categoria, verso le quali l’agricoltore pone diverse critiche. «In questi casi, la politica regionale è completamente assente, mentre le associazioni di categoria come la Confederazione italiana agricoltori, alla quale siamo regolarmente iscritti, ti dicono esplicitamente di non poter fare nulla – spiega Licaj –. Nel migliore dei casi un risarcimento arriva nel giro di 2 o 3 anni, tempi troppo lunghi per gli agricoltori. Dopo 2 o 3 anni l’azienda l’hai già chiusa. Quante volte il vento ci ha distrutto le serre e abbiamo mandato le foto dei danni, ma non abbiamo mai avuto risposta. Tanto più che con il cambiamento climatico eventi meteorologici estremi come questi non sono più sporadici, stanno diventando la normalità, e anche su questo tema la politica è spesso indifferente».