La villa del boss di Cuorgnè assegnata alla Mastropietro: «Una giornata di festa»
CUORGNÈ
«Una giornata di festa per la nostra città». Visibilmente commossa, la sindaca Giovanna Cresto, ha definito così lo storico momento dell’acquisizione ieri da parte del Comune della lussuosa villa che fu del temuto boss della ’ndrangheta, Giovanni Iaria, e la cessione della stessa alla cooperativa sociale Mastropietro affinché il bene confiscato alla mafia diventi un centro di accoglienza per persone disabili. Voce rotta dall’emozione anche per l’assessore Elisa Troglia, capace di sopportare le feroci critiche di quando il Comune, in un primo momento, rifiutò di acquisire l’immobile perché non vi erano le necessarie coperture finanziare per un suo impiego ai fini sociali. E poi i 5 bandi andati deserti. «Alla fine hanno vinto lealtà, caparbietà, trasparenza e coraggio - ha detto Elisa Troglia - Oggi restituiamo un bene costruito coi soldi del malaffare ad una città assetata di solidarietà, servizi per i deboli, per i fragili e per le loro famiglie».
Intervento applaudito anche dall’assessore regionale Maurizio Marrone che ha aggiunto: «Siamo stati e saremo al vostro fianco».
Sono poi piovuti una messe di ringraziamenti per i carabinieri, presenti alla conferenza stampa di ieri, venerdì 5 luglio in Comune: «Il capitano della Compagnia di Ivrea, Manuel Grasso e il comandante della stazione di Cuorgnè, Gianmarco Altieri ci hanno protetti e aiutati nei momenti più difficili. Con la loro presenza. Con le loro parole, E con il loro esempio. Cuorgnè è terra di legalità», ha sottolineato Giovanna Cresto.
«Forse molti di voi, soprattutto i più giovani, non ricordano che Cuorgnè dietro ad una apparenza di tranquillità e floridità economica, dagli anni Settanta a fine anni Ottanta nascondeva un male oscuro. La criminalità si annidava tra gli affari che prosperavano - ha voluto ricordare Gigio Costanza, simbolo indiscusso della difesa degli ultimi e dei più fragili - Noi della Mastropietro abbiamo attraversato gli anni della droga che lasciava i ragazzi morti per strada, poi quelli del disagio ed infine l’ondata dell’immigrazione e delle nuove povertà: villa Iaria sarà un presidio di legalità, certo. Ma sarà soprattutto uno spazio in cui tutti i cittadini dovrebbero partecipare a un grande progetto di solidarietà, di crescita, di aiuto reciproco di abbattimento delle barriere, di comprensione delle diversità e di accoglienza» .
Pragmatico l’intervento del capitano Manuel Grasso: «Abbiamo fatto germogliare il bene laddove il male soffocava i buoni sentimenti e i valori della legalità».
Propositivo Andrea Contratto della Mastropietro: «Quello di oggi non è l’atto finale ma il primo passo. Villa Iaria sarà il cuore pulsante dei dei valori della società civile che aiuta i deboli e e ne condivide le sofferenza»