Lamine Yamal e il 3-0-4: perché la sua esultanza è un tributo al quartiere più povero di Barcellona
Allianz Arena di Monaco di Baviera, prima semifinale di Euro 2024, Spagna contro Francia, quasi una finale anticipata. I francesi sono passati in vantaggio circa dieci minuti prima e sono impegnati a contenere la reazione delle Furie Rosse quando la palla finisce sui piedi di Lamine Yamal. Siamo intorno ai 25 metri dalla porta di Maignan, di fronte a lui diverse maglie transalpine. Quella più vicina è di Rabiot, che alla vigilia aveva dichiarato che “se Lamine vuole giocare la finale dovrà fare più cose di quelle che ha fatto finora”. Richiesta accontentata. Yamal si sposta la palla sul suo sinistro e lascia partire un tiro a giro imparabile per Maignan. Un vero gioiello, preludio alla conquista della finale da parte della Spagna, che rende Yamal il più giovane marcatore della storia tra Europei e Mondiali: 16 anni e 362 giorni contro i 17 e 239 giorni di Pelé.
Europei 2024 | Il tabellone delle semifinali
Le doti tecniche e la precocità di Lamine Yamal sono due caratteristiche ormai riconosciute da tutti, ma non sono le sole. Nelle dieci reti in carriera segnate fino a questo momento (7 al Barcellona e 3 con la maglia della Spagna) un’altra particolarità risiede nell’esultanza, che prende forma in un “304” composto con le dita davanti alle telecamere. Un modo di festeggiare che affonda le proprie radici nell’infanzia del giovanissimo spagnolo. Sono infatti le ultime tre cifre del codice postale del suo quartiere. Il classe 2007 è nato a Esplugas de Llobregat, è cresciuto a Rocafonda, a Mataró (08304). Una testimonianza dell’amore e del rispetto per il territorio che lo ha formato e che lo ha aiutato a diventare quello che è oggi. Il luogo da cui tutto è cominciato.
Rocafonda è un quartiere situato nella provincia di Barcellona. Il capoluogo catalano è distante circa 39 chilometri e 45 minuti di strada, ma sembrano molti di più. Rocafonda infatti è uno degli angolo più poveri della regione, che nel corso degli anni ’90 ha accolto svariati immigrati provenienti dal Marocco e dal Nord Africa in generale. Fra questi c’era anche la famiglia del gioiellino blaugrana: padre marocchino e madre originaria della Guinea Equatoriale. È qui che Yamal ha iniziato a prendere a calci per la prima volta un pallone.
Ancora oggi che la sua carriera è ufficialmente esplosa, Rocafonda continua ad essere casa sua, e all’ingresso del piccolo panificio di famiglia spicca un grande disegno che lo raffigura. Non è un quartiere facile dove vivere: lotte tra gang rivali, occupanti abusivi, grandi problemi di sovraffollamento, mancanza di strutture. Crescere lì è stato complicato per Yamal, che da sempre ha dovuto lottare contro pregiudizi in una zona molto umile, nella quale è difficile sognare. Origini che sono però impresse sotto la sua pelle, anche dopo il successo internazionale, dopo la rete che ha trascinato la Spagna alla rimonta e alla quinta finale continentale della sua storia.
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