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Июль
2024

Al Portello le notti sono tropicali, al Basso Isonzo 7 gradi in meno:  ecco la mappa del caldo a Padova

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Di eccezionale non c’è nulla. L’ondata di caldo estrema che da qualche giorno sta picchiando duro in provincia - ma soprattutto in città - è la «nuova normalità».

La definisce così, Salvatore Pappalardo, docente del corso su “Cambiamenti climatici e adattamenti negli ecosistemi e nelle società” per il dipartimento Icea e componente del gruppo di ricerca del centro di eccellenza Jean Monnet sulla giustizia climatica.

«Abbiamo avuto la sensazione che giugno sia stato un mese fresco, ma il nostro era un punto di vista parziale», attacca Pappalardo. «In realtà al sud è stato un mese caldissimo. E adesso le temperature sono salite anche qui da noi e dovremo conviverci almeno fino per un’altra settimana intera».

Un caso da manuale

Ha tutte le caratteristiche del fenomeno estremo, questa ondata di calore.

«La soglia delle temperature massime va sopra il novantesimo percentile delle temperature massime giornaliere del mese di luglio, calcolato su un periodo climatico di riferimento di trent’anni, dal 1991 al 2021», spiega Pappalardo. Cioè, prendendo la media delle temperature massime dei trent’anni di riferimento, i valori di questi giorni si collocano proprio in cima. Da una media consolidata di 29,2 gradi ora si vola ampiamente sopra i trenta.

Chi soffre di più

La diffusione di centraline meteo in più punti della città già da un paio d’anni sta raccontando come anche all’interno di un fenomeno estremo così robusto ci siano varie sfumature di “sofferenza”.

In centro, al Portello, quella di mercoledì 10 luglio è stata la quinta notte tropicale consecutiva, cioè con valori superiori ai venti gradi (la minima l’11 è stata di 24,7, alle 6 del mattino, il giorno prima era stata di 23,3 alle 5.30).

Ma mentre mercoledì a mezzanotte i residenti del Portello boccheggiavano a 30 gradi, al Basso Isonzo di gradi ce n’erano solo 22,8, più di sette in meno. E non è un fenomeno nuovo. L’area della zona industriale, quella della Fiera, la Stanga, l’Arcella (dove a mezzanotte di mercoledì c’erano 28,3 gradi) e la parte sud della Mandria sono - insieme alle piazze - gli hotspot nei quali le ondate di calore trovano casse di amplificazione per effetto del cemento e della carenza di verde, caratteristiche molto diffuse in una città che ha il cinquanta per cento del suolo cementificato.

Si soffre di meno, per contro, a Città Giardino, alle Brentelle, a Ponterotto, al Sacro Cuore e a Montà, quartieri più periferici o più ricchi di alberi. La differenza era già stata messa in luce proprio dal gruppo del centro Jean Monnet nel 2022, quando le notti tropicali erano state 76 al Portello, 44 a Legnaro e appena 22 al Basso Isonzo.

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Impreparati al peggio

Il 2023 è stato l’anno più caldo in molte parti del pianeta, ma la lezione è stata imparata in poche città. Una di queste è Barcellona, dove dal 15 giugno al 15 settembre gli anziani e le altre categorie fragili possono “rifugiarsi”. Sono sale pubbliche, centri commerciali, cortili scolastici, parchi ricchi di alberi. Ma tante altre capitali hanno preparato un piano d’emergenza, proprio perché l’eccezionalità delle ondate di calore sarà presto una normalità.

«A Padova non c’è ancora una mappa», sottolinea Pappalardo. «La stiamo preparando noi, per metterla a disposizione delle categorie vulnerabili». —




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