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Июль
2024

Frodi carosello, condanne con risarcimenti milionari

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Hanno chiesto di affrontare il processo, al contrario di altri coimputati che avevano scelto il rito abbreviato (rito alternativo che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna). E la condanna (pesante) è arrivata soprattutto per uno di loro, considerato ai vertici di un’associazione a delinquere finalizzata all’evasione Iva insieme a François Borgato, classe 1968, residente nel Rodigino a Lendinara, e al figlio 32enne Mattia Borgato residente a Polverara.

Le condanne

Il tribunale ha inflitto 9 anni di carcere a Emiliano Mafrici, 45enne originario di Terni in Umbria e di fatto residente in Polonia dove avevano sede alcune delle società-cassaforte che custodivano il danaro illecitamente guadagnato (ai Borgato, pur negli stessi ruoli, sono stati inflitti sei anni e due mesi a testa lo scorso 8 marzo); quattro anni a Roberto Bussolari, 63 di Calderara di Reno (Bologna) e infine quattro anni e sei mesi a Leonardo Sichera, 71 anni di Mediglia (Milano).

A tutti è stato inflitto anche il pagamento delle spese processuali; solo a Bussolaro e Sichera l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni mentre a Mafrici l’interdizione perpetua. Non solo.

Il tribunale ha disposto la confisca di 25. 524. 670 euro a carico della società Dynamich Technology o (se ciò non fosse possibile) di beni nella disponibilità di Mafrici e di Bussolari, società per la quale il primo operava come procacciatore d’affari (e amministratore di fatto) mentre il secondo come amministratore; e ancora di 4. 468. 465 euro nei confronti di Crown srl (società poi ceduta dai Borgato) e se andasse a vuoto a carico di Sichera. Le stesse somme confiscate dovranno essere versate come provvisionale immediatamente esecutiva alla parte civile costituita, l’Agenzia delle Entrate mentre il restante risarcimento dovrà essere quantificato in un separato giudizio civile.

La frode internazionale

Al centro dell’indagine un enorme sistema di frodi carosello su base internazionale messa in piedi da un’organizzazione pianificata e gestita dai Borgato e da Mafrici con un’evasione dell’Iva intracomunitaria per circa 58 milioni di euro.

Frodi attuate attraverso l’interposizione, negli acquisti intracomunitari di materiali per stampanti e informatici, di società cartiere (scatole vuote che producono fatture per operazioni inesistenti) sulle quali accumulare l’Iva a debito con l’intenzione di non pagarla.

Le società utilizzate avevano vita breve (massimo un anno), nessun patrimonio e sede operativa, zero personale e attività commerciali reali, così da non essere aggredibili dal Fisco. E facevano capo a prestanome arruolate fra persone in difficoltà economica e pagate da mille euro o poco più al mese, prestandosi a svolgere tutti gli adempimenti richiesti come aprire conti bancari, tenere rapporti con professionisti e a partecipare alle assemblee.

Ogni decisione, invece, dipendeva dai Borgato e da Mafrici che viaggiavano in Ferrari, si spacciavano con nominativi di soggetti mai esistiti vantando un’esistenza fra Kenya, Italia e il bel mondo festaiolo della Sardegna. In ruoli operativi anche Bussolaro e Sichera.

L’indagine aveva preso avvio nel 2020 ed è stata coordinata dalla pm Donata Costa, procuratrice dell’Eppo-European Public Prosecutor Office, la Procura europea del Triveneto che si occupa di frodi internazionali nel Nordest con sede a Venezia. —




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