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Июль
2024

A Udin&Jazz si esibisce il newyorkese Cory Henry, uno dei migliori organisti della sua generazione

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UDINE. È considerato uno dei migliori organisti Hammond della sua generazione, fino al 2018 è stato membro degli Snarky Puppy con cui ha vinto tre Grammy, ha collaborato con giganti come Kenny Garrett, Springsteen, The Roots, P. Diddy: un curriculum pauroso per il newyorkese Cory Henry.

È lui il protagonista della serata di Udin&Jazz al castello di Udine alle 21.30 venerdì 12 luglio. «Ho sperimentato generi diversi nella mia carriera – dichiara l’artista afroamericano – ma l’unica cosa che mi guida nelle scelte è circondarmi di bella musica, eccellenti musicisti, brave persone».

Marvin Gaye, Stevie Wonder, Prince e James Brown i suoi numi tutelari, nelle sue produzioni si mescolano jazz, gospel, r&b, soul e funk. Un percorso deciso già quando aveva sei anni: a quell’età tenne il suo primo concerto all’Apollo Theater di Harlem, tempio della black music.

A proposito di tempio: il suo ultimo album, uscito a febbraio, s’intitola “Church” ed è un omaggio, ricco di inni e ospiti, al luogo in cui tutto è cominciato, la chiesa di famiglia nel cuore di Brooklyn. A Udine lo accompagnano TaRon Lockett alla batteria, Josh Easley al basso e Nicholas Semrad alle tastiere. Il polistrumentista ex Snarky Puppy non è l’unica stella a brillare venerdì 12 luglio per la 34esima edizione del jazz festival di Euritmica.

Un evento dalla forte componente emozionale è in programma alle 19 allo Spazio35 di Via Caterina Percoto, protagonista Aeham Ahmad. È una storia esemplare quella de “Il pianista di Yarmouk” (titolo della sua autobiografia, pubblicata in Italia da La Nave di Teseo). Classe ’88, appartiene alla minoranza palestinese in Siria, ha vissuto nel campo rifugiati di Yarmouk alla periferia di Damasco e ha iniziato a studiare il pianoforte da piccolo.

Dieci anni fa trasportava il suo piano su un rimorchio o un pick-up e si esibiva per le strade di una città bombardata e ormai in macerie, spesso circondato dai bambini. I video diventano virali, ma lo rendono anche un bersaglio: una bambina viene uccisa, il suo pianoforte viene distrutto.

È costretto a partire: nel 2015 raggiunge la Germania con il fardello delle tragedie patite; il suo talento musicale rompe qualsiasi argine e diventa un concertista affermato, vincendo premi internazionali come il Beethoven per i diritti umani.

In Italia l’abbiamo visto al Festival di Sanremo, dove ha accompagnato Elodie, al Premio Tenco, ospite a X Factor. A Udin&Jazz è assieme al violoncellista tedesco Cornelius Hummel, il concerto sarà preceduto da un incontro con lo stesso artista, che porterà al pubblico la sua incredibile testimonianza.

«Arrivai dalla rotta balcanica – racconta Aeham – attraversando Grecia, Austria, Albania, Croazia, un viaggio durissimo, pauroso». Ora ha appena realizzato il suo nono album: «Con l’Italia ho un rapporto splendido, il pubblico da voi è molto caloroso, sento una forte connessione. Anche il mio secondo libro, “Taxi Damasco, storie, incontri, speranze di un popolo in guerra” è stato ben accolto».

Alle 18 appuntamento con Udin&Jazz Talks al Kobo Shop di Via Palladio, dove Tiberio Snaidero presenterà il suo libro “L’arte di essere Tom Waits” (Vololibero edizioni).

Si comunica infine un cambio di location per il concerto di chiusura, domenica 14 luglio: viste le tante richieste in prevendita, Daniela Pes si sposta al Castello.




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