Torna la calma nel carcere di Trieste: un provvedimento disciplinare all’origine della rivolta. Tutto quello che sappiamo sulla vicenda
TRIESTE. La situazione è ritornata pienamente alla calma in carcere a Trieste, dopo la rivolta scoppiata giovedì sera intorno alle sette. I detenuti hanno appiccato incendi, si sono barricati nelle sale e distrutto quanto trovavano a tiro in segno di protesta.
Sul posto Carabinieri, Polizia, Guardia di finanza, Polizia locale ed Esercito. Agenti e militari in tenuta anti sommossa. Ben dodici i mezzi del 118, tra ambulanze e automediche.
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Non si sarebbero registrati scontri tra detenuti e forze dell'ordine. Ma sono state trasportate al Pronto soccorso 6 persone, di cui 4 con malori, 1 con un’intossicazione dovuta alle esalazioni di fumo e 2 carcerati cardiopatici trasferiti fuori dal Coroneo per sicurezza.
La situazione si è attenuata in tarda serata per concludersi attorno alle undici e mezza grazie alla mediazione del magistrato di sorveglianza, Rosa Maria Putrino, del direttore Graziano Pujia e del cappellano padre Silvio Alaimo.
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Intanto resta ancora incerta la causa scatenante della rivolta, al di là delle gravi condizioni in cui vivono i detenuti: sovraffollamento (261 persone all'interno, a fronte di una capienza massima di 145), cimici, caldo soffocante e un unico magistrato a gestire le richieste delle persone.
Secondo le testimonianze di chi è entrato in carcere per la mediazione, numerosi detenuti hanno affermato - anche urlando - che il direttore avrebbe sferrato uno schiaffo a un detenuto di 18 anni. Sullo sfondo ci sarebbe stato un provvedimento disciplinare. L'atto violento, fin qui solo presunto e comunque circostanziato a quanto sostengono le persone detenute (che già ieri gridavano questo aspetto, con insistenza, verso l'esterno del Coroneo), è smentito categoricamente da fonti interne al carcere. "Non c'è stato alcuno schiaffo", viene detto.
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"Ma un problema legato a un provvedimento disciplinare". Altre fonti invece confermano. Il direttore Puija, interpellato questa mattina a riguardo dal Piccolo, non rilascia dichiarazioni perché non autorizzato dagli organismi superiori.
Gli atti su quanto accaduto verranno trasmessi alla Procura.
Sul versante sanitario, l'Asugi ha comunicato che nella notte e all’attivazione della maxi emergenza interna, nella notte fra giovedì 11 e venerdì 12 luglio sono stati trasportati due pazienti al Pronto soccorso.
Attualmente risultano ricoverate due persone in Medicina d’urgenza, non in pericolo di vita, mentre altri 3 pazienti precedente in osservazione al Pronto soccorso di Cattinara saranno dimessi durante la mattinata di oggi. Ulteriori 3 detenuti, dopo le cure del caso, sono già stati dimessi.