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Июль
2024

Wimbledon, Barazzutti: “Si parla sempre di Sinner, ma Musetti genera gioco come pochi al mondo”

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Sull’impresa a Wimbledon di Lorenzo Musetti c’è lo zampino, importante, anche di Corrado Barazzutti. L’ex uomo Davis italiano, capitano anche in Fed Cup, da qualche mese collabora con Simone Tartarini in qualità di guida tecnica del giocatore di Carrara, giunto finalmente a un risultato di spicco. Che non arriva dal nulla, né sarà un caso isolato secondo l’ex semifinalista del Roland Garros, intervistato da Fanpage.

Una parte di stampa ad un certo punto ha criticato tutto e tutti“, ammonisce Barazzutti, “addirittura qualcuno ha detto che Lorenzo non è adatto e non è pronto per giocare degli Slam. Ho anche ho la sensazione che Musetti venga un po’ sottovalutato. Poi naturalmente tutte le attenzioni sono sempre state nei confronti di Sinner che è il numero uno al mondo, e dunque tutti li confrontano. Ma secondo me con un occhio molto superficiale e poco obiettivo. Perché Musetti, secondo me, è uno dei giocatori che sul piano tecnico ha più capacità di generare tennis, insieme probabilmente ad Alcaraz“.

Un paragone importante da parte dell’ex n.7 al mondo, che non vuole sminuire assolutamente Sinner ma ricordare il valore di Lorenzo, che non è per niente banale: “Che lui abbia un potenziale gigantesco e sia tra i migliori giocatori del mondo, non si discute. Quello che io ho visto, però, è che con molta superficialità certe volte si tiravano giù critiche nei suoi confronti e anche verso il suo staff. Tutto condito da molta ignoranza, l’ignoranza del non sapere o conoscere le cose“. Ignoranza che porta a considerare con distrazione anche risultati importanti e passaggi di crescita che chiaramente non sono sempre così istantanei e scontati.

La sensazione è che sia stato sempre poco valorizzato, poco considerato“, spiega Corrado, “il suo valore era lì, c’era solo da aspettare un attimo no? Doveva esprimersi meglio, maturare, come un diamante che andava lavorato. Poi è chiaro e lo capisco: quando si ha un Sinner che vince tutte le partite, che è il numero uno del mondo e che ha un anno in più, si fanno i confronti. Ma non è semplice e ci sono tanti fattori. Mi ricordo che quando ha fatto la finale del Queen’s quasi non se n’è parlato in tv. È strano, dovrebbe essere il contrario. Abbiamo la fortuna di avere un campione che gioca un tennis divino, bellissimo, eppure…“. Le critiche sono piovute spesso all’indirizzo di Lorenzo, anche a causa di un 2024 finora con tanti bassi e solo nell’ultimo mese qualche alto.

Critiche che inevitabilmente hanno toccato anche coach Tartarini, inspiegabile ed ingiusto secondo Barazzutti: “Simone è uno dei migliori coach che ci sono in Italia e non perché lo dico io. Ho avuto il piacere, l’onore e anche la fortuna di poter collaborare con Tartarini e con Lorenzo, quindi li conosco. È un dato di fatto che lui sia uno dei migliori, piaccia o non piaccia, simpatico o meno. La gente deve rispettarlo e riconoscere che è uno dei migliori coach che ci sono in giro. Ha preso un bambino e l’ha portato in semifinale a Wimbledon“. Semifinale che potrebbe essere un punto di partenza per un definitivo salto ad alti livelli di Musetti. I tempi sembrano maturi.

In questo momento c’è la mentalità giusta“, concorda l’ex capitano di Davis, “ed è questo che gli fa fare i grandi risultati. Lo dimostrano tutte queste partite che ha vinto in rimonta. È partito sotto e poi è riuscito pian piano a vincere dei tiebreak e i punti nei momenti importanti. È stato sotto, ha recuperato. Ecco, questo tipo di atteggiamento positivo, sempre propositivo, sempre pensando punto su punto, è quello che lo sta rendendo un giocatore forte, un campione“.

Che oggi dovrà comportarsi come tale vista la sfida che lo attende: “Lorenzo dovrà tenere in campo Djokovic più che può, provare a portarlo sull’orlo del burrone. Per questo dovrà cercare di tirare fuori il suo miglior tennis. A Parigi sembrava quasi che ci fosse riuscito, poi Djokovic ha avuto una reazione che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato. Lorenzo però sta meglio di Parigi, è molto più carico, determinato, consapevole del fatto che sta giocando bene e delle possibilità di riuscire a battere Djokovic. Ripeto: deve cercare di portarlo al limite e di aprire una crepa nel suo tennis. A quel punto la partita si può portare a casa“.




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