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Июль
2024

Viaggi, la rivincita di Philadelphia

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Rimasta a lungo nell’ombra a causa della fama ingombrante delle vicine New York e Washington, ha guadagnato popolarità grazie a una vasta offerta culturale e una vivacità gastronomica che unisce sapori locali e cucine internazionali. Così il turismo è tornato a correre veloce, come l’eroe cittadino: il «pugile» Rocky.

Non osano a tre a tre, nemmeno a due a due come un pugile in forma ritrovata (anche perché l’afa è notevole), ma sono tutti qui per la stessa ragione: salire in velocità i 72 gradini resi celebri dal film Rocky, poi alzare i pugni verso il cielo con lo sguardo fiero e gli occhi della tigre. Lo fanno atleti professionisti e improvvisati, padri nelle mani dei figli, fanatici con i guantoni stampati sulla maglietta, ragazze gaudenti, nonostante il trucco ormai sciolto. Questa scalinata di pietra e sudore, con ai piedi una statua dedicata all’eroe locale interpretato da Sylvester Stallone, è il simbolo e la sintesi di Philadelphia, per tutti affettuosamente Philly: ne incarna il sogno americano, l’ascesa dopo la sconfitta, la voglia di rivincita.

A lungo in ombra rispetto alle vicine di casa, la cosmopolita New York e la monumentale Washington, la metropoli si è guadagnata il titolo di peso massimo fra le destinazioni globali: la guida di viaggi Lonely Planet l’ha inclusa tra le 10 città da non perdere nel 2024 per il suo dinamismo e «il nucleo culturale in grande evoluzione». In cima ai gradini e consigliato dallo stesso Stallone, apprezzato autore di dipinti oltre che di colpi da Oscar, si trova il Philadelphia Museum of Art (Philamuseum.org). Spazia tra la grazia di Monet e di Van Gogh, poi abbandona l’understatement tra la ricostruzione di un intero chiostro di un’abbazia del 1200, gli interni di un tempio cinese, un giardino giapponese. Un’altra scalinata, che culmina in una statua di Diana su cui veglia una scultura sospesa di Alexander Calder, vale l’ingresso.

Altrettanto poetica è la Barnes Foundation (Barnesfoundation.org): collezione sontuosa - sembra valga sui 30 miliardi di dollari - di quadri sparsi tra una dozzina di stanze, senza cartelli né sproloqui a catalizzare l’attenzione. Ogni visitatore si lascia sedurre dai suoi ricordi, poi, attraverso una mappa inserita nelle panchine, scopre di avere avuto ragione: quello era un De Chirico, quell’altro un Modigliani, un Matisse, un Renoir. E sì, i giocatori di carte sono proprio di Cézanne. Degni di un Picasso ubriaco o un Gaudí esagitato, i Magic Gardens (Phillymagicgardens.org) sono l’allucinazione tangibile dell’85enne artista locale Isaiah Zagar: i giardini di una casa riempiti da mosaici di vetro multicolore, piatti e anfore, 6.400 bottiglie più altri ammassi di luccichii. Un affastellamento di pensieri e cose, un labirinto di disordine che rende bene su Instagram.

Gli interventi di Zagar si ritrovano su svariate case nei dintorni e negli arredi di Jim’s South St. (Jimssouthstreet.com), il luogo dove la gente del posto va a mangiare il piatto tipico di Philadelphia, la «cheesesteak»: un immane panino farcito con carne di manzo rosolata e tritata. Per sembrare esperti, chiedete un «provolone with». Useranno un formaggio familiare, aggiungeranno un fiume di cipolla: senza sa di poco, sarete commossi per quanto è godurioso. Evitate i rivali di Jim’s, i troppo turistici Pat’s (anche se è l’inventore della risposta autoctona all’hambuger) e Geno’s, andate al Reading Terminal Market (Readingterminalmarket.org): mercato al coperto che esiste dal 1893 e ha più di 75 bancarelle di produttori della zona. Spicca il sandwich ripieno di pastrami di Hershel’s East Side Deli, unto e colante. Pornografia gastronomica.

Nel centro principale della Pennsylvania si mangia di tutto, anche senza esagerare con le calorie: consigliamo il raffinato bistrot francese Parc (Parc-restaurant.com) e l’indimenticabile guacamole del messicano El Chingon (Elchingonphilly.com). È un giro del mondo tra i sapori, che arriva in Italia e transita per il Vietnam, come racconta l’esperta chef Jacquie: parla la nostra lingua, guida Streats of Philly (Streatsofphillyfoodtours.com), una maratona della tavola, tra aneddoti e assaggi. Il miglior espresso e il gelato più gustoso, assieme a vari piatti della tradizione dello Stivale, si trovano al Gran Caffe L’Aquila (Grancaffelaquila.com): era aperto nella piazza principale del capoluogo abruzzese distrutto dal terremoto. L’imprenditore Riccardo Longo ha incontrato il campione del mondo di «ice cream» Stefano Biasini, l’ha convinto a mollare tutto e trasferirsi in America per rifondare la sua creatura. Oggi, ogni mattina, Stefano fa andare le macchine della torrefazione, intanto prepara delizie calde e fredde per i clienti. La resa, condita da una punta di nostalgia, è notevole.

A cena si va nel vicino Chris’ Jazz Cafe (Chrisjazzcafe.com): il biglietto include un menu da tre portate e un concerto dal vivo, in un clima intimo e amichevole. In generale, a Philadelphia sono tutti gentili e i prezzi risultano più abbordabili dell’esosa New York. La metropoli fu la prima capitale del Paese. È qui che è stata firmata la dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti e si trova, protetta da una grande teca di vetro, la Liberty Bell: la campana emblema della libertà nazionale, ferita sulla superficie ma sopravvissuta, anch’essa metafora di un fascino ammaccato, provato ma autentico. Per scoprire i dettagli, la compagnia WeVenture (We-venture.com) organizza giri a piedi quotidiani tra i monumenti storici. Durano meno di tre ore.

Gli altri simboli sono la scultura «Love», monumento all’amore in cui le coppie si giurano fedeltà schioccando baci in una foto ricordo, più il municipio torreggiante dagli echi parigini, con in cima la statua di William Penn, il fondatore della città e il responsabile della sua attuale architettura: si è deciso che tutti i palazzi alti e i grattacieli possano stare solo alle sue spalle. Compreso quello che ospita lo svettante hotel W (Marriott.com), comodo per raggiungere a piedi i principali punti d’interesse. Offre una piscina all’aperto e viste superlative di notte. Prima, però, il tramonto va visto da Schuylkill Banks (Schuylkillbanks.org), sentiero lungo il fiume con spazi verdi per un pic-nic e un percorso sotto i ponti, accanto all’acqua che si allontana lenta, dove la gente di Philly si ritrova per camminare o correre. Sì, lo faceva anche Rocky.




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