Francia, Macron striglia i suoi ma cede sulle dimissioni di Attal: martedì il d-day
Francia, Macron striglia i suoi, cerca di rabberciare la crisi in atto, ma alla fine cede sulle dimissioni di Attal: martedì potrebbe essere il giorno designato per l’accettazione dell’addio al governo del primo ministro, già annunciato all’indomani del verdetto elettorale. Del resto, lo ha detto chiaramente riassumendo lo status quo Giorgia Meloni: in Francia nessuno ha vinto. E ora chi ha rotto il vaso in mille cocci è chiamato a ri-assemblare i pezzi, e i cocci sono i suoi. Ma le crepe sono sotto gli occhi di tutti, e il fragore della rottura e la vittoria a pezzi deflagra nell’aria, alimentando la compilazione di un rebus che non è facile da risolvere per chi, oltralpe, deve trovare la quadra.
Al secondo turno delle elezioni legislative francesi la nuova alleanza di sinistra ha ottenuto la vittoria su Rassemblement national, ma non ha raggiunto la maggioranza necessaria per governare. Un esito inaspettato a dalla difficile gestione, quello emerso dalle urne francesi, opposto rispetto a quello delle elezioni europee che aveva portato al voto anticipato. Ora i partiti stanno trattando per creare un governo di coalizione. Ma come procedere?
Francia, Macron potrebbe accettare le dimissioni del governo martedì
Il presidente Emmanuel Macron sarebbe pronto ad accettare le dimissioni del primo ministro Gabriel Attal e del governo martedì, dopo un ultimo Consiglio dei ministri. Lo avrebbe lasciato intendere lo stesso Capo di Stato durante una riunione all’Eliseo nel corso della quale ha strigliato i suoi per il comportamento tenuto in questi giorni. Il capo del governo aveva presentato le dimissioni lunedì ma Macron le aveva respinte, chiedendogli di rimanere ancora in carica “allo scopo di assicurare la stabilità del Paese”.
Macron ai suoi: «Dal partito un’immagine disastrosa»
Tempi duri per il presidente Macron: alle prese con una vaso di cocci da ricomporre partendo da una situazione dilaniata già all’interno del suo stesso partito. Il presidente francese lamenta proprio in queste ore che «negli ultimi giorni» il suo partito, Renaissance, «ha dato di sé un’immagine disastrosa». Lo riporta l’emittente Bfmtv citando persone presenti all’incontro convocato da Macron all’Eliseo con i leader di partito, tra cui il primo ministro Gabriel Attal, il ministro degli Interni Gerald Darmanin e l’ex premier Élisabeth Borne. «Non dobbiamo fare ciò di cui sono stati accusati i nostri predecessori nel 2017. Dobbiamo ricordare i valori originali», ha detto Macron un po’ in ritardo sui tempi. Sottolineando «l’esigenza fondamentale della lealtà» e la necessità di «mettere la nazione prima delle ambizioni». ossia, di fatto m passando un colpo di spugna su motivazioni e decisioni che hanno portato all’ammucchiata monster anti-Le Pen (e anti elettorato).
Insomma, allo stato dei fatti Emmanuel Macron sarebbe pronto ad accettare le dimissioni del primo ministro Gabriel Attal e del governo ancora in carica martedì prossimo dopo un ultimo Consiglio dei ministri, secondo quanto appreso dalla radio France Info. Lo avrebbe lasciato capire lo stesso Capo dello stato oggi durante la riunione all’Eliseo, nel corso della quale ha strigliato i suoi per il comportamento tenuto questa settimana.
Martedì il d-day? Macron pronto ad accogliere le dimissioni di Attal
Ma tant’è: con la faccia di bronzo dei tempi migliori – che non sono sicuramente questi per Macron e compagni – il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato che accoglierà il prossimo martedì 16 luglio le dimissioni del primo ministro francese Gabriel Attal e del suo governo dopo l’ultimo Consiglio dei ministri. Lo scrivono, confermando le voci di crisi e crepe interne, Le Figaro e Franceinfo, dopo una riunione all’Eliso tra Macron, Attal, il ministro degli Interni Gerald Darmanin e l’ex premier Élisabeth Borne. Attal, come noto, ha presentato le sue dimissioni lunedì, il giorno dopo il secondo turno delle elezioni legislative anticipate. Ma Macron le ha respinte chiedendogli di restare in carica «per il momento per garantire la stabilità del Paese». Stabilità che appare sempre di più un miraggio inafferrabile…
Darmanin: «Attal leader dei macroniani non determina la linea del partito»
Non per niente, l’elezione di Gabriel Attal alla guida del partito Renaissance all’Assemblea Nazionale francese «non determina la linea politica del partito, né il suo funzionamento», ha dichiarato il ministro degli Interni Gerald Darmanin durante l’incontro all’Eliseo con il presidente francese Emmanuel Macron e gli altri leader del partito. Attal è l’unico candidato a ricoprire l’incarico. «Le elezioni all’interno del gruppo non risolvono in alcun modo i due grandi problemi che abbiamo di fronte: la nostra linea politica, il nostro progetto per i francesi e l’esame critico del nostro operato, del nostro metodo e dei nostri risultati», ha detto Darmanin secondo diverse fonti citate da Le Figaro.
Macron, tra dimissioni di Attal, rebus governo e un Paese spaccato
Rincarando poi la dose, asserendo: «L’unità del nostro gruppo è molto importante, ma l’unità, come la vita di coppia, non si può decretare: si costruisce ogni giorno», ha proseguito il ministro secondo fonti parlamentari citate da Bfmtv. «Gérald gioca sì per l’unità, ma fa anche sentire la sua voce. Vuole un cambiamento radicale, soprattutto nel partito. E ha in mente una data», stima un’altra fonte parlamentare di Bfmtv.
Intanto però Gabriel Attal, si è ufficialmente candidato come capogruppo dei deputati macroniani di Renaissance all’Assemblée Nationale. «Ho l’onore di presentarvi la candidatura alla presidenza del nostro gruppo», ha scritto in una lettera a tutti i neoeletti. Attal intende «proteggere i francesi da qualsiasi governo» che includa ministri del Rassemblement National e de La France Insoumise, azzarda a rilanciare. Inveendo contro i due partiti ai due estremi del Parlamento di Parigi. Poi, in piena resipiscenza, ammette: «Con lo scioglimento dell’Assemblée e le elezioni legislative anticipate – ha scritto Attal – abbiamo rischiato di scomparire». Così, all’apice di un ottimismo tutt’altro che suffragato dai fatti, rilancia: se sarà eletto, ribattezzeremo Renaissance con il nome Ensemble pour la République (Insieme per la Repubblica). Un richiamo all’unità sempre più lontana…
La scelta del nuovo leader dei macroniani in Parlamento. Attal unico candidato…
Dunque, Gabriel Attal dovrebbe assumere la presidenza del partito Renaissance all’Assemblée Nationale. È quanto ha detto su France 2 anche il deputato Sylvain Maillard. Il premier, le cui dimissioni sono state respinte dal presidente Emmanuel Macron dopo i risultati delle elezioni legislative anticipate, sarà «ufficialmente l’unico candidato», ha sentenziato Maillard. La “desistenza” dell’ex premier francese Élisabeth Borne, che ha lasciato l’incarico lo scorso gennaio, e del ministro dell’Interno Gérald Darmanin, che non saranno candidati alla presidenza di Renaissance, viene spiegata come una «scelta di unità». I deputati di Renaissance sceglieranno domani il loro nuovo presidente all’Assemblée Nationale. Ma saranno davvero quelle propagandate le motivazioni reali?
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