Nelle fabbriche fa troppo caldo: turni anticipati e sali minerali
L’aumento delle temperature mette subito in difficoltà alcune categorie di persone. Accanto agli anziani, già in condizioni di fragilità fisica, ci sono anche i lavoratori delle fabbriche, chiamati a fare i conti con condizioni ambientali non certo semplici che diventano spesso molto pesanti a seconda del tipo di lavorazione eseguita.
E mentre l’Ulss 1 Dolomiti ha attivato il Piano caldo – nei Pronto soccorso «è stato introdotto anche il codice Calore ed è stato richiesto il potenziamento dell’assistenza territoriale», come precisa il commissario straordinario Giuseppe Dal Ben –, nelle fabbriche i sindacati sono impegnati a garantire ai lavoratori condizioni appropriate.
Come ogni anno sono diverse le strategie messe in campo dalle imprese, visto che ad oggi manca un protocollo unitario da attuare per consentire ai dipendenti di eseguire la propria attività senza troppo affanno.
«C’è chi lascia ai dipendenti delle pause più lunghe, per poter recuperare le energie», precisa Antonino Colombo della Uilm di Belluno, «chi cambia l’abbigliamento, passando dal camice antistatico a magliette antistatiche con maniche corte, e chi cambia gli orari di lavoro, anticipando l’entrata e l’uscita di un’ora, una scelta quest’ultima che deve essere concordata con il personale, perchè potrebbe creare dei disagi a chi ha bimbi piccoli e non sa a chi lasciarli al mattino presto».
Il disagio maggiore, con questi sbalzi notevoli di temperatura, si concentra soprattutto al pomeriggio, quando il caldo è maggiore e anche l’afa diventa difficile da sopportare. Condizioni che, come evidenziano i sindacati, saranno sempre più frequenti con i cambiamenti climatici in atto. «Dobbiamo iniziare a pensare a come organizzare il lavoro durante l’estate. Serve un tavolo di confronto per decidere azioni strutturali», dicono i sindacati.
Stefano Bona, a capo della Fiom Cgil provinciale, non nasconde che il problema caldo sia molto sentito e sofferto dai lavoratori. «Tutte le Rsu stanno dando indicazioni sulle regole per la salute e per il microclima in azienda. Stiamo cercando di avviare un confronto con le singole imprese: anche queste temperature elevate dureranno pochi giorni, servono comunque delle soluzioni appropriate».
In molti stabilimenti si stanno prendendo dei provvedimenti: «Alla Hydro di Feltre sono attivi gli impianti di raffrescamento. Certo, in una fonderia l’apporto di questi impianti non è elevato, ma almeno consentono ai lavoratori di prendersi qualche minuto per rinfrescarsi», osserva Bona. Alla De Rigo Refrigeration in estate si adotta un orario diverso, che permette di entrare prima per evitare le ore più calde; anche alla Polaris di Sedico l’avvio e la fine della giornata sono anticipati, alla Sest di Limana, c’è una pausa aggiuntiva, mentre alla Forgialluminio vengono distribuiti ai dipendenti sali e acqua. «Ma sarebbe bene avere locali come mensa e spogliatoi climatizzati. In Clivet hanno installato i climatizzatori, ma è l’azienda a produrli, quindi è più facile averli a disposizione», nota il segretario della Fiom.
I sindacati del metalmeccanico concudono: «Rilanciamo l’importanza di iniziare a ragionare seriamente per avviare misure strutturali contro il caldo. È necessario rendere più agevole il lavoro in condizioni ambientali critiche». —
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