Tbe da zecca: già una decina di casi nel Bellunese
In Veneto i casi di meningoencefalite da morso di zecca sono già 18 – a dirlo è il bollettino delle arbovirosi pubblicati il 10 luglio da Venezia – e la maggior parte è concentrata nel Bellunese.
Sono dieci, precisa il direttore dell’unità operativa di Malattie infettive dell’ospedale di Belluno, Renzo Scaggiante, i casi denunciati al centro di riferimento regionale per questa malattia. «Molti di questi pazienti vengono seguiti direttamente a casa dal medico di famiglia, soltanto pochi casi arrivano nel nostro reparto», dice il primario, che anticipa: «Viste le piogge abbondanti di questi mesi e il clima caldo umido, fattori che favoriscono il proliferare di questi parassiti, credo che avremo almeno gli stessi casi di Tbe dello scorso anno, se non di più».
Ormai le zecche hanno coperto tutto il territorio bellunese, arrivando anche ad alta quota. E questo non fa che aumentare la possibilità che si contraggano le malattie come la Tbe e la Borreliosi.
La maggior parte dei casi di Tbe finora registrati sono su adulti, ma non sono mancati neppure ragazzi. «Ricordo il caso di un under 20 che, dopo una uscita col Cai, è stato colpito dalla Tbe», precisa Scaggiante, che invita tutti a evitare l’erba alta, a indossare abiti lunghi e chiari, a utilizzare repellenti e soprattutto a farsi la doccia usando una spugna un po’ ruvida per eliminare i parassiti. La migliore prevenzione», sottolinea, «resta sempre la vaccinazione, che per i residenti nella nostra provincia è gratuita».
Ma con il caldo c’è anche l’emergenza legate alle malattie trasmesse da zanzare. «Abbiamo avuto quest’anno un paio di casi di Dengue, ma tutti di importazione: per un paziente abbiamo effettuato la disinfestazione, mentre per un altro non è stato necessario, perchè in quel momento non sono stati rilevati focolai di zanzare nei ditorni dell’abitazione del malato», conclude la disamina di Scaggiante.