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Июль
2024

Liste d’attesa in Veneto, i rilievi della Corte dei Conti: troppe risorse ai privati

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Il Veneto che esce dall’incubo delle liste d’attesa non riesce a fare a meno dell’ancora della sanità privata accreditata. A raccontarlo, venerdì 12 luglio, è stato il procuratore regionale della Corte dei conti Ugo Montella, nella sua ultima relazione in queste vesti, nell’ambito del giudizio di parificazione (poi parificato) sul rendiconto della Regione nel 2023.

Liste d’attesa e privato accreditato

La mole di prestazioni accumulatesi dalla pandemia si è di molto assottigliata, è vero. Ma, per farlo, la Regione si è appoggiata in modo massiccio alla sanità privata accreditata. Per dirla con le parole del procuratore Montella: «In tutte le aziende, emerge l’assoluta preponderanza del ricorso ai privati accreditati, sia come numero di prestazioni, che come importi a ciò destinati. Tutti gli altri strumenti che la normativa ha messo a disposizione per l’abbattimento delle liste d’attesa non hanno dato risultati particolarmente positivi, l’unico modo è rivolgersi ai privati accreditati».

Sistema che ha superato il ricorso alle prestazioni aggiuntive dei dipendenti del Sistema sanitario nazionale, la stipula di accordi interaziendali con altre aziende sanitarie e pure l’incremento temporaneo del monte ore dell’assistenza specialistica ambulatoriale convenzionata interna.

E quindi, della prima tranche di risorse disposte per lo smaltimento delle prestazioni, l’80% ha avuto come destinatario le strutture private accreditate. «Parliamo di ben 16 milioni di euro su 20» dice Montella. Mentre esiste un residuo di 9 milioni, che è stato riservato a un secondo momento.

Polizze assicurative

Rimanendo poi in ambito sanitario, c’è poi un doveroso aggiornamento, a proposito di un caso che aveva tenuto banco negli ultimi anni: l’ipotizzata diseconomicità del contratto di assicurazione stipulato da Azienda Zero per la copertura del rischio di responsabilità civile verso terzi e prestatori d’opera con la compagnia assicurativa Relynes.

Un caso per il quale la Procura aveva aperto un apposito fascicolo. «Ma non c’è stato alcuno svantaggio economico per la Regione – taglia corto Montella – e l’istruttoria è stata archiviata».

Olimpiadi di Milano-Cortina 2026

E invece continua a esistere il fascicolo aperto per la realizzazione della pista da bob, in vista dei Giochi olimpici di Milano-Cortina, in programma nel 2026.

«Lo abbiamo aperto all’esito delle notizie che ventilavano un abbandono del progetto per il danno erariale conseguente alle spese già affrontate per progettazione e promozione» dice Montella, «Il fascicolo è in fase istruttoria, in attesa dell’evolversi della situazione sull’avanzamento dei lavori».

Perché il percorso di avvicinamento – a dirlo sono i giudici contabili – è stato segnato dai continui ritardi, che si protrarranno persino oltre la conclusione delle gare.

«Opere di importanza strategica sono state declassate da indifferibili-urgenti a urgenti e, dati i tempi stretti, non verranno portate a compimento prima della celebrazione dei Giochi» è il rilievo della presidente della sezione regionale di controllo, Elena Brandolini.

Si riferisce alla variante di Longarone, che sarà conclusa solo dopo i Giochi, ma della quale la Regione ha chiesto il completamento almeno del primo lotto, per evitare disagi nel raggiungere l’area ampezzana.

E poi la variante di Cortina, che non solo arriverà a Olimpiadi ultimate, ma che nemmeno gode di una completa copertura finanziaria: dei 483,2 milioni di euro stimati per la sua realizzazione, al momento ne sono assicurati soltanto 223,3 milioni. Anche se, ha ricordato Montella, «nel corso dell’ultima riunione della Cabina di regia del 30 aprile 2024, è stato confermato l’impegno politico per il reperimento delle risorse mancanti».

Un altro appunto, poi, i giudici contabili lo riservano all’investitura di Simico, già soggetto attuatore delle opere, anche come organo deputato al monitoraggio dell’avanzamento dei lavori.

«La Procura si chiede se non sarebbe stato più opportuno che il monitoraggio fosse affidato a un soggetto terzo» si chiede Montella.




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