La favola di Diop: dal Senegal all’Eurolega con l’Olimpia Milano passando per gli anni in Friuli
Dalla Virtus Feletto all’Olimpia Milano, dai campetti di periferia all’Eurolega.
Ousmane Diop non si ferma più, ogni sogno che aveva da ragazzino sta diventando realtà. Da qualche giorno il ragazzone di Rufisque è ufficialmente un giocatore dell’Olimpia, le mitiche “scarpette rosse”, e il trasferimento nella città meneghina gli impone un’estate di super lavoro.
Il raduno con la squadra allenata da Ettore Messina è ancora distante, ma “Ous” sta già sudando al Forum di Assago con i fisioterapisti della società per non perdere la forma ideale.
C’è anche un ginocchio ballerino da tenere d’occhio, meglio non lasciare niente al caso. È un problema che si trascina sin dai tempi delle giovanili a Feletto Umberto e che non gli ha impedito di spiccare il volo: esordio in A2 con l’Apu a 16 anni, due anni più tardi il debutto in serie A, con il continuo fioccare di soddisfazioni di squadra e personali.
Nel 2019 ha sollevato al cielo la Fiba Europe Cup con la Dinamo Sassari, nel 2020/2021 è stato eletto Mvp italiano del campionato di A2 con la divisa di Torino, nel 2022/2023 di nuovo con la Dinamo premio come giocatore più migliorato in serie A.
Migliorare significa darci dentro sempre, non sentirsi mai arrivato, alzare sempre l’asticella delle proprie ambizioni. Senza perdere l’umiltà, tanto da rispondere a una nostra telefonata pochi minuti dopo aver concluso l’allenamento al Forum: «So bene che voi mi seguite sempre – esordisce Diop – e mi fa molto piacere perché il Friuli per me è famiglia. Quest’estate tornerò soltanto per un week-end, mi dispiace che non riuscirò a vedere tutti gli amici che ho lì. Però prometto che durante l’anno tornerò più spesso, ora che sono più vicino».
Ousmane ha la voce che trasmette felicità, proviamo a scherzare un po’ e lui sta al gioco. Nel prossimo campionato di serie A tornerà a giocare a Trieste, non una gara qualsiasi. «E già, la vivo sempre come una sfida speciale, mi ricordo i derby che ho giocato contro di loro quanto ero a Udine. Bei ricordi, la sento ancora questa partita».
Diop è così, il successo non lo ha cambiato per niente. Continua a essere il ragazzo sensibile e generoso di sempre: quello che nell’estate del 2022 ha commosso il web con le immagini del ritorno in Senegal e dell’abbraccio con la madre dopo ben nove anni.
Ma anche quello che ogni volta che può spende una parola per la sua seconda famiglia, quella friulana: «l Caruso sono una famiglia per me – sottolinea Ousmane – così come coach Lorenzo Bettarini è una parte di me. Non posso dimenticarli».
Ha buona memoria, il pivottone italo-senegalese. Ricorda tutto, anche il coro “Diop, Diop, Diop” che i tifosi al seguito dell’Apu gli tributavano in casa come in trasferta.
La sua è una storia con tanti capitoli belli, come quello del rapporto con Gianmarco Pozzecco, che lo ha allenato a Sassari e spesso gli dava un passaggio in macchina quando tornava in regione. Certo, ci sono anche capitoli brutti, in uno è comparsa persino una pistola con quel brutto episodio tra Caruso e Davide Micalich, allora dirigente Apu.
Ousmane non ci pensa, ha cose migliori da fare: indossare una canotta con lo scudetto sul petto da difendere da un’altra Virtus (Bologna, questa volta) e debuttare in Eurolega. In bocca al lupo, Ousmane.