Per l’attrice udinese Demetra Bellina in arrivo un nuovo film sulla rai e una serie tv con Verdone
“Non credo in niente” è un piccolo film, opera prima di Alessandro Marzullo, realizzato con pochi soldi ma tanta buona volontà, che alle “Giornate del Cinema” in corso a Riccione è stato trattato alla stregua di un caso cinematografico, perché ha riportato in sala il pubblico giovane.
Tra i protagonisti c’è l’attrice udinese Demetra Bellina, che ha raccontato la sua esperienza ospite di un seguitissimo incontro di Acec (Associazione cattolica esercenti cinema), tra i più grandi circuiti italiani con 600 Sale della Comunità, dove il film ha spopolato tra gli spettatori under 30.
“Non credo in niente” è stato inoltre acquisito dalla Rai per un passaggio sulle reti nazionali e l’approdo su Raiplay. Bellina, che esordì nel 2016 con Riccardo Milani nella fiction “Di padre in figlia”, si è fatta conoscere al grande pubblico per le serie “Non uccidere”, “Tutta colpa di Freud”, “La vita promessa”, e sarà accanto a Carlo Verdone nella terza stagione di “Vita da Carlo” su Amazon Prime.
Bellina, perché “Non credo in niente” ha avuto tutto questo successo tra i giovani?
«Perché parla di loro con verità e senza fare sconti. Tutti i personaggi hanno dai 25 ai 30 anni e si trovano in una crisi esistenziale, io faccio la hostess ma non solo felice della mia vita perché, come gli altri, sono cresciuta pensando che ci fosse un rapporto di causa-effetto tra le nostre azioni e la realizzazione dei nostri obiettivi, e invece dopo la maggiore età mi sono accorta che è tutto in costante cambiamento e c’è molta confusione».
Questo scollamento tra credenza e realtà, lo riscontra anche lei da ventottenne?
«Sì, il mondo del cinema è molto diverso da come me l’aspettavo. Sono cresciuta vedendo i film classici, perché i miei genitori erano dei cinefili, e c’erano questi personaggi femminili incredibili, bellissimi, le dive degli anni Cinquanta e Sessanta. Quando mi sono ritrovata a fare i provini però ho scoperto che i ruoli per le donne sono spesso la figlia, la fidanzata, la moglie e l’amante, e non la protagonista. Adesso invece la tendenza sta cambiando, per la prima volta in “Non credo in niente” faccio un personaggio femminile che è centrale, non è legato a nessun altro, ed è stupendo».
Com’è diventata attrice?
«Ho cominciato studiando teatro quando ero piccola a Udine e ho battuto tanti palcoscenici in Friuli con diverse compagnie. Dopo il diploma al liceo classico Stellini sono andata a Roma per fare l’attrice, senza frequentare scuole di recitazione, perché credo molto nell’apprendimento “di bottega”, sul campo, e quindi mi sono messa subito a fare provini e a lavorare. La fiction di Milani è stata la mia esperienza, avevo vent’anni e ho avuto conferma che quello che volevo fare era cinema e televisione».
Tra poco uscirà su Amazon Prime la terza stagione di “Vita da Carlo”, com’è entrata nella serie?
«Sono molto orgogliosa del fatto che lo stesso Carlo Verdone mi abbia scelta ai provini. Non posso svelare nulla sul mio personaggio, ma posso dire aver lavorato con un professionista di altissimo livello sul set e di aver condiviso il tempo con una persona di grandissima cultura fuori dal set. Ho fatto belle chiacchierate con Verdone su tutto, dalla letteratura alla medicina, ho scoperto che è laureato ad honorem in un sacco di cose, anch’io un giorno vorrei diventare come lui».
Un sogno nel cassetto?
«Mi piacerebbe molto lavorare con Damien Chazelle, ho visto “Babylon” e secondo me è il film più bello degli ultimi dieci anni, mentre in Italia vorrei continuare a recitare per registi giovani, che hanno idee fresche e voglia di sperimentare. Perché sembra che ci sia sempre un solo modo per fare le cose, e invece se sei un po’ creativo e visionario trovi tante strade per fare quello che ti va».
Cosa le manca del Friuli?
«Io mi sento molto legata al Friuli, tifo Udinese e mi piace camminare in montagna, per questo cerco di tornare il più spesso possibile a casa. Mi porto dentro la spiritualità delle persone legate alla loro terra e alle loro origini, come lo sono i friulani».