Voghera, preso a pugni in faccia durante un litigio: muore tre ore dopo al pronto soccorso
VOGHERA. un litigio furibondo in una camera dell’hotel Corona, con pugni al volto. Helmi Neffati, tunisino di 41anni, è morto circa tre ore dopo al pronto soccorso dell’ospedale Civile. Adesso è caccia all’aggressore, un connazionale. Il 41enne sarebbe stato stroncato da un attacco cardiaco di fronte a medici e infermieri: la Tac aveva rilevato solamente la frattura della mandibola. La procura, comunque, ha aperto un’inchiesta per chiarire la vicenda. Il corpo della vittima è stato trasferito all’istituto di medicina legale di Pavia per l’autopsia, che dovrà stabilire la causa del decesso e l’eventuale nesso tra la morte e i colpi ricevuti. L’aggressore è ricercato dalla polizia. Ieri mattina si doveva presentare al lavoro ma nessuno l’ha visto.
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La ricostruzione
La tragedia è avvenuta verso le tre della scorsa notte nell’hotel che si trova all’angolo tra via Fratelli Rosselli e via Papa Giovanni XXIII. Helmi Neffati faceva parte di un gruppo di quattro persone che, due settimane fa, era stato dirottato in albergo per circa un mese, a causa di lavori al dormitorio. Al Corona avevano trovato una sistemazione provvisoria.
La scorsa notte Helmi Neffati si è alzato dal letto e si è messo a urlare: i compagni di stanza si sono svegliati. Uno di loro, quello che poi lo ha preso a cazzotti, ha protestato perché alle sei del mattino si sarebbe dovuto alzare per andare al lavoro. I due hanno litigato e, nonostante gli altri abbiano cercato di dividerli, Helmi Neffati è stato colpito con diversi pugni al volto. Colpi violenti. Il 41enne ha perso subito una grande quantità di sangue perché è stato colpito numerose volte anche al setto nasale.
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Sangue sul marciapiede
Nel cortile dell’hotel e sul marciapiede di via Papa Giovanni XXIII (davanti all’ingresso) nella tarda mattinata di ieri c’erano ancora numerose tracce di sangue. Anche i gestori dell’albergo sono intervenuti per dividere i litiganti e, alla fine, Helmi Neffati è uscito da solo a piedi con l’intenzione di raggiungere il pronto soccorso per farsi medicare e bloccare l’emorragìa. Arrivato in corso Fratelli Rosselli si è accasciato. Qualcuno lo ha visto e ha chiamato il 118. La centrale operativa ha inviato un’ambulanza e il tunisino è stato accompagnato in ospedale. Le sue condizioni non sembravano gravi. I medici lo hanno sottoposto alla Tac che ha evidenziato in effetti solo la frattura della mandibola. Forse sarebbe stato trasferito in un altro ospedale per essere operato. Ma la situazione è precipitata poco dopo le sei: l’uomo si è accasciato mentre stava parlando con il personale. Dopo un tentativo di rianimazione il medico ha constatato il decesso. Le indagini sono iniziate in mattinata con l’intervento degli agenti della mobile e dei colleghi della scientifica, che hanno anche esaminato i cassonetti. Sul posto anche il sostituto procuratore Andrea Zanoncelli. Sono stati subito interrogati i gestori dell’Hotel e i compagni di camera della vittima.
«Mio fratello gli urlava di smettere»
«Dormivo, è stato mio fratello ad alzarsi e dire loro di smetterla di urlare. Hanno litigato perché uno dei due infastidiva l’altro, che voleva riposare. Poi non sappiamo cosa è successo: l’uomo ferito è uscito, voleva andare in ospedale». Franco gestisce, insieme al fratello, l’hotel Corona, ancora in attività a differenza del ristorante, che si trova all’incrocio tra via Papa Giovanni XXIII e corso Fratelli Rosselli, dove la saracinesca è abbassata da tempo. «Abbiamo diverse persone in questo momento, ci sono operai che vengono a pernottare da noi – spiega l’uomo –. Da un paio di settimane avevamo anche quattro persone che arrivano dal dormitorio, dove sono in corso dei lavori. Ci siamo offerti di dare loro un posto. Erano insieme in camera».
Tra loro anche la vittima, il 41enne tunisino aggredito e poi morto ore dopo in ospedale. «Da quanto abbiamo capito tutto è successo perché c’era un compagno di camera infastidito dal rumore che faceva il tunisino – spiega ancora il gestore –. Sappiamo che si alza presto al mattino per andare a lavorare, pare che volesse dormire e c’è stato un diverbio. Forse il tunisino è stato colpito, perdeva sangue dal naso».
Tracce ematiche sono state trovate anche fuori dall’hotel, sul marciapiede. «Non era mai successo nulla prima d’ora – dice ancora il gestore –. Gestiamo la struttura da tempo e abbiamo sempre avuto ospiti tranquilli. Comunque bisognerà capire cosa è successo fuori da qua, in hotel c’è stata solo una discussione. La camera dove i quattro alloggiavano non risulta sotto sequestro». —