Fondazione Teatri delle Dolomiti, Ferigutti ci ripensa: dimissioni ritirate
Massimo Ferigutti ha ritirato le sue dimissioni di presidente della Fondazione Teatri delle Dolomiti.
La comunicazione è arrivata venerdì 12 luglio, dopo un incontro chiarificatore con l’amministrazione comunale, ma l’unico a parlare è il sindaco De Pellegrin che non spiega le ragioni dell’allontanamento. Da parte di Ferigutti nemmeno una parola, così come dall’assessore alla cultura Raffaele Addamiano.
«Oggi la Fondazione è ancora più forte», dichiara il sindaco. «Nel confronto tra le parti ha prevalso il buon senso e la volontà di proseguire un progetto nel quale Ferigutti e questa amministrazione hanno investito molto in termini di energie e iniziative, portando a casa risultati e fondi per la cultura del nostro territorio. Alla luce del dialogo franco e chiarificatore, del quale ringrazio Ferigutti e l’assessore Addamiano, la squadra resta unita e la progettualità in corso per la Fondazione Teatri proseguirà».
In questi primi due anni di mandato - si legge ancora nel comunicato ufficiale - Ferigutti ha lavorato per consolidare il ruolo dell’ente e dare il via ad un nuovo corso sia in termini economici che di funzioni, ma anche consolidando e dando continuità al lavoro portato avanti dalla precedente presidenza.
«Fin dall’inizio abbiamo immaginato una Fondazione che aspirasse a riprendere il suo ruolo centrale nel panorama culturale dell’intera provincia», spiega De Pellegrin. «Con questa visione ambiziosa e di lungo raggio sono stati intercettati fondi importanti, anche a favore di attività per i giovani affinché trovino nel territorio occasioni e spazi di formazione nel settore della cultura e dello spettacolo. Non solo, dopo anni che questo non avveniva, nella stagione teatrale appena conclusa la Fondazione ha messo a punto un variegato calendario di spettacoli che non poteva né voleva essere in concorrenza con quelli di altri storici soggetti culturali».
«Il percorso intrapreso è quello giusto: abbiamo raccolto un’eredità dandole continuità e, allo stesso tempo, abbiamo aperto nuove strade capaci di ridare alla cultura la centralità che merita; gli obiettivi che Fondazione in collaborazione con questa giunta sta portando avanti sono di natura culturale a favore di tutta la provincia, ma anche di formazione ed educativi per le nuove generazioni. Oggi dunque il lavoro e la collaborazione avuti fino a qui proseguono anche per garantire lo svolgersi di imminenti e importantissime iniziative culturali», conclude il sindaco.
«Ringrazio il presidente Ferigutti per la passione con la quale svolge e continuerà a svolgere il suo ruolo e l’assessore Addamiano che ha sempre voluto, d’intesa con l’intera giunta comunale e la maggioranza che lo supporta, una cultura aperta libera e plurale, rivendicando in ogni frangente una gestione oculata delle risorse pubbliche tesa a valorizzare un ambito fondamentale per la crescita, spirituale e non, dell’intera società».
Immediata la reazione dell’opposizione: «Per usare una metafora, siamo passati dalla commedia… alla farsa», osserva il segretario dell’Unione comunale del Pd, Davide Noro. «Prima le dimissioni di Ferigutti, poi lo stupore del sindaco che nega ogni difficoltà, accusando chi chiede chiarezza di tifare contro la città. Poi, nel giro di poche ore, le dimissioni “irrevocabili” spariscono e tutto torna come prima. Qualche dubbio su come sia stata gestita questa vicenda, ci sentiamo di esprimerlo. In primis perché non abbiamo sentito una parola dai diretti interessati, in particolare da Addamiano, che (qualora non se lo ricordasse) sarebbe l’assessore alla cultura».
«In secondo luogo perché, di fatto, è certificato che le cose non stessero andando proprio così bene se si è reso necessario un incontro a porte chiuse “franco e chiarificatore”. Il sindaco, quindi, non fa altro che smentire sé stesso. Ad ogni modo, siamo sollevati che si chiuda (per il momento) l’ennesima pagina tragicomica di questa amministrazione. Non si ferma invece la nostra battaglia per la Ri-Fondazione della cultura in città. Urge innanzitutto completare i grandi contenitori (Crepadona, Auditorium e Chiesa dei Gesuiti) che, come già abbiamo sottolineato, una volta restituiti alla cittadinanza darebbero nuova linfa e nuove possibilità anche alle realtà artistiche locali. Delle lotte intestine del centrodestra, invece, ci interessa decisamente poco, se non fossimo costretti a subirle come cittadini».