Olimpiadi di Parigi: Fraternité, all’italiana
È uno dei tre pilastri della Rivoluzione francese, assieme alla libertà e all’uguaglianza. Apre l’inno d’Italia, la colonna sonora dell’identità nazionale. L’essere fratelli, la fratellanza, è simbolo di unione, di comunanza tra persone e fra Stati. Conta ancora di più nello sport, che «può aiutare gli uomini a superare i loro limiti, ma anche ad avvicinarsi e a capirsi meglio, indipendentemente dalle differenze». Ne era convinto il barone Pierre de Coubertin, il padre dei Giochi olimpici dell’era moderna, fondati sul rispetto dell’avversario e l’amicizia tra i popoli. Uno snodo chiave di questa grande avventura dal fascino intramontabile ha una data e un indirizzo precisi: cade la sera del 23 giugno del 1894, quando De Coubertin celebra la rinascita delle Olimpiadi durante una cena a Le Pré Catelan, una costruzione in stile Napoleone III immersa nel parco più vasto della città, il Bois de Boulogne, vicino gli Champs-Élysées e la Tour Eiffel.
Centotrenta anni più tardi, quel luogo denso di memoria nel cuore della Ville Lumière si prepara ad accogliere «Casa Italia Parigi 2024», la vetrina della nostra spedizione alle Olimpiadi in programma dal prossimo 26 luglio. Scelto dal Coni per raccontare la cultura del Paese attraverso le sue eccellenze, avrà come tema cardine l’arte e il piacere di stare insieme, anzi «ensemble», in omaggio alla nazione ospitante, nostro fratello per geografia e comunanza di valori. «Casa Italia è ormai un punto di riferimento globale. Dal punto di vista dell’ospitalità, il Cio, il comitato olimpico internazionale, ci considera l’esempio da seguire. Possiamo dire che ci ha assegnato la medaglia d’oro» spiega Lorenzo Pellicelli, direttore marketing del Coni e coordinatore responsabile di Casa Italia. Lo fa riassumendo la traiettoria di un percorso iniziato in Brasile, a Rio 2016, proseguito nelle edizioni successive e pronto a raggiungere l’apice a Milano Cortina nel 2026. «Il risultato è un bellissimo spot. In verità non servirebbe al nostro Paese, che sa mantenersi da solo sotto i riflettori e rimanere costantemente alla moda. Eppure, ci piace esaltarne le peculiarità in un contesto in grado di polarizzare l’attenzione mondiale».
Casa Italia a Parigi è l’ennesima riprova della voglia di migliorarsi sempre. Sarà un percorso scenografico ed emozionale, un’opera totale in cui natura, arte, architettura, design d’arredo e della luce si trovano in stretto dialogo tra loro. Un’intersezione tra incontro e racconto con un unico collante: lo sport. «Lo spirito di squadra è l’emblema della fratellanza. Casa Italia nasce per gli atleti, per far vivere loro l’esperienza della medaglia e festeggiarla tutti insieme, con chi è in Francia e chi è collegato in tv e online». È un rito diventato una consuetudine, il culmine di un’attesa, un tassello del coronamento del sogno olimpico: «I campioni sono felici di esserci. Non arrivo a dire che quella passerella li sprona a vincere, ma è un ulteriore stimolo».
Le Pré Catelan, d’altronde, saprà essere un avamposto molto patriottico, senza risultare troppo protocollare o ingessato. Nel vasto giardino verranno piantate essenze appartenenti al paesaggio italiano; l’allestimento generale darà vita a uno spazio ispirato alla nostra tradizione, ai maestri del Novecento che hanno reso celebre nel mondo la creatività italiana. Gli ambienti saranno scanditi dalle opere di 19 artisti di spicco dell’arte contemporanea e dalle creazioni di 28 designer di fama internazionale. Sulla facciata esterna spiccherà un grande tricolore, «frutto del disegno di Agostino Iacurci, uno degli street artist più noti al mondo». Sarà una reinterpretazione con i suoi codici, secondo uno stile in cui si fondono immagini naturali e la rilettura dell’estetica classica. Un altro dei molti talenti in mostra sarà Giovanni Bonotto, artefice di un arazzo che ricoprirà tutte le pareti, descrivendo la varietà culturale, storica, geologica, paesaggistica e linguistica del nostro Paese. Cedendo a qualche doveroso, gradevolissimo stereotipo: «A Casa Italia trova il suo habitat naturale anche l’eccellenza del food italiano, e non potrebbe essere altrimenti». Il timone dell’esperienza dell’ospitalità è affidato a uno dei nostri chef più apprezzati, Davide Oldani, detentore di due stelle Michelin e una stella verde.
Uno dei tanti ambasciatori nazionali a cui si abbinano valori universali, anche in ottica green: «Casa Italia» conferma Pellicelli «seguirà un protocollo che mette alla base il riciclo e il riuso. Ci affascina l’idea di lanciare, attraverso lo sport, segnali legati alla sostenibilità». Un’ulteriore variazione sul tema della fratellanza, perché le problematiche ambientali non possono che essere pensate in una dimensione di collaborazione collettiva. Vanno affrontate e risolte ensemble. Già, insieme.