Caldo afoso nei centri estivi a Trieste: allarme lanciato dai sindacati

TRIESTE. Nei centri estivi operativi nelle scuole di infanzia si boccheggia. Non c’è l’aria condizionata per fare fronte alle elevate temperature di questi giorni, all’afa che toglie il respiro.

Gli operatori, anche a tutela dei minori che frequentano quelle strutture, hanno segnalato le condizioni di lavoro ai sindacati. Dalla direzione del Servizio educazione del Comune di Trieste sono state diramate una serie di indicazioni, predisposte dal responsabile del servizio di prevenzione e protezione, e indirizzate al personale in forze a quel servizio.

Stesso documento è stato fornito «ai coordinatori ispettivi – precisa l’assessore alle Politiche dell’educazione Maurizio De Blasio – le figure che fanno da tramite tra l’amministrazione e le realtà che hanno in appalto il servizio dei centri estivi. A loro è stata data indicazione di valutare situazione per situazione e – spiega – nel caso, di sospendere il servizio». Questo anche considerando come in questi giorni, visto il sole cocente, non è possibile trovare refrigerio neppure all’esterno.    Quindi, se ci si renderà conto che in una delle strutture gli spazi sono diventati invivibili, le temperature insopportabili, con un concreto rischio per i bambini e gli operatori, per qualche giorno, fino a che l’aria non si rinfrescherà, il servizio del centro estivo potrebbe essere sospeso.

Stesso provvedimento vale per i ricrestate e per il Polo giovani Toti. De Blasio assicura che «ci siamo già mossi con la distribuzione di condizionatori portatili». Una soluzione tampone, è evidente, che non è detto riesca a risolvere il problema.

Intanto, a chi opera in queste strutture, seguendo anche le linee guida predisposte dal ministero della Salute e dall’Inail, viene consigliato, ad esempio, di indossare abiti leggeri, di cotone, traspiranti, di colore chiaro, comodi. Di rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca.

Le criticità venutesi a creare nei centri estivi sono state segnalate al Comune direttamente anche da Ugl e Uil. «Nei giorni scorsi – testimonia il segretario provinciale di Ugl Ottorino Marchianò – siamo stati contattati da quanti lavorano nelle strutture estive comunali, allarmati visto che all’interno si sono raggiunti anche i 32 gradi visto che quelle scuole non sono mai state adeguate alle normative vigenti». Marchianò rileva che «in questo, come in altri contesti, notiamo la scarsa programmazione da parte di tecnici e amministratori: aspettiamo risposte da De Blasio e dall’amministrazione, e non banali linee guida dettate solo dal buon senso».

Maurizio Petronio della Uil Fpl non nasconde rammarico «per l’eventuale chiusura dei servizi, dettata da una mancata programmazione da parte di chi è preposto alle verifiche». Il rappresentante della Uil evidenzia come «il problema fosse prevedibile, invece per intervenire si è atteso che la situazione esploda, in piena calura estiva». I due sindacalisti si dicono «preoccupati, da un lato per la salute degli operatori e dei piccoli utenti, dall’altro per i disagi che l’eventuale sospensione del servizio potrebbe comportare per le tante famiglie che nei centri estivi, così come nei ricreatori, vedono una soluzione che concilia gli impegni lavorativi dei genitori con lo svago dei bambini».