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Июль
2024

Addio a Pastorini, il maestro della marcia azzurra scopritore di talenti e pioniere della tecnica

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LOMELLO. Il maestro della marcia. Così sarà sempre ricordato Pietro Pastorini, il tecnico morto a 87 anni che è stato ambasciatore e messaggero del “tacco e punta”, la tecnica moderna della marcia, partendo da Lomello, il paese in cui era cresciuto ed era tornato a vivere negli ultimi anni, dalla periferia di Milano, Quarto Oggiaro, dove aveva a lungo vissuto, facendo del verbo "marciare" uno strumento di promozione dello sport e dell'atletica nei quartieri popolari. Pastorini è stato un pioniere a livello tecnico della marcia femminile e ha creato una manifestazione come il Trofeo Frigerio, da oltre mezzo secolo fucina di futuri campioni. Tra gli azzurri da lui allenati, spiccano il campione del mondo 1995 della 20 km, Michele Didoni, l’argento iridato nel 1995 della 50 km Giovanni Perricelli e l'argento europeo 1998 della 20 km Erika Alfridi.

Le reazioni

«Ho conosciuto Pietro nel 1972 quando con un gruppo di atleti siamo passati dal Cus Pavia all'Aics Duina di Milano – racconta Franco Corona, presidente della Cento Torri Pavia – In quegli anni faceva contemporaneamente l'atleta, il tecnico di giovani talenti della marcia e il presidente della società. Con lui e il compianto Tiziano Masotto abbiamo inventato e organizzato la prima "tapasciata" in provincia: la Ticimarcia che ha avuto fin dalla prima edizione del 1972 oltre 2mila partecipanti ed è stata la “mamma” della Corripavia. Con Pastorini ho vissuto oltre mezzo secolo sulle piste e sulle strade dell'atletica. Nella sua amata Lomello ha coltivato e cresciuto il più forte marciatore mai tesserato per la Cento Torri: Stefano Chiesa, più volte nazionale, vincitore dei Giochi del Mediterraneo under 23. Come Cento Torri abbiamo intenzione di tenere vivo il ricordo di Pietro, organizzando un evento di marcia a lui intitolato». Giulio Putzu, oggi tecnico dei marciatori pavesi, ricorda: «Pastorini era un mio grande estimatore quando marciavo. Avrebbe voluto che mi trasferissi da Genova a Milano per allenarmi con lui, ma avevo 16 anni ed era impossibile. L’ho ritrovato quando sono venuto a vivere a Pavia. Mi ha sempre fatto piacere il fatto che quando mi incontrava diceva che ero uno dei migliori marciatori visti all’opera. Ho lavorato spesso con lui, mi ha dato tanti consigli utili. L’ultima volta che l’ho visto è stato al Trofeo Frigerio a maggio, nella sua Lomello, quando era caduto e si è procurato una serie di fratture da cui purtroppo non si è più ripreso completamente. Pietro era un uomo schietto, talvolta anche ruvido, ma sempre corretto, una persona di altri tempi. Ricordo che mi disse che l’ultimo compleanno era sicuro di farlo, quello dopo no. Purtroppo aveva ragione».

Il presidente della Fidal Pavia Claudio Baschiera lo ricorda così: «Un tecnico appassionato della marcia che ha fatto cose straordinarie per la diffusione del tacco punta». Il numero uno dell’Iriense Voghera, Lorenzo Somenzini, suo amico e come lui tecnico di marcia: «Insieme abbiamo portato Voghera ad essere la capitale italiana della marcia. Infatti mi propose, quando ero consigliere Fidal regionale, di organizzare il Criterium mondiale di marcia nel giugno 1988 a Voghera e a Saluzzo, con la presenza di Pribilinec, campione olimpico a Seul 1988 e di Maurizio Damilano, olimpionico a Mosca nel 1980. Poi organizzammo anche l’esagonale mondiale di marcia con tutti i migliori marciatori del mondo. Sempre insieme a Pietro, tecnico della nazionale, abbiamo accompagnato Perricelli ai Giochi di Seul e Michele Didoni ai Mondiali di Goteborg, dove vinse l’oro. E’ un pilastro importante dello sport italiano che se ne va». In suo onore gli atleti che ha allenato organizzeranno nei prossimi giorni una staffetta al campo XXV Aprile di Milano. —




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