L’onda glitter del popolo di Taylor Swift a Milano
Milano, Garibaldi. Metro lilla direzione San Siro. Martina e Sofia, diciottenni pugliesi, siedono con le All stars puntate l’una sul sedile dell’altra, si ripassano il lucidalabbra e si scambiano i braccialetti dell’amicizia. Nylon, perline e piccoli ciondoli con scritto “Never grow up” e “Gorgeous”.
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In stazione, fuori dai finestrini, è pieno di cappelli da cowgirl e glitter. I fan stranieri chiedono informazioni per raggiungere lo stadio. In Monumentale sale un ragazzo con un crop-top maculato fucsia. Anche il minimarket del turco suona tutte le sue canzoni mentre fai rifornimento di sali minerali. Milano, questo weekend, era davvero il place to be.
L’urlo di 65 mila swifties
«Ciao! Piacere di conoscervi!», saluta in italiano Taylor Swift, saltando fuori dal palco e facendo tremare il Meazza sold out con le urla di più di 65 mila swifties, i fan della cantante più famosa del mondo. Tra le mani di migliaia di giovanissimi a San Siro c’è il cuore country di Fearless, che dice che Tay Tay mancava in Italia da troppo. «Non vengo qui da tredici anni, prometto che non farò più passare così tanto tempo».
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I braccialetti dell’amicizia
In prima fila nel pit ci sono ragazze che si sono accampate in tenda per giorni per essere vicinissime al palco e ascoltare quelle canzoni che riassumono mille romanzi. «Non riesco a credere di essere davvero all’Eras Tour», dice Isabella, ventenne campana, arrivata a San Siro senza amiche. È la prima volta che vede Taylor Swift dal vivo e a dire il vero anche la prima volta che prende il treno da sola. Ha i polsi pieni di braccialetti dell’amicizia e racconta che tutto parte dal brano You’re on Your Own, Kid in cui Taylor dice: «Quindi, crea i braccialetti dell’amicizia, cogli l’attimo e assaporalo», da cui la tradizione degli swifties di realizzarli in casa e scambiarseli prima dell’inizio dei suoi concerti. È così che Isabella ha ricevuto il suo appena fuori dai cancelli, con scritto “You belong with me”, la canzone in cui Taylor cantava di tutte le sue insicurezze nel periodo del liceo. «Tieni, è per te». Fatta. Amici per duecento minuti.
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Il tour dei record
L’Eras Tour va avanti da più di un anno, Taylor ha fatto più di cento date in tutto il mondo e lo sanno tutti. In scaletta ci sono 46 canzoni divise per ere discografiche, impresa da tre ore e mezza, e tutte le sere i fan riprendono lo show per condividere sui social i due soli brani a sorpresa della tappa (sabato, per la prima volta ha fatto un mashup di The 1 e Wonderland: chi c’era, sa). Tutto lo spettacolo è stato proiettato al cinema. Eppure quando Taylor esce dal palco sulle note di Miss Americana non puoi non emozionarti. «Non riesco a credere di essere davvero all’Eras Tour», urla Isabellla.
Fan da tutto il mondo
Accanto a noi ci sono Marta, giovane padovana accompagnata dalla mamma Laura, e Alison, americana volata direttamente da Washington a Malpensa: costava meno che trovare un biglietto per una tappa negli States. Hanno fatto amicizia fuori dai varchi, impegnate a truccare insieme un ragazzo a tema reputation, l’era dark.
Marta ha un cuore di brillantini applicati sul volto, si è appena lasciata con il ragazzo e canta tutte le canzoni con tutte le parole. «Non sono mai stata così felice», dice con qualcosa di adolescenziale, una sorta di liberazione dalle complicazioni della vita mentre Taylor, come sempre durante 22 estratto da Red, percorre la passerella verso una bambina e le regala il cappello che indossa.
Cresciute insieme a Taylor
Arriva la chitarra, con quel brano che dura dieci minuti in cui Taylor chiude definitivamente una storia difficile, poi il sognante Enchanted da Speak Now con la sorpresa degli swifties, il colpo di tosse per il moscerino ingoiato per sbaglio, il tuffo in mezzo al palco. «Io e lei abbiamo la stessa età», racconta Ludovica, siciliana, che ammette di considerare Taylor una sua amica. «Quando facevo il liceo mi prendevano sempre in giro per il peso: anche lei nelle sue canzoni parla delle difficoltà nell’accettarsi, mi ha fatto sentire meno sola».
Il finale pirotecnico
Taylor sale su una nuvola per l’ultima era, sette brani da Midnights fino all’iper spettacolare Karma, con fuochi d’artificio e coriandoli colorati sparati in aria che il pubblico raccoglie come fossero reliquie. «Karma è una brezza tra i capelli nel weekend», canta la persona più famosa del mondo prima di un ultimo «via amo tutti». Fuori dallo stadio ci sono i genitori che attendono le figlie e i fan rimasti senza biglietto venuti ad ascoltare e divertirsi lo stesso. A centinaia. Il carretto dei panini suona Shake it off per un’ultima volta e le swifties riprendono a cantare con il volto sconvolto. In fila per la lilla due ragazze spagnole si scambiano l’ultimo filo di perline. In Loreto, all’unico Burger King aperto di notte, tutte – tutte – le persone sedute a mangiare hanno il numero 13 disegnato sulle mani. Roba da swifties.
Lo spettacolo continua
Terminato il weekend l’hashtag delle date milanesi sarà ancora in trend su X e il feed sarà intasato dai video di quella «sei bellissima» intonata da 65 mila persone, la stampa italiana riprenderà il taylorsplaining per raccontarci di questa ragazza bionda capace di alzare il Pil delle nazioni che visita, influenzare le presidenziali americane e provocare una vera attività sismica. Altri fan infileranno ciondoli colorati nei fili di nylon e inizieranno ad accamparsi con le tende fuori da altri stadi in tutto il mondo. Il concerto è finito ma i braccialetti luminosi distribuiti a inizio show continuano ad accendersi intermittenti per tutta la notte e anche mentre si torna alla normalità, al computer per scrivere questo pezzo ancora storditi da tre ore e mezza di spettacolo. Rosa. Blu. Arancio.
L’antieroina
Ma prima che il braccialetto esaurisca le pile, di lasciare lo stadio e salutare l’amica Isabella ai tornelli della M5 c’è un’ultima era, un ultimo «vi amo tutti» e un ultimo momento di perfezione pop e confessione collettiva con il ritornello di Anti Hero. «It’s me, hi! I’m the problem, it’s me», canta Taylor Swift, ricordandoci che, spente le luci dello spettacolo più grande del momento, anche lei, come noi, come tutti, rimarrà con tutte le insicurezze e le aspirazioni dei trent’anni. —
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