Alba dolomitica sul Giau, l’assedio dei motociclisti e la rabbia del sindaco: «Fermiamoli con gli autovelox»
Notte d’inferno per i residenti di Val di Zoldo. Tra il 13 e il 14 luglio, in occasione della decima edizione di “Alba sul Giau”, centinaia di motociclisti partecipanti all’evento hanno attraversato a tutta velocità le vie del paese nelle prime ore della mattina, seminando panico e rabbia tra i cittadini.
Una goccia che ha fatto traboccare il vaso: «La singola manifestazione non è il problema», afferma Camillo De Pellegrin, sindaco di Val di Zoldo, «Il mio è un discorso generale: siamo sempre sotto scacco, con le moto che corrono troppo veloci durante tutto l’anno in paese, è un problema cronico».
L’appello del sindaco
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Il sindaco De Pellegrin chiede alla politica di intervenite tempestivamente, producendo in tempi brevi nuove norme che permettano agli amministratori di mettere in sicurezza le strade con l’aiuto di autovelox elettronici.
«Siamo impossibilitati a garantire la sicurezza, la gente è disperata», dice De Pellegrin. «Qualche mese fa una sentenza ha annullato una sanzione fatta da uno di questi strumenti e quindi ha determinato l’impossibilità di poterli utilizzare, perché il tema relativo alla loro omologazione è ancora in discussione. Ad oggi non c’è una risposta giuridica al fenomeno, siamo sprovvisti di strumenti per garantire la sicurezza. Chi li utilizza, poi, si espone ai ricorsi al Tar, ossia a chiare sconfitte e anche al danno erariale».
Dopo aver evidenziato un problema comune a molti amministratori, De Pellegin attacca duramente la politica: «La politica nazionale dovrebbe fare più fatti e meno chiacchiere», continua il sindaco, «il ministro Salvini dovrebbe preoccuparsi non solo di fare decreti che vanno a stabilire dove e come mettere gli autovelox, ma dovrebbe risolvere prima di tutto il problema dell’omologazione degli strumenti elettronici, fare una norma che metta i Comuni nelle condizioni di poterli utilizzare e mettere un freno alla guida spericolata di motociclisti e non solo».
Sindaci disarmati contro l’alta velocità
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Sono quindi poche, oggi, le modalità di intervento per limitare l’alta velocità in strada: «Le attività di prevenzione stradale le metti a terra facendo sapere a chi viene in moto o in macchina che c’è un autovelox», prosegue De Pellegrin. «Chi ci accusa di voler mettere autovelox per fare cassa è ridicolo, semplicemente non abbiamo i mezzi per combattere questo problema».
Il sindaco si dice poi disposto a devolvere buona parte dei soldi raccolti dalle sanzioni al Fondo vittime della strada: «Per quanto mi riguarda», conclude De Pellegrin, «sono disposto a devolvere tutti i soldi raccolti dall’autovelox al Fondo vittime della strada. Chiaramente al netto delle spese che sostengo per le multe, ovvero il pagamento dei vigili, la benzina, l’acquisto dell’autovelox. Così, forse, qualcuno la smetterà di dire che vogliamo fare cassa».
Il presidente della Provincia
Sull’argomento è intervenuto anche Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno: «Io spero che la legge che regola l’utilizzo di questi strumenti possa essere modificata per renderli dei deterrenti», dice il presidente Padrin, «Stiamo parlando di prevenzione: i motociclisti, a volte, prendono le strade come piste per moto da gara, un problema serio che non riguarda solo Val di Zoldo, ma anche la strada che porta alla diga del Vajont. Sono a favore dei motociclisti, ma a volte passano a velocità folli, non a caso il Vajont è stato luogo di incidenti mortali. Oggi il presidio delle strade diventa difficile, soprattutto con le pattuglie che sono limitatissime. Non è facile da gestire, quindi questi strumenti servono davvero».—
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