Jasmine Paolini non si pone limiti: “Nella mia testa ci sono le Olimpiadi. Non vedo l’ora di mettermi nuovamente in gioco”
“Sognare è la cosa più importante della vita. Bisogna credere di più in se stessi. E di non porsi limiti. Mai”. Dice Jasmine Paolini con il sorriso che la contraddistingue. E se non fosse stata in grado di sognare la 28enne di Castelnuovo di Garfagnana non sarebbe stata capace di raggiungere due finali slam consecutive, compresa quella nel tempio del tennis, a Wimbledon.
Si riparte da un finale persa, contro la ceca Barbora Krejčíková, ma con la consapevolezza delle tappe che sono servite per arrivarci, per issarsi al numero 5 della classifica WTA. Intervistata da Vogue Italia Jasmine Paolini racconta questa prima metà di stagione, che è anche il coronamento di una carriera, di una vita, spese in nome del tennis.
Si parte dalla fine, dalla finale dei Championships: “Avrò tanti ricordi, il primo che mi viene in mente è che purtroppo l’ho persa. Però se mi fermo a riflettere mi porterò sempre dentro l’emozione di giocare nel campo centrale, con un pubblico così tanto caloroso”. Sconfitta sul campo certo, ma campionessa nel cuore della gente. “Sì, ed è stato davvero pazzesco giocare una partita del genere, una finale così importante, con tutti gli spalti pieni. La sfida è stata dura, ho perso, ma devo cercare di vedere la cosa positiva. Arrivare a giocare un match così importante è stato qualcosa di positivo, indubbiamente”.
Con che spirito si arriva alle Olimpiadi dopo sette mesi del genere? “Wimbledon è stato sicuramente un torneo positivo, c’è un po’ di rammarico per questa finale persa, però devo cercare di essere contenta per queste due ultime settimane che sono state bellissime. Ora mi rilasso un paio di giorni e poi cercherò subito di riadattarmi di nuovo alla terra per arrivare al meglio alle Olimpiadi”. Che restano un obbiettivo conclamato per Jasmine. “Ci sono una volta ogni quattro anni, quindi metterò il massimo impegno per per cercare di far bene, anche se non sarà facile. E poi ogni torneo è diverso dall’altro. L’importante è avere sempre alta la voglia di lottare su ogni punto, cercando sempre di tirare fuori il meglio”
Le Olimpiadi si giocheranno nello stesso campo che ha fatto da teatro per la finale del Roland Garros, sensazioni? “A Parigi furono due settimane molto positive. Ora però sono focalizzata totalmente sul presente, perché è così che mi concentro, preparando sempre al meglio il prossimo torneo. Ora nella mia testa ci sono le Olimpiadi: è quello il mio obiettivo. E non vedo l’ora di mettermi nuovamente in gioco”
Dopo la finale a Wimbledon Paolini è salita al numero 5 della classifica mondiale: “Una grande soddisfazione – dice – anche se non la vivo come una rivincita personale. Non provo questo tipo di sentimenti e sensazioni“. “Jasmine, sei troppo bassa per arrivare ad alti livelli”. Quante volte si è sentita dire queste parole? “In realtà non mi è capitato tante volte che me l’abbiano detto. Le persone a me vicine non mi hanno mai posto questo limite. Sicuramente se fossi stata alta qualche centimetro più forse mi avrebbe aiutato. Ma chi lo sa? Sinceramente in questo momento non mi pongo il problema, no? Penso a giocare con le armi che ho a disposizione”
E Jasmine lo ha fatto, ha lavorato con quello che aveva: agilità e tecnica, potenza e precisione. “Sì, per arrivare a questi risultati c’è dietro un lavoro continuo sia tecnico che fisico. La cosa più importante è dare continuità al programma con il preparatore atletico, anche durante i tornei. Cerco di portarmelo dietro il più possibile perché penso sia un lavoro che va fatto tutti i giorni. E ovviamente è fondamentale anche la parte tecnica: oltre al mio allenatore (Renzo Furlan, ndr) mi dà una mano anche Danilo Pizzorno che è un video analista. Tutti insieme, come una squadra, cerchiamo quindi ogni giorno di aggiungere un mattoncino alla volta, con l’obiettivo di migliorare tutti gli aspetti.”
Prima di ogni cosa, però, c’è la testa. Come ci si alleni mentalmente? Quanto bisogna curare qusto aspetto? “In passato ho lavorato con degli psicologi e quello mentale è un aspetto che sicuramente voglio riprendere al più presto perché penso che sia molto importante. Soprattutto sono convinta che il fatto di conoscersi meglio secondo me aiuta molto a migliorare la performance campo”
Paolini è già un simbolo, un esempio per tutte quelle ragazze che devono lottare per emergere. “Sicuramente il messaggio che vorrei lanciare è quello di divertirsi e che è la cosa più importante. Ti deve piacere e divertire quello che fai. Deve essere proprio una passione. Ma avrei anche un altro messaggio…”. “Non bisogna mai aver paura di sognare” .
“Credo che il tennis sia uno sport in cui devi trovare rapidamente soluzioni ai problemi che ti si presentano – prosegue Jasmine. Sia quelli che ti pone l’avversario, sia quelli che vivi il giorno specifico del match, che si legano a come ti senti. Alla fine la spunta chi è più bravo a risolvere queste criticità, senza dimenticare che anche la fortuna, chiaramente, conta tantissimo. Alla fine sono però solo partite di tennis. I veri problemi possono essere fuori dal campo. Però la cosa bella è che ogni punto è un modo per mettersi in gioco“
Si dice che il tennis comporti prima di tutto una sfida con se stessi prima ancora che con gli avversari di turno. “Prima di entrare in campo, soprattutto se sono più tesa o nervosa, cerco di parlare con il mio allenatore per cercare di entrare in campo più serena e tranquilla. Esternare prima di una gara le mie sensazioni, le mie preoccupazioni, riduce il mio nervosismo e la tensione che si è accumulata prima del match. Non credo ci sia stato per me un vero e proprio “click”. Penso invece che ciò che sto raccogliendo sia frutto del lavoro quotidiano e sicuramente anche delle tante partite vinte. Sicuramente questo aspetto mi ha aiutato ad avere più fiducia in me stessa”
Com’è nato l’ amore per il tennis? “Ho iniziato a giocare a tennis quando avevo cinque anni, grazie a mio padre e mio zio che giocavano a tennis a livello amatoriale. Mi passarono questa racchetta in mano e mi dissero di provare. Ricordo ancora la mia prima lezione: mi piacque subito e da quel primo momento non ho mai smesso”
Che rapporto ha Paolini con l’errore e la sconfitta? “Credo che si sbaglia sempre, a tutti i livelli, e in tutte le fasi della vita. Sono dell’opinione che bisogna accettare i propri sbagli cercando possibilmente di non ripeterli. Però siamo umani, quindi gli errori ci sono, ci saranno. Non ci resta che impegnarsi al massimo per cercare di farne il meno possibile”
In chiusura c’è il capitolo Olimpiadi. Che per lei significano molto. “Ricordo ancora quando da piccola mio padre mi faceva vedere l’atletica in tv: questo è la prima immagine che mi viene in mente se penso alle Olimpiadi. Quando nel 2021 sono stata alla cerimonia d’apertura di Tokyo 2020, è stato un momento molto emozionante, un sogno diventa realtà: l’atleta in tv ero io”