Gorizia, medico a processo per violenza sessuale
GORIZIA Un medico sloveno è stato chiamato a giudizio, davanti al Tribunale di Gorizia, per l’ipotesi di violenza sessuale aggravata nei confronti di una giovane, residente nel capoluogo isontino. Il fatto risale al settembre del 2022, avvenuto in un Centro salute a Nova Gorica, presso il quale la ragazza aveva intrapreso un ciclo di sedute terapeutiche.
Lei confidava che i suoi gravi problemi alla schiena, per i quali si era rivolta a numerosi professionisti, questa volta si sarebbero risolti. Ne aveva sentito parlare decisamente bene del Centro Mo-Gy, che adotta una tecnica di trattamento speciale, senza farmaci né interventi chirurgici.
Lo staff di medici specialisti ha conseguito e consegue tuttora importanti e riconosciuti risultati, riconsegnando salute e benessere ai pazienti. Dopo tanto penare, la giovane aveva riposto la speranza di poter dare una svolta all’annosa condizione che, a soli 27 anni, ne comprometteva la qualità della vita.
Sicuramente la medicina manuale, che oltreconfine è riconosciuta come una branca della medicina ufficiale, rappresenta una frontiera innovativa e affidabile in termini di successi conseguiti, ma l’esperienza vissuta dalla ragazza ha avrebbe avuto un risvolto diverso. La vicenda infatti a giorni approderà davanti al Collegio giudicante isontino.
Il medico specializzato in questa branca sanitaria, nonché in neurologia, come richiesto ai fini dell’esercizio della particolare tecnica, è stato rinviato a giudizio lo scorso 9 luglio. Nell’ambito dell’udienza preliminare il Gip ha anche ammesso la costituzione di parte civile della presunta vittima, fissando al prossimo 17 ottobre l’avvio del procedimento. A rappresentare la difesa del professionista è l’avvocato Samo Sanzin, la giovane è sostenuta dall’avvocato Sascha Kristancic.
La Procura, in particolare, nel contestare il reato di violenza sessuale fa riferimento al rapporto fiduciario medico-paziente e ad una condotta secondo la quale «con violenza e/o minaccia e/o abuso, ha costretto la giovane a subire atti sessuali». Nel suo studio il medico, sempre secondo la Procura, «dopo averla fatta sdraiare sul lettino, in posizione prona, la giovane (comunque vestita, ndr) con il palmo della mano le ha toccato il gluteo, nonostante il dissenso della paziente che per disagio e imbarazzo non ha opposto resistenza».
La pubblica accusa contesta inoltre le aggravanti in ordine all’«abuso di autorità o di relazioni domestiche, ovvero con abuso di relazioni d’ufficio, di prestazione d’opera, di coabitazione o di ospitalità». In altri termini, un contesto specifico e che chiama in causa ruolo e responsabilità precipue di un medico. La ragazza avrebbe effettuato alcune sedute mediche, nell’ambito delle quali avrebbe ricevuto apprezzamenti, fino a ricevere messaggi Fb e sul cellulare, senza rispondere. C’è voluto del tempo per formalizzare la denuncia, forse per elaborare l’accaduto, per timore ma anche per senso di colpa.