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Июль
2024

Malore mentre fa kitesurf in Grecia, professore in pensione muore annegato

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SAN PIETRO AL NATISONE. Si trovava in mare a bordo di un wing foil, evoluzione del kitesurf, quando ha accusato un malore ed è caduto in acqua.

Ha quindi cercato di guadagnare la riva, ma non ce l’ha fatta Mario Quarina, professore in pensione di 68 anni, originario di Vernasso, comune di San Pietro al Natisone: ha perso la vita venerdì 12 luglio in Grecia, sull’isola di Lefkada.

Pare, stando a una prima ricostruzione, non per via del malessere accusato mentre si trovava in mare, ma per l’incidente che ne è seguito.

Una volta caduto – ha raccontato chi si trovava in quel momento sulla battigia –, Quarina ha iniziato ad agitarsi, nel tentativo di riportarsi a riva: pare non avercela fatta a causa della corda che lo legava al wing foil, nella quale, dibattendosi, si sarebbe attorcigliato finendo sott’acqua, morendo per annegamento.

Quando i soccorsi lo hanno raggiunto e riportato a riva esanime hanno tentato l’impossibile: massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca, defibrillatore. Niente da fare. A nulla è valso il successivo trasferimento all’ospedale dell’isola.

A ricostruire l’accaduto è l’amico di sempre, il compaesano Giovanni Becia, stessa età e stesse scuole, dalla materna all’Isef a Urbino, insomma, una vita vissuta in parallelo.

«Erano le 14 di venerdì scorso quando ricevo un messaggio sul cellulare da Fabio Bernes, uno degli amici che era in Grecia con Quarina. Leggo: “È morto Mario”. Gli chiedo: “Mario chi?”. Qualche minuto dopo mi chiama, dandomi una notizia di cui non riesco ancora a darmi pace – ricorda Becia – e mi chiede di avvisare la sorella Loretta di cui non ha il numero».

In quella telefonata, l’amico, che si trova ancora in Grecia insieme a Svetlana, la compagna di Quarina, e ad altre due persone, racconta a Becia l’accaduto.

«Mi ha detto che venerdì mattina Mario non si sentiva bene e raggiunta la spiaggia aveva deciso di non uscire subito in mare. Fabio gli aveva detto di aspettarlo, ma quando era rientrato da una prima uscita non l’aveva trovato. Girandosi – riferisce Becia – aveva visto il wing foil abbandonato sulla battigia a qualche centinaio di metri e un capannello di una ventina di persone. Si era precipitato per vedere cosa fosse accaduto e aveva trovato l’amico a terra, già morto».

Su quello che pare configurarsi come un incidente in mare sta indagando l’autorità portuale di Lefkada, indagine nell’ambito della quale la magistratura di Patrasso ha ordinato l’autopsia sul corpo di Quarina.

L’esame autoptico e le successive procedure per il rimpatrio – la famiglia è in costante contatto con la Farnesina – richiederanno diverso tempo, forse settimane, prima che la salma del 68enne possa far ritorno a casa, a San Pietro al Natisone, dove Quarina lascia la sorella Loretta e il nipote oltre a un grande cordoglio in tutto il paese dove il professore in pensione era molto benvoluto.

«Era un uomo pieno di vita, un grande appassionato di sport, d’estate usciva in surf, d’inverno sugli sci e andava in bicicletta. Era instancabile» racconta ancora di lui l’amico Becia. Una passione, quella per l’attività sportiva, che lo aveva accompagnato anche al lavoro. Laureato all’Isef, Quarina era stato a lungo insegnante di educazione fisica all’Ipsia Paolino d’Aquileia a Cividale, dal quale era andato in pensione nel 2017.




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