Salva-casa, in regione ci sono almeno mille abusi da sanare
In Friuli Venezia Giulia le sanatorie previste dal decreto Salva-casa possono interessare almeno un migliaio di strutture, tra abitazioni e pertinenze (tettoie, verande e garage) realizzate prima dell’entrata in vigore del Piano rischi alluvione avvenuta nel 2022, quando in molti pensavano che per questa tipologia di intervento il titolo edilizio non fosse necessario.
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Questo è solo un esempio dei casi che secondo l’assessore regionale alle Infrastrutture, Cristina Amirante, saranno interessati dal decreto Salva-casa. Entro domenica 28 luglio il testo sarà approvato in Senato e l’assessore, con il suo staff tecnico e l’ufficio legale, studierà la legge per recepire, con un decreto alcune norme. «Avendo competenza diretta sull’urbanistica alcune norme entreranno in vigore direttamente altre, invece, dovranno essere recepite: lo faremo a settembre con un decreto» spiega Amirante soffermandosi sulla doppia conformità che, a cascata, sta determinando più di qualche problema con l’applicazione del Piano rischi alluvioni.
«Molte compravendite di abitazioni sono bloccate perché non risultano conformi agli strumenti urbanistici in vigore al momento della loro costruzione» spiega Amirante, secondo la quale la modifica sulla doppia conformità introdotta dal Salva-casa risolverà questa e diverse problematiche anche in regione.
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Le novità
Oltre al superamento della doppia conformità, il decreto Salva-casa entra nel merito dei tempi concessi per la demolizione degli edifici abusivi. Il deputato friulano, Graziano Pizzimenti (Lega), componente della commissione Ambiente e infrastrutture alla Camera, è il primo firmatario dell’emendamento che nel caso di edifici abusivi abitati da persone fragili con problemi sanitari e sociali certificati, consente di completare le demolizioni non in tre mesi come previsto inizialmente, bensì in 240 giorni.
«Anche se in Friuli Venezia Giulia gli abusi sono ridotti all’osso – spiega Pizzimenti – ho voluto tutelare le persone più deboli».
Detto questo Pizzimenti si sofferma sul cambio di destinazione d’uso e sui mini alloggi da 20 metri quadrati se abitati da un’unica persona e da 28 se invece a viverci saranno in due. «Abbiamo voluto sanare gli affitti abusivi, il recupero di mansarde e i sottotetti» continua il deputato leghista nel ricordare che anche l’altezza minima dei piani scesa da 2,270 a 2,50 metri, consentirà di ripopolare i centri storici e di recuperare locali abbandonati». Per quanto riguarda invece la norma sul Vajont, Pizzimenti chiarisce che interessa esclusivamente l’area veneta colpita dalla tragedia: «In Friuli Venezia Giulia le abitazioni ricostruite nelle zone a ridosso della diga sono già state sanate».
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Resta in ballo l’approvazione del Salva-Milano che, a livello nazionale, semplifica anche le norme sulle ristrutturazioni. «La prossima settimana – chiarisce Pizzimenti – andrà in aula il decreto Infrastrutture, il documento che potrebbe recepire anche il Salva Milano».
Il deputato friulano non ha dubbi sulla bontà del Salva-casa: «Come sostiene il ministro Salvini – afferma –, si tratta di una rivoluzione culturale liberale verso la semplificazione delle procedure. Parlare di edilizia e di immobili esistenti significa parlare di vita e problemi quotidiani, di emergenza abitativa e mercato immobiliare: significa limitare il consumo di suolo». Il deputato leghista, già assessore regionale alle Infrastrutture, conosce le difficoltà presenti negli uffici comunali, dove l’eccessiva burocrazia sta arenando molte pratiche. «Non è un condono per sanare gravi difformità, bensì un’opera di semplificazione e sburocratizzazione» insiste Pizzimenti, convinto che il Salva-casa creerà ricchezza in tutto il Paese».
I costruttori
Lo auspicano pure i costruttori alle prese con il calo di cantieri edili conseguente alle modifiche apportate al superbonus fino a farlo sparire. «Considerato che il bonus ristrutturazione al 50 per cento resterà in vigore fino alla fine dell’anno, auspichiamo che le facilitazioni previste dal decreto Salva-casa, inducano più di qualcuno ad attuare gli interventi per adeguare gli edifici» precisa il presidente dell’Ance regionale, Marco Bertuzzo, auspicando di vedere rianimare il mercato prima che la percentuale del recupero fiscale scenda dal 50 al 36 per cento.
«La nostra linea è sempre la stessa – conclude Bertuzzo – i bonus vanno ripristinati soprattutto per andare verso l’attuazione della direttiva green. Senza i bonus – ribadisce Bertuzzo – è impossibile pensare alla necessaria transizione verde».