“Isolata e ridimensionata nei miei compiti al Tg1, il direttore Montanari voleva sistemare una persona a lui vicina”: Daria Mondini e le accuse di stalking e atti persecutori
Pressioni, minacce, comportamenti vessatori e persino una “campagna diffamatoria” nei suoi confronti. La vicenda che ha per protagonista Dania Mondini, giornalista e conduttrice dell’edizione del mattino del Tg1, assume dei contorni sempre più chiari e, al tempo stesso, sempre più inquietanti. Lo si evince da alcuni dei passaggi dell’interrogatorio che la giornalista ha rilasciato alla Procura di Roma, che indaga dopo la sua denuncia in cui sostiene di essere vittima da anni di stalking e atti persecutori, in particolare da parte di un collega con il quale fu costretta a condividere la stanza: affetto da flatulenza e poco attento all’igiene personale, l’uomo sarebbe stato anche aggressivo sotto il profilo verbale. Ma non è tutto perché, da quanto emerge dagli interrogatori, la giornalista ha rivelato di essere stata isolata da quando entrò in carica come direttore Andrea Montanari, nel 2017, e di essere stata aggredita verbalmente per un lapsus su Salvini.
LE ACCUSE DELLA MONDINI CONTRO MONTANARI
“Quando nel 2017 è stato nominato Andrea Montanari direttore del Tg1, mi hanno assegnato meno servizi e c’è stato un cambiamento di atteggiamento nei miei confronti”. Non ha usato troppi giri di parole Dania Mondini raccontando agli inquirenti come e perché iniziò ad essere sempre più isolata e “ridimensionata” nei suoi compiti da quando al vertice del telegiornale dell’ammiraglia Rai arrivò Montanari. “Da subito mi sono accorta che mi assegnavano meno servizi e constatavo un cambiamento di atteggiamento nei miei specifici confronti da parte di alcuni dirigenti. In particolare, mi si sottraeva la possibilità di scrivere i testi da leggere in onda”, scrive il Corriere della Sera riportando le parole della giornalista. Ma perché accadde? Per “sistemare una persona a lui vicina”, rivela. “Incontrai allora Adriana Pannettieri, capo servizio al mattino. Mi rivelò che, a suo parere, Montanari voleva una conduzione mattutina per sistemare una persona a lui vicina. La stessa voce mi fu riportata dalla Turco (…) Fu in quel momento che intervenne l’ordine di trasferimento nei confronti di tutta la redazione del Tg1 mattina”.
IL TRASFERIMENTO NELLA STANZA COL COLLEGA PETOMANE
Ma di quale trasferimento parla? Quello nella stanza dove nessuno voleva andare, occupata da un “collega problematico” a causa delle scarse condizioni igieniche, dei problemi di flatulenze e non solo. “Nessuno accettò di lavorarci. A me hanno ricordato che avevo l’obbligo, altrimenti non avrei ricevuto incarichi. Così è stato. Ho passato intere giornate senza fare nulla, salvo le conduzioni dove mi trovavo sempre più isolata”, ricorda la Mondini. Che poi fa nomi e cognomi dei colleghi che presero posizione contro di lei e che, ad oggi, risultato imputati: “Piero Damosso indusse una riunione per convincere a lavorare in quella stanza. In quella circostanza Betello mi criticò dicendo che se non avessi ottemperato alla disposizione del Montanari ne avrei pagato le conseguenze. Tale minaccia era rivolta a me (…) In quell’occasione sono emersi altri problemi legati a comportamenti inappropriati sotto ogni aspetto (sospetto dossieraggio nei confronti dei giornalisti della Rai, intercettazione con un avvocato legato alla criminalità organizzata, e anche questioni legati ai suoi atteggiamenti equivoci con le colleghe)”. Oltre all’ex direttore Montanari, al caporedattore Damosso e al suo vice Marco Betello, risultano imputati anche un altro ex direttore del Tg1, Giuseppe Carboni, il vice Filippo Gaudenzi e la giornalista Costanza Crescimbeni. “Non c’è soltanto la vicenda dell’obbligo che sarebbe stato imposto alla Mondini di stare nella stanza con un collega sgradito a dare sostanza alla richiesta di rinvio a giudizio. Nel capo d’imputazione, come detto, si fa riferimento a pressioni psicologiche e comportamenti vessatori”, precisa il Corriere.
L’AGGRESSIONE VERBALE DOPO IL LAPSUS SU SALVINI
C’è poi un altro episodio finito agli atti e ad innescarlo è stato un lapsus della Mondini durante una conduzione in diretta, il 4 giugno del 2018. Ed è Filippo Gaudenzi a raccontarlo nell’interrogatorio reso al gup, durante l’udienza preliminare: “Capita di sbagliare, ma l’errore assume un carattere di gravità per via del momento storico. Salvini, in quel momento, era un uomo forte del Paese. Mondini lo definisce viceministro, invece che vicepremier e ministro degli Interni. Ma quella è una classificazione inferiore, fatta poi nei confronti di un politico, come Salvini, attento ai mezzi d’informazione ed in particolare a quello che succede all’interno della Rai”. Gaudenzi ricorda di aver richiamato la Mondini davanti a tutti “dicendo di stare più attenta. Vede giudice, altri giornalisti in presenza di errori sono stati sollevati dell’incarico”. Una versione molto diversa da quella fornita però da Sabrina Turco, vicedirettore del Tg1, sempre durante un interrogatorio: “Gaudenzi ha aggredito verbalmente la Mondini dandole in sostanza dell’incapace davanti a tutti, assumendo nei suoi confronti atteggiamenti minacciosi e intimidatori”. La giornalista, come riporta ancora il Corriere, non ha specifica in quale circostanza Gaudenzi abbia avuto quest’atteggiamento con la Mondini. La Turco però supporta la collega e aggiunge: “Nei confronti della Mondini è stata fatta una campagna diffamatoria. Che ha coinvolto anche me. Perché? Per affidare la conduzione a una persona vicina a Montanari”.
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