Arriva in consiglio comunale (giovedì 25 luglio) la controversa storia degli orti di San Grato, l’opera di riqualificazione urbana da 1,2 milioni arenatasi da mesi a causa della presenza di amianto nei terreni. Cantiere fermo con le quattro frecce e residenti smarriti. Il rischio concreto è non riuscire a completare l’opera in tempo e perdere i finanziamenti. Tra l’altro il Comune ha già versato il 30% di anticipo alla ditta che si sta occupando dei lavori. A promettere battaglia è il centro destra con una mozione a prima firma Elisabetta Piccoli, l’ex vicesindaca che per quella riqualificazione, dopo decenni di incuria e abbandono, riuscì nel 2021 ad ottenere i fondi.
«È assurdo quello che sta accadendo - attacca Piccoli - perché nel progetto originale erano previsti campionamenti del sottosuolo proprio per la verifica della presenza di amianto ed erano altresì previste somme per la bonifica. Ora il cantiere è fermo da mesi mentre sono stati abbattuti i manufatti esistenti senza rimuoverli, e attualmente sono abbandonati nell’area senza una particolare cura nella recinzione e che gli stessi contengono anche amianto». Tutti sapevano a cosa si andava incontro, toccando quegli orti, che infatti erano stati completamente ignorati dalle passate amministrazioni comunali. Tutti sapevano che in quei giardini, trasformati in una discarica a cielo aperto. E tutti sapevano della presenza di baracche in amianto. Quello che non si sapeva bene con certezza, però, è dell’amianto interrato. Non si tratta di quantità elevate, ma di alcune lastre spezzettate in alcuni giardini.
«La cosa più grave di tutte è che non si lasciano le persone così, senza spiegargli che fine farà il cantiere - incalza Piccoli -. Chiediamo al sindaco e alla giunta di organizzare prima di settembre una riunione con gli abitanti del quartiere per renderli partecipi in modo ufficiale delle difficoltà incontrate e prospettare loro un cronoprogramma dei lavori. A questo progetto va data la massima priorità convocando quanto prima una commissione consiliare congiunta per aggiornare i consiglieri sulle problematiche, sulle tempistiche di ripresa e fine lavori e le modalità con le quali si intende muoversi anche per la futura assegnazione dei lotti». «Quello che gli attuali amministratori non hanno ben chiaro - conclude l’ex vicesindaca- è che la riqualificazione degli orti urbani non è solo una questione di lavori pubblici, ma un’opera dal forte valore sociale».
Nonostante le difficoltà - e il rischio concreto che i tempi stretti per le opere finanziate con il Pnrr non possano essere rispettati (fine 2026), l’amministrazione comunale non si arrende. «Stiamo studiando una soluzione con Città metropolitana - spiega l’assessore ai Lavori pubblici Francesco Comotto -, ma non ci sono impianti di smaltimento in Italia che lavorino terra e amianto insieme. Perché purtroppo, essendo spezzato, non è possibile fare una divisione. Probabilmente dovremo mandarlo in Germania. I costi, però, saranno molto elevati». «Stiamo cercando di parlare con il Ministero - conclude Comotto - e capire se possiamo utilizzare il ribasso d’asta per la bonifica. Io sono ancora fiducioso».
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