Andrea, cento al Martinetti e ama la ginnastica ritmica
CALUSO. Dall'età di 7 anni nutre la passione per la ginnastica, soprattutto quella ritmica, Andrea Bono, 19 anni, di Cigliano, è comunque riuscita anche a ottenere ottimi voti a scuola e lo dimostra il 100 meritatamente conquistato alla maturità scientifica conseguita poche settimane fa al Martinetti di Caluso. Una gran bella soddisfazione ottenere il 100 finale alla maturità e dedicarsi alla ginnastica ritmica.
Come ha conciliato i due impegni?
«La ginnastica ritmica è il mio più grande hobby, prima come ginnasta e poi, da due anni a questa parte anche come allenatrice. Il mio obiettivo prioritario però era riuscire a ottenere il massimo a scuola e così, a partire dal primo anno, ho sempre cercato di dare il meglio che potevo in ogni materia, in particolar modo in matematica, la mia preferita».
Tornando alla ritmica: quali sono stati i suoi esordi?
«Ho fatto molti sport, tra i quali nuoto, nuoto sincronizzato, pallavolo ed equitazione, ma alla fine ho virato alla ritmica all'età di 7 anni perché è uno sport in cui si uniscono danza, precisione nell'esercizio, aspetto fondamentale, e musica. Dai 7 ai 17 anni ho vinto molti titoli regionali, oltre a partecipare a due eventi nazionali, nel 2019 e nel 2020».
Perché la scelta di allenare?
«Ho iniziato a gareggiare con la Concordia di Chivasso, poi sono passata a La Marmora di Biella e alla Vittoria di Torino, mentre da due anni ho intrapreso il percorso da allenatrice a causa di alcuni problemi fisici che non mi hanno più permesso di potermi allenare e scendere in pedana come volevo, svolgendo l'attività prima a Cavaglià e poi a Brandizzo, allenando atlete dai 4 ai 15 anni».
Altri hobby?
«Mi piace ascoltare musica al pianoforte, oltre a quella vintage e soprattutto in inglese».
Il futuro?
«Università, ancora da decidere se Padova o Pisa, poi vedrò se iscrivermi in una scuola di ginnastica ritmica come insegnante, così continuerò studio e sport».
Da piccola cosa sognava?
«Grazie a mio padre il mio sogno era quello un giorno di poter lavorare in banca, ora però non saprei».