Zan e Donazzan eletti vicepresidenti di commissione al Parlamento Ue
Il Rosso e il Nero. Per molti versi agli antipodi, due esponenti della politica veneta compiono i primi passi del cursus honorum al Parlamento europeo. Alessandro Zan, paladino della comunità Lgbt e artefice di un disegno di legge che inasprisce le pene contro i crimini dettati da omotransfobia, è stato eletto vice presidente della Commissione libertà civili, giustizia, affari interni.
«Mi sento onorato», le sue parole affidate a X, «Assicurare uguali diritti, libertà, dignità, sicurezza a ogni persona all’interno dell’Ue è una delle grandi sfide per costruire un’Europa davvero democratica e sociale. Con coraggio e determinazione».
Vicinissimo ad Elly Schlein (che l’ha voluto alla segreteria nazionale del partito), promotore del primo registro anagrafico italiano delle coppie di fatto esteso ai partner omosessuali, il dem padovano ha alle spalle tre legislature alla Camera: candidato a Bruxelles in due circoscrizioni, ha raccolto in totale quasi 189 mila preferenze.
In evidenza anche Elena Donazzan, eurodeputata di Fratelli d’Italia: veterana in Regione (a partire dal 2000 è stata consigliere e quindi assessore all’istruzione, formazione e lavoro), la bassanese è stata chiamata alla vicepresidenza della Commissione industria, ricerca, energia in rappresentanza del gruppo conservatore. Missina in gioventù, tradizionalistia e allergica alle abiure (“L’antifascismo è un concetto ideologico antistorico”), nemica giurata dei matrimoni misti “catto-islamici”, donna Elena ha fama di amministratrice tenace e affidabile: l’8 giugno l’elettorato della circoscrizione Nordest l’ha premiata con oltre 63 mila preferenze.
«La sua esperienza e il contributo che porterà nelle istituzioni europee offriranno nuove opportunità di collaborazione anche per la nostra politica industriale. Buon lavoro», è il viatico di Adolfo Urso, il ministro meloniano delle Imprese e del Made in Italy.
«Sono certo che sarà all’altezza di questo ruolo chiave per promuovere le istanze delle imprese italiane e venete che da anni segue e sostiene», fa eco l’amico Tommaso Razzolini, consigliere a Palazzo Ferro-Fini.
È tutto? Quasi. Anche la vicentina Alessandra Moretti, al secondo mandato comunitario, assapora il suo momento di gloria: gli eletti del Pd (la componente più numerosa del gruppo socialista che governa l’Unione in coalizione con popolari e liberali) l’hanno acclamata vice capodelegazione.
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Lavorerà (“con entusiasmo a passione”) al fianco di Nicola Zingaretti. Isolati sul piano politico ed esclusi da ogni incarico, al momento almeno, i rappresentanti della Lega, inclusi – al pari dei populisti e dell’estrema destra – nel cordone sanitario che la maggioranza ha stretto intorno ai “Patrioti” ostili al commissario Ursula von der Leyen.