Il Piave erode le sue sponde: tra Maserada e Cimadolmo persi trenta ettari di colture
Decine di ettari di terreni erosi dalle acque del Piave. Non si arresta il fenomeno che interessa le Grave di Papadopoli, le cui rive, sia nel ramo di Maserada che in quello di Cimadolmo, vengono mangiate dall’impeto delle acque del Piave. Notevole è stata l’erosione verificatasi negli ultimi mesi, a causa delle ingenti precipitazioni iniziate con le piene di ottobre 2023 e proseguite fino a inizio luglio.
Francesco Facchin, presidente del comitato Parco Piave, esprime il suo sconcerto, appellandosi alle autorità preposte al controllo del Piave, compreso il Genio Civile, affinché vengano rinforzate le rive del Piave con massi di roccia. «La roccia dei monti è l’unico rimedio per rinforzare le rive», spiega Facchin, che nei mesi scorsi è stato costretto a rinforzare in proprio le rive del Piave, che erodono i suoi terreni.
«Sono stato costretto a comprarmi una ruspa per portare la roccia lungo le rive, dove confinano i miei terreni. Ma una tonnellata di roccia mi costa 30 euro e finora ho dovuto spendere decine di migliaia di euro per fare questi lavori, che tuttavia sarebbero di competenza del Genio Civile. L’ultima opera idraulica che ha realizzato il Genio dalle mie parti, risale a una ventina d’anni fa. Ma allora avevano piantato solo pali di legno a rinforzo delle rive, che con le successive piene sono stati sradicati e portati giù a valle dalla corrente. L’unico rimedio sarebbe collocarvi ammassi di roccia, realizzando speroni lungo le rive, che riescano a respingere la furia delle piene.
Finora le acque del Piave mi hanno eroso circa 7 ettari di terreni coltivati, di cui 4 nel ramo di Maserada e 3 nel ramo di Cimadolmo. Ma come me, ci sono altri proprietari danneggiati. Ha visto erodere i proprio terreni anche l’azienda agricola Belvedere, ha perso circa 6 ettari, come pure l’azienda di Cristiano Campion, mentre nel territorio di Ezio Da Rios a Stabiuzzo sono stati erosi altri 5/6 ettari. Il greto del Piave di Maserada è quello che si sta allargando di più a causa delle piene, raggiungendo in alcuni punti la larghezza di circa un chilometro». Anche in località Madorbo, tra Stabiuzzo e Roncadelle sono state erose le rive per una lunghezza di circa 500 metri.
Dal canto suo, il Comune di Cimadolmo ha inviato al Genio Civile l’ennesima lettera, firmata dal sindaco Giovanni Ministeri: «È da tempo che ricevo reclami dai cittadini per il ripristino delle golene del Piave, a causa dei danni che subiscono per i terreni perduti. Il Genio ha manifestato interessamento per la pianificazione dei lavori, che potrebbero essere realizzati in base al loro budget disponibile. La problematica è grave e dannosa, perché il ramo di Cimadolmo dovrebbe ricevere un terzo delle acque. Cosa che non accade, ma ne riceve di più, in quanto il ramo di Maserada ha un dislivello superiore di circa due metri e questo comporta il deflusso verso il territorio di Cimadolmo e la conseguente continua erosione. Le Grave di Papadopoli sono Sito d’interesse comunitario e Zona a protezione speciale (Sic-Zps) e vanno tutelate».
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