Ivrea, Scs presenta le strategie per il futuro, tecnologia e porta a porta per la plastica
IVREA. Un’idea di futuro, un progetto di piano strategico per Scs, Società canavesana servizi, l’azienda che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti a Ivrea e in altri 56 Comuni dell’Eporediese.
Una sfida di modernità e investimenti per guardare al futuro con obiettivi sostenibili, ambientali, sociali. Una sfida per portare, entro il 2032, a cambiare in maniera significativa il sistema di raccolta dei rifiuti al quale i cittadini si sono abituati per raggiungere gli obiettivi fissati dalle normative e, in un orizzonte che guarda al 2041, a interrompere la crescita di costi per abitante ipotizzata nei modelli. Ingente l’investimento ipotizzato (14 milioni), grande il cambiamento per gli utenti che conferiranno i rifiuti indifferenziati e carta e cartone con accesso controllato. Nessun cambiamento per gli imballaggi in vetro né per la frazione dell’umido. Il porta a porta resterà, ma invece di esporre il sacco con l’indifferenziato (che sarà conferito, appunto, nelle campane ad accesso controllato) si metterà fuori casa il sacco con i rifiuti in plastica, con sacchetti appositi.
Una prima presentazione della proposta del piano strategico industriale è avvenuta, mercoledì, ai sindaci che rappresentano i Comuni, ovvero i soci di Scs. Il direttore generale di Scs, Andrea Grigolon, ci tiene molto a evidenziare il valore territoriale e sociale di Scs. Da questo punto di vista, è come se Scs non fosse un’azienda come le altre, che si limita a fornire un servizio e basta. Grigolon spiega come Scs abbia l’ambizione di essere un luogo di innovazione e cambiamento e lavori con il territorio.
«Il piano strategico - osserva Calogero Terranova, presidente di Scs - lo abbiamo realizzato internamente, ciascuno con le proprie competenze. E questo è un valore aggiunto, perché si conosce davvero ogni aspetto fin nei minimi dettagli». La filosofia che sta alla base parte da una serie di riflessioni che si sono concluse sinteticamente con: restare fermi o evolvere?
Le normative sul tema rifiuti sono complesse e articolate, ma gli obiettivi sono chiari: riduzione della produzione rifiuti, incremento della differenziata, miglioramento della qualità delle singole frazioni di rifiuto differenziato, responsabilizzazione del cittadino sul tema a 360 gradi.
Scs parte da una buona base. La percentuale di differenziata nel 2023 è del 70,97%. Gli obiettivi della normativa dicono che quella è la percentuale da raggiungere nel 2025, a fronte di una produzione di 126 kg ad abitante di indifferenziato. Al momento, in Scs, la produzione di rifiuto indifferenziato pro capite è di 147 kg. Per la cronaca, la percentuale di differenziata deve salire al 75% nel 2030 (e 100 kg di indifferenziato per abitante) e all’82% nel 2035 (con 90 kg per abitante). Ma il punto è: come crescere? Come migliorare?
«La tecnologia – aggiunge Terranova – ci consente di fare molti passi in avanti. Strumenti e apparecchiature all’avanguardia consentono di migliorare i processi e la qualità. E poi, va detto chiaro: c’è una volontà diffusa tra le persone di fare una buona differenziata». Per mesi, in Scs, hanno studiato le varie possibilità. «Abbiamo elaborato un modello – aggiunge Terranova – in cui non si fa nulla, si va avanti così come ora». Dal post pandemia, i costi sono in aumento crescente. In una ipotetica situazione di affrontare il futuro senza fare nulla, di qui al 2041 i costi sono in salita costante, fino a un più 40 euro per abitante. E in più si deve calcolare che, ogni anno, l’azienda investe 1 milione e mezzo e in un contesto senza spinta innovativa rischia di far fatica a sostenerli.
E facendo “qualcosa”? «Trasformando il servizio – dice Terranova– ci sarà un incremento, per qualche anno anche significativo, per poi scendere a un più 30 euro».
La sperimentazione a Banchette, con le campane ad accesso controllato, ha consentito di capire bene alcuni meccanismi, raccogliere dati e spunti. In estrema sintesi: l’accesso controllato alle campane responsabilizza. È un sistema che, nel futuro, potrà essere utilizzato dai Comuni per applicare la tariffa puntuale. Il porta a porta della plastica responsabilizza altrettanto: «Oggi il tema dell’impurità della plastica è uno di quelli a cui cerchiamo di prestare massima attenzione», osserva Grigolon. «I nostri obiettivi sono efficientare la qualità della raccolta, migliorare tutti insieme sul territorio e dare un’ampia prospettiva a quest’azienda e vogliamo farlo con i nostri soci e con tutto il territorio. C’è poi tutto il tema della sostenibilità, compresa la riduzione dell’impatto ambientale del servizio di raccolta». E il personale, che potrà qualificarsi nella gestione dei mezzi e riducendo la movimentazione manuale dei carichi.
Il cronoprogramma? Il piano sarà sottoposto all’assemblea dei sindaci in settembre. Nei tre anni successivi sarà progettato il nuovo sistema delle campane, Comune per Comune: «Il cambiamento, lo vogliamo portare avanti tuti insieme». —