Omicidio di Treviso, al setaccio 150 telecamere per scoprire il killer di Enza
Centocinquanta telecamere, ovvero tutte le telecamere presenti lungo il tragitto che Vincenza Saracino ha percorso gli attimi prima di morire e quello che può aver fatto il suo assassino nei giorni subito precedenti e successivi all’omicidio.
Delle immagini impresse sui tanti sistemi di videosorveglianza della zona si stanno occupando in questi giorni gli inquirenti che dal 3 luglio scorso stanno lavorando per arrivare all’identità della persona che ha inferto cinque coltellate tra mandibola e collo di cui una fatale alla giugulare della donna, che è rimasta a terra esanime a fianco del casolare abbandonato di via Maleviste a Canizzano.
Gli uomini del nucleo investigativo sono quindi fiduciosi e da qualche indiscrezione sembrerebbe che il killer abbia le ore contate.
I carabinieri di Treviso stano analizzando e mettendo a confronto tutte le riprese dei 150 dispositivi certi che l'assassino sia stato immortalato mentre si avvicinava a via Maleviste e poi se ne andava indisturbato.
I militari starebbero finendo in queste ore il lavoro di analisi dei frame e l'individuazione e la cattura del responsabile dell’efferato accoltellamento costato la vita alla 50enne sarebbe oramai imminente.
Nel frattempo sono ancora al lavoro i tecnici del Ris dei carabinieri di Parma che la settimana scorsa sono arrivati al comando di via Cornarotta e hanno effettuato i rilievi sulla bicicletta della donna, trovata a qualche metro di distanza dal suo cadavere.
Gli uomini del Ris hanno raccolto tutti gli elementi utili per rafforzare la pista che gli investigatori di Treviso stanno seguendo: impronte digitali, ma anche tracce biologiche sia sulla bicicletta, sia sugli indumenti che la donna indossava il giorno in cui è stata uccisa.
Si tratta, dunque, di accertamenti tecnico-scientifici eseguiti in collaborazione con gli uomini del nucleo investigativo del comando provinciale che vanno ad affiancarsi agli altri esami, quello del telefono cellulare di Vincenza, per esempio.
Lo smartphone della donna era stato trovato intatto nella borsetta vicino al corpo ed è stato immediatamente sequestrato e poi analizzato nella sua interezza.
All’interno del device, nelle chat, negli appuntamenti segnati nel calendario, nelle foto e nelle email: è lì che si nascondono gli elementi fondamentali per arrivare all’autore del brutale gesto che ha portato Enza alla morte.
Gli inquirenti hanno comunicato di aver quasi terminato l’analisi e con l’esito degli accertamenti del Ris, che arriverà tra qualche settimana, si potrà procedere con sicurezza verso una specifica direzione, che, ormai, sarebbe già chiara.
Si tratterebbe poi solo di riordinare i tasselli e far convogliare tutti gli elementi verso un unico sospettato. Una persona di fiducia che gravita in uno dei locali frequentati dalla donna. Gli inquirenti sono al lavoro per chiudere presto il cerchio intorno al responsabile.