“Gloria!” diventa anche concerto al Mittelfest, Vicario: «Sarà uno spettacolo energico»
CIVIDALE. «La cosa che mi sta appagando di più è che giovani donne, artiste, ma pure persone più anziane hanno capito il senso del film, la gioia e la liberazione che sprigiona. Riesce a comunicare anche a un pubblico straniero perché la musica, che è protagonista, è un linguaggio universale»: sulla scia del grande successo (un Nastro d’Argento e un Globo d’Oro) che sta avendo il suo primo film da regista, Margherita Vicario (l’artista romana già apprezzata come cantautrice e attrice) propone al pubblico “Gloria!” anche in concerto. Uno spettacolo con l’orchestra Corelli perfetto per chiudere i “Disordini” del Mittelfest, domenica 28 luglio alle 21.30 in piazza Duomo a Cividale (in caso di maltempo al Palamostre di Udine).
Vicario, cosa farà ascoltare al pubblico del Mittelfest?
«Un concerto molto energico, anche da seduti ci si scatena. Sono accompagnata da una batteria e dalle tastiere però con dietro tutto l’impianto sinfonico della Corelli. C’è il mio repertorio riarrangiato per orchestra, brani della colonna sonora del film e delle sorprese come un brano di Vivaldi».
Ha qualche ricordo delle sue precedenti esibizioni in Friuli?
«Ricordo Villa Manin di Passariano nel periodo del covid, un posto favoloso e essendo io una secchiona appassionata di storia, mi aveva molto emozionato il fatto che lì fosse stato firmato il Trattato di Campoformio».
E poi è tornata per il suo film, girando a Cervignano, Castello di Strassoldo, Gorizia, Udine, le montagne friulane con lo Jôf di Montasio…
«Nonostante sia ambientato alla fine del 1700 in un luogo ipotetico vicino a Venezia, ho girato tutte le riprese di “Gloria!” in Friuli anche grazie alla Film Commission del FVG che ha appoggiato il progetto e ha partecipato alla produzione. Mi sono innamorata di questi posti. La laguna veneziana odierna non sarebbe mai potuta andare bene: doveva essere molto più incontaminata, selvaggia e quindi più antica e Grado ha soddisfatto questo bisogno. In più ho girato in una villa veneziana a Crauglio e in una bellissima chiesa di Gorizia».
Ha coinvolto risorse del posto?
«Mi sono avvalsa delle forze locali, tutte le comparse, le musiciste barocche attinte da cori e orchestre friulane. Ho lavorato con un coach di violino che si chiama Domenico Mason, dell’Accademia d’Archi Arrigoni. Ho legato molto con il territorio».
“Gloria!” è considerato manifesto della solidarietà femminile. Che ne pensa?
«Mi rende felice, volevo raccontare un rapporto profondo tra queste ragazze e non è un tema così frequente nel cinema. Possiamo chiamarla anche amicizia, ma sorellanza è qualcosa in più: ha a che fare con il condividere lo stesso destino e provare a cambiarlo per tutte, senza lasciare nessuna indietro».
Dalle sue hit “Mandela”, “Giubbottino”, “Abauè (Morte di un Trap Boy)” all’ultimo ep “Showtime”: l’ironia è centrale nelle sue canzoni?
«Molto spesso è alla base delle mie canzoni perché è un modo di tradurre la realtà che cerca un po’ di alleggerire dei temi a volte anche tragici, arrivando in maniera profonda ma non pesante. Gioco molto con le parole e il loro significato».
Che autunno la aspetta?
«Molto impegnativo, dovrò accompagnare “Gloria!” in giro per il mondo, parteciperò a diversi festival e presentazioni all’estero. Ma ora godiamoci i concerti».