Italia Viva in rivolta contro la virata a sinistra di Renzi: “Non decide il vertice, serve un congresso”
La virata a sinistra di Matteo Renzi non piace alla base, che ricorda al leader che per cambiare la linea del partito serve un congresso. Di più, che ricorda a leader di essere stato lui per primo a indicare quella come la sede giusta per decidere la linea futura, salvo poi tirare il freno a mano e dire che della decisione di incaricherà l’Assemblea nazionale, dopo il famoso abbraccio con Elly Schlein alla partita del cuore. L’altolà all’ipotesi, blandamente mascherato dietro una questione di metodo, è arrivato con una lettera inviata ai vertici di Italia Viva da amministratori e dirigenti, che a questo punto chiedono che il congresso sia indetto entro il 2024.
La rivolta di Italia Viva contro la virata a sinistra di Renzi: “Serve il congresso”
“Chiediamo all’Assemblea Nazionale di Italia Viva di indire entro l’anno 2024 un congresso aperto e democratico per decidere la linea politica del partito e per dare la possibilità a tutti gli iscritti di esprimersi. Chiediamo inoltre di lasciare aperto il tesseramento fino al 30 novembre per dare la possibilità a tutti gli iscritti di rinnovare la tessera e ai simpatizzanti ed elettori di iscriversi per partecipare al congresso”, si legge nella lettera.
Renzi inchiodato da… Renzi
“Il congresso che si è tenuto a metà ottobre 2023 – ricordano amministratori e dirigenti di Iv – ha eletto Matteo Renzi a Presidente Nazionale su una piattaforma programmatica chiara che recitava così nell’introduzione: ‘Oggi siamo – dal centro – l’unica alternativa credibile al Governo sovranista e all’opposizione populista’. Nel più recente passato, subito dopo le elezioni europee, il Presidente Renzi si è espresso in questi termini: Enews del 13 giugno: ‘Un congresso libero, aperto, contendibile, dal basso’ e ancora il 4 luglio ‘Italia Viva dovrà scegliere se insistere su una strada di alternativa al bipolarismo, il Terzo polo, oppure stare in un accordo con il centrosinistra con una simil Margherita 2.0, che ovviamente dovrebbe chiamarsi in altro modo. Questa discussione, seria e molto bella, la faremo in modo pubblico, trasparente e democratico’. A tal proposito – pur senza nessuna sollecitazione in merito e nel pieno diritto del Presidente di esprimere ed assumere le posizioni che desidera – Matteo Renzi, presumibilmente al fine di lasciare la discussione più libera possibile, aveva pubblicamente garantito che non avrebbe espresso la sua opinione in merito per garantire la più ampia discussione interna tra le due posizioni”.
L’abbraccio fatale con Elly Schlein e l’annuncio che ne è seguito
“L’intervista del 19 luglio al Corriere della Sera ha invece rappresentato una discontinuità netta rispetto a quanto annunciato nelle settimane precedenti e alla piattaforma politica che lo ha eletto al recente congresso. Il Presidente di Italia Viva – si ricorda nella lettera – ha detto che sarà l’assemblea, e non il congresso a differenza di quanto annunciato, a decidere il cambio di linea politica dichiarando anche che sarà lui stesso a sottoporre la proposta di indirizzo politico per il futuro del partito, invece di porsi come garante del dibattito congressuale come da lui preventivato”. L’intervista è arrivata all’indomani della Partita del cuore e della foto dell’abbraccio con Schlein, che Renzi ha chiarito non avere un significato solo calcistico.
L’altolà della base: “Così viene meno un principio fondamentale di democrazia interna”
“Tutto questo, a prescindere da come la si pensi in merito alla nostra collocazione futura, riteniamo rappresenti sostanzialmente un venire meno a un principio fondamentale di democrazia interna di una comunità politica. Se il Presidente in carica ha ricevuto un mandato chiaro a sostegno della sua mozione congressuale e l’indirizzo politico previsto cambia radicalmente – ha avvertito la base – il partito nel suo insieme non può che ridare la parola a tutti gli iscritti che in questi anni hanno dedicato tempo, investito soldi, energie e chiesto voti su una proposta politica chiara. Gli iscritti devono poter discutere e decidere sul futuro del partito”.
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