Memorie di un museo: documenti e immagini della Grande guerra a palazzo Attems
GORIZIA. In occasione del centenario del Museo della Redenzione, istituito a Gorizia l’8 giugno 1924, è stata allestita una nuova mostra intitolata “Memorie di un Museo. 1924-2024. Il racconto della Grande Guerra” che ha aperto i battenti e resterà aperta fino al 20 ottobre 2024 a Palazzo Attems Petzenstein a Gorizia a cura di Erpac – Ente Regionale per il Patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia.
La mostra presenta, in una veste contemporanea e inedita, una preziosa raccolta di documenti fotografici, quadri, cimeli e altri ricordi che testimoniano un’epoca di lacerazioni fisiche e psicologiche. Un viaggio attraverso nove sezioni che illustra come il Museo dedicato alla memoria della Grande Guerra è stato concepito e allestito nel corso di un secolo. La narrazione degli artefici di queste diverse impostazioni museografiche guiderà i visitatori in un percorso di riflessione sull’importanza della pace come valore universale.
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L’evento rappresenta una celebrazione significativa anche in vista della riapertura, prevista per il 2025, del rinnovato Museo della Grande guerra, situato nel Castello di Gorizia, voluto da Raffaella Sgubin, direttore dei Musei Provinciali della città. Il nuovo allestimento, che coinciderà con “Go! 2025 Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura 2025”, è stato pensato come un “Museo per l’Europa”.
Alessandra Martina, conservatore del Museo della Grande guerra e curatrice della mostra, spiega: «Questa mostra parla di come la guerra è stata interpretata nei musei a seconda delle diverse stagioni storiche».
Il progetto di allestimento è nato grazie alla stretta collaborazione tra l’architetta Chiara Lamonarca e lo studio di design +fortuna dell’architetta Paola Fortuna. «Il museo isontino – sottolinea ancora Martina – è stato concepito per rammentare sia il costo umano del conflitto sia l’ambiente operativo specifico della trincea. Dunque, una sezione speciale sarà dedicata alla città di Gorizia, descrivendo la vita quotidiana di una città in prima linea, con i suoi abitanti costretti a rifugiarsi nelle cantine, soffrendo privazioni e paure per i bombardamenti incessanti».
«Questo racconto – continua Alessandra Martina – vuole fungere da stimolo per il presente ed il futuro, motivo per cui si è scelto di rileggere i documenti del passato partendo dai diversi allestimenti del Museo della Redenzione succedutisi nel tempo. La mostra utilizzerà documenti originali e una scenografia che riproduce le atmosfere e i linguaggi dell’epoca, documentando come la narrazione di qualunque evento sia sempre influenzata dal momento storico in cui si svolge”.
La mostra, allestita nell’ala sud del piano nobile di Palazzo Attems Petzenstein, ripercorre dunque i cent’anni di musealizzazione della Grande guerra a Gorizia attraverso documenti, oggetti storici, ingrandimenti fotografici e ricostruzioni multimediali. Il volto della città di Gorizia, profondamente segnato da trenta mesi di guerra, verrà riproposto con ingrandimenti fotografici.
La guerra sarà richiamata da due mitragliatrici, una italiana, una austriaca, puntate una contro l’altra.
I tentativi di realizzare un museo della guerra in quegli anni saranno descritti soprattutto con documentazione d’archivio.
Divisa in quattro periodi, l’esposizione permette ai visitatori di immergersi negli allestimenti museali susseguitisi dal 1924 al 2024.
L’esposizione evidenzia l’evoluzione museale e storica, partendo dai primi tentativi di realizzare un’esposizione di guerra da parte degli eserciti italiano e austriaco. In particolare, nel 1916 il generale Cattaneo promosse una mostra per raccontare gli sforzi del Regio Esercito, mentre nel 1918 l’esercito austroungarico immaginò di allestire una esposizione di guerra a Palazzo Attems Petzenstein, per un museo della guerra sul fronte dell’Isonzo.
L’esposizione offre un’immersione completa nella storia e nell’evoluzione della memoria della Grande Guerra, sottolineando l’importanza della pace come valore universale.