Sesso in estate, istruzioni per l'uso
Solo il nome fa, ancora oggi, paura: sifilide. Il «mal francese» che uccise, tra gli altri, Charles Baudelaire e Paul Gauguin, che ha attraversato i secoli agendo quasi indisturbata fino al 1928, quando venne scoperta la penicillina, non se ne è mai andato. Al contrario, è in grande crescita. I dati, resi pubblici pochi giorni fa all’ultima edizione di Icar - Italian conference on Aids and antiviral research, convegno di riferimento per tutta la comunità scientifica su Hiv, epatiti e infezioni sessualmente trasmissibili, parlano di un aumento della sifilide, in Italia, di più del 50 per cento dal 2019 a oggi.
La tendenza è però globale e riguarda altre malattie simili: la gonorrea negli stessi anni è salita addirittura del 100 per cento, e spesso sviluppa una forte e pericolosa resistenza agli antibiotici.
Con l’arrivo dell’estate, il problema si aggrava: flirt estivi più veloci del dritto di Sinner, più alcool in circolo, con relativa perdita delle inibizioni e minori precauzioni. E il danno è fatto: queste malattie possono trasmettersi con ogni tipo di rapporto sessuale, vaginale, anale od orale.
«L’unico metodo di prevenzione davvero efficace è il preservativo» afferma Barbara Suligoi, direttore del Centro operativo Aids dell’Istituto superiore di sanità. «È a buon mercato e reperibile dappertutto. Occorre raccomandare di tenerlo in tasca o in borsa e non bisogna vergognarsi di proporlo al partner, perché non è un gesto di sfiducia bensì di rispetto. E poi serve buon senso, quindi astenersi da rapporti non protetti con persone di cui non conosciamo lo stato di salute, evitare di cambiare di continuo partner e di usare sostanze da sballo che fanno perdere lucidità mentale».
Astenersi anche dal «chemsex», tendenza in grande ascesa che consiste nell’assumere droghe sintetiche e anfetamine per aumentare le prestazioni, soprattutto nel sesso tra uomini: pratica pericolosissima, importata dal Regno Unito, dove già da anni si tengono «chemsex party» durante i quali si rischia di tutto.
Non solo: oltre a queste regole base, occorre ricordare sempre che la pillola anticoncezionale protegge solo dal rischio di gravidanza, e non - come molti ancora credono - dalle infezioni. Ecco infatti le dolenti note: l’ignoranza. Com’è possibile che in un mondo iper-sessualizzato, dove i giovani appaiono sgamatissimi e riescono a trovare su TikTok e YouTube qualsiasi spiegazione, chiarimento, dritta su come, dove e quando fare sesso, si sia sviluppata questa enorme malinformazione sui rischi di infezioni e malattie?
Un po’, anzi molto, c’entrano lo stigma sociale e la vergogna, sentimenti che credevamo estinti: «I giovani, davanti a queste malattie sono ancora alla mercé del pudore» continua Suligoi. «Occorre un cambio di mentalità, anche nel mondo della scuola. Prendere un’infezione sessualmente trasmessa da giovani vuole dire aumentare le possibilità di contrarre Hiv e altre infezioni, in quanto le lesioni a livello genitale favoriscono l’ingresso dei germi. Aumenta in maniera esponenziale anche il rischio di infertilità causata da queste patologie».
Già adesso si calcola che circa la metà delle procreazioni medicalmente assistite praticate in Italia siano collegate a vecchie infezioni sessualmente trasmesse e non trattate. Dopo anni dal contagio si vedono solo le conseguenze: la gonorrea, per esempio, si annida nelle tube, forma un grumo infiammatorio che diventa cicatrice e ostruisce la tuba, rendendo la donna sterile. La clamidia, anch’essa in grande crescita (si calcola che vada incontro a questa infezione il 10 per cento delle ragazze sessualmente attive), causa lo stesso tipo di problema, con l’aggravante che a volte si manifesta con sintomi così leggeri da non rivelarsi se non quando è troppo tardi.
Ma come accorgerci, dunque, se siamo incorsi in questi scottanti incidenti di percorso? I sintomi sono spesso subdoli: «Mentre la gonorrea può dare una secrezione simile al pus, la sifilide è molto più complicata da riconoscere» avverte Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico e di ricerca dell’Istituto nazionale per le malattie infettive. «Procede a fasi: all’inizio possono esserci solo piccole ulcere, come vescicole rotte delle quali non è facile accorgersi. Dopo pochi giorni, la vescicola guarisce e scompare e si è convinti di essere guariti: il germe, però, persiste e senza un’adeguata terapia antibiotica non va via. E così l’infezione può trasferirsi in vari organi, tra cui il sistema cardiovascolare e quello nervoso».
Senza terapie, la sifilide resta sempre il killer dell’Ottocento, quello che colpì anche Friedrich Nietzsche, Guy de Maupassant, Robert Schumann e tanti altri, uccidendoli tra atroci sofferenze. Per fortuna la scienza è venuta in soccorso: «La sifilide si cura ancora con la vecchia penicillina» continua Antinori. «È stato il primo rimedio ed è tuttora il più efficace: nei casi iniziali si usa quella iniettabile, nelle forme neurologiche si impiega la formulazione endovena. Per la gonorrea, invece, si utilizzata una terapia antibiotica di combinazione, perché oggi è sempre più frequente la resistenza del gonococco agli antibiotici». Tradotto: funzionano meno, e non per tutti.
E non si pensi che tutto ciò sia soltanto un problema dei giovani: visto che i 70 anni sono i nuovi 50, e la chimica accorre in aiuto degli «over» consentendo prestazioni sessuali ripetute in età molto più avanzata rispetto al passato (grazie al Viagra e al Cialis...), il disastro si verifica pure in periodi della vita che in teoria dovrebbero essere un po’ più tanquilli: «Persino negli over 55 la tendenza è in aumento» chiarisce Suligoi. «In questo caso c’è anche superficialità, pensano di essere al sicuro, ma non è così. Queste sono infezioni “democratiche”, non esistono categorie di persone a rischio, ma comportamenti pericolosi».
Altro che Sesso e samba, come da tormentone estivo di ordinanza: a pochi giorni dall’inizio di agosto conviene ridimensionare le aspettative, fare scorta di preservativi, prestare attenzione a qualsiasi cambiamento si verifichi dalla cintura in giù: come disturbi della minzione, dolori al basso ventre, sanguinamento durante i rapporti, secrezioni strane, e in caso si noti qualcosa di «insolito», l’unica soluzione è recarsi, di gran carriera, dal proprio medico. La vergogna? Meglio lasciarla fuori dalla porta. n
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