Innovative e all’avanguardia, cinque borse di studio per il miglior dottorato: ecco i PhD Innovation Award a Trieste
TRIESTE. È un’iniziativa nata per celebrare il centenario dalla fondazione dell’Università di Trieste, con l’auspicio che possa diventare qualcosa di strutturale.
I PhD Innovation Awards rappresentano un nuovo riconoscimento istituto dall’ateneo triestino per premiare le migliori tesi di dottorato di ricerca presentate dai dottorandi che frequentano uno dei 13 corsi di terzo livello proposti da UniTs.
Cinque premi da tremila euro ciascuno, destinati ai dottori di ricerca che, in questa prima edizione, hanno superato la prova finale tra il primo gennaio 2023 e il 30 giugno 2024, discutendo una tesi che si è distinta per il grado di innovazione dei risultati ottenuti.
L’iniziativa, spiega Alessandro Baraldi, delegato del rettore alla ricerca scientifica e ai dottorati, vuole essere un modo per investire sui giovani ricercatori, promuovendone la crescita culturale e professionale e valorizzandone idee, originalità e creatività, fondamenta del sapere e dell’innovazione.
«Da anni stiamo puntando con forza sul terzo livello di formazione universitaria: abbiamo quasi raddoppiato il numero delle borse di dottorato, anche grazie ai fondi messi a disposizione a tal scopo dal Pnrr. E stiamo registrando una crescita notevole di studenti che si iscrivono ai concorsi per ottenerle: ciò significa più borse ma anche maggiore competizione, che si ripercuote nella qualità della preparazione dei candidati che accedono alle borse. Ora con questa iniziativa desideriamo celebrare anche i risultati raggiunti al termine del percorso triennale, frutto dell’impegno profuso dai nostri dottorandi».
Che continuano a crescere numericamente, per quanto si sia ancora lontani dal risultato che il ministero, con gli stanziamenti Pnrr sul fronte delle borse di dottorato, vorrebbe raggiungere: il raddoppio delle persone che accedono al terzo livello di formazione, per arrivare all’1% della popolazione con dottorato (oggi 0,5%).
Così se nel 2020-21 le borse di dottorato messe a disposizione dall’ateneo giuliano per frequentare i suoi corsi di terzo livello erano 108, nel 2021-22 sono diventate poco meno di duecento, grazie ai finanziamenti del MIur, a quelli di ateneo (che già aveva incrementato le risorse per le borse) ma anche di finanziatori esterni.
Quest’anno, con le immatricolazioni di novembre, UniTs dovrebbe superare largamente il numero di 500 iscritti ai suoi corsi di dottorato. Che sono sempre più attrattivi: «Quest’anno abbiamo ricevuto 992 iscrizioni al concorso per il bando del 40 ciclo, con un incremento del 21% rispetto all’anno precedente e del 53% rispetto a cinque anni fa. Complessivamente metteremo poco meno di duecento borse a bando, come l’anno scorso».
Per la formazione di terzo livello inoltre sono state introdotte, sottolinea Baraldi, alcune novità: un nuovo regolamento che tiene conto del sistema di assicurazione di qualità d’ateneo e che introduce, per la prima volta, i crediti formativi universitari anche per il percorso di dottorato: «In questo modo alla fine del percorso, che richiede il raggiungimento di 20 crediti formativi, consegneremo anche un “diploma supplement” che darà conto del percorso formativo dello studente: non solo i corsi frequentati, ma conferenze, workshop e scuole internazionali a cui ha partecipato, attività all’estero, iniziative di tutoraggio e quelle di terza missione, come gli incontri di divulgazione per scuole o pubblico».
Infine, rammenta Baraldi, «abbiamo stanziamenti per la mobilità internazionale dei dottorandi, con cui si può finanziare fino a un mese di ricerca all’estero per qualche decina di studenti: vogliamo che i nostri ragazzi diventino ricercatori del mondo».