Musei di Trieste, restauro per l’arcata del Risorgimento e per il Winckelmann
TRIESTE Sia il museo del Risorgimento che il museo d’antichità Winckelmann erano stati di recente al centro di interventi migliorativi (anti-incendio e barriere architettoniche), ma questi anziani stabili sono assetati di puntuali manutenzioni, perchè salta sempre fuori qualche magagna da sistemare.
Per questo la recente variazione di bilancio ha stanziato sui due edifici ulteriori risorse: come ricordava l’assessore Elisa Lodi in occasione della presentazione delle principali voci, 350 mila euro vanno al Risorgimento e 500 mila al Winckelmann. Insieme ai lavori programmati al Revoltella - sottolineava la titolare dei Lavori pubblici municipali - rappresentano il trittico restaurativo dedicato in questa fase alle civiche istituzioni culturali.
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Il cantiere forse più “spettacolare” (come si evince anche dal corredo fotografico) sarà quello del Risorgimento. La relazione del dirigente Barbara Gentilini richiama il consolidamento, smontaggio-rimontaggio dell’arcata di collegamento tra il museo e l’attiguo palazzo che accoglie il Consiglio regionale. Si vuole così concludere le iniziative di messa in sicurezza realizzate nel 2016 in seguito al dissesto che si era manifestato nel 2005.
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Il passaggio di maggiore rilevanza riguarda il ripristino dei singoli conci di pietra, ancora “disassati” tra loro, così da assicurare sicurezza statica e conformazione estetica del manufatto.
Ci sono poi i 5 infissi esterni di legno al primo piano, dove si apre la sala espositiva: qui si provvederà alla loro riparazione-sostituzione per evitare ulteriori spandimenti, in quanto lo stato di conservazione è «pessimo» e la funzionalità idrico-termica «compromessa». Architetto (arcata compresa) fu Umberto Nordio, i lavori in stile razionale-modernista iniziarono nel 1931 e terminarono nel ’33. In realtà si tratta di un compendio nel quale affluiscono anche la Casa del combattente e il Sacrario Oberdan.
Per raggiungere l’altro museo interessato al restyling è necessario arrampicarsi sul colle capitolino, l’ingresso al Winckelmann è in via della Cattedrale 15. Ancora l’architetto Gentilini spiega il menu concentrato in due punti. Innanzitutto si tratta di riparare e sostituire gli infissi esterni (ancora originali), poichè ormai la tenuta rispetto agli eventi atmosferici è debole e si vogliono evitare «pericolosi distacchi» sulla strada.
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In seconda battuta è in programma la manutenzione e il restauro della facciata sia sul lato del giardino del Capitano che sul lato di via della Cattedrale, con l’obiettivo di ripristinare la funzionalità dell’involucro murario compromesso da spandimenti e rigonfiamenti. La Gentilini scrive chiaramente di garanzia di sicurezza, di efficienza termica, di tutela del patrimonio culturale conservato.
L’edificio ha una storia di oltre due secoli. Perlomeno tre i rimaneggiamenti ottocenteschi, a cura di Giovanni Battista de Puppi, di Francesco Tureck, di Giuseppe Righetti. Nel 1925 divenne sede del Civico museo di storia e arte, da anni la sua attività si concentra sull’archeologia (sezione egizia, preistoria, classica). All’esterno sono visitabili l’Orto lapidario e il monumento a Winckelmann.
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