Sinner e Alcaraz: differenze e analogie al servizio
La scena tennistica mondiale, già da qualche anno, vede al vertice delle classifiche nuovi talenti, che col passare del tempo, sradicano sempre più le radici della Old-Generation, meglio conosciuta come epoca dei “Big three”. I protagonisti indiscussi – eccetto l’intramontabile Novak Djokovic – sono certamente Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, entrambi già in vetta al ranking mondiale, raggiunta dallo spagnolo alla precoce età di 19 anni, rispetto ai 22 anni e 9 mesi dell’altoatesino. Statistiche a parte, i due giocatori, nella loro breve carriera, hanno già plasmato il mondo del tennis, introducendo uno stile di gioco aggressivo ed estremamente offensivo, con un occhio di riguardo al servizio, componente fondamentale per la completezza di un atleta. Chi osserva in modo clinico Alcaraz e Sinner, nota una differenza d’approccio tra i due in battuta, con l’azzurro sempre alla ricerca di una prima violenta, rispetto al murciano che preferisce il kick e una costruzione del punto diversa.
Ma cosa succede, quando i due si ritrovano davanti ad una seconda di servizio? Da premettere, che la media di punti vinti con la seconda di servizio nel Tour ATP è del 51%. Gli unici due che hanno un gap su questa percentuale sono proprio Alcaraz e Sinner, che registrano rispettivamente il 55% e il 54% di punti conquistati, con preferenze diverse sulla direzione della palla. Analizzando, per esempio, la seconda di servizio di Alcaraz, quest’ultimo punta molto alla T quando serve da destra, così da sollecitare il rovescio di un destrimano, approfittando del suo solito kick pungente, che rimbalza molto alto. Da sinistra invece, il murciano opta molto di più per un servizio esterno, con l’obiettivo di spalancare quanto più possibile lo specchio del campo, spostando l’avversario fuori da esso. Per quanto concerne l’approccio di Sinner, anche lui da destra usa parecchio la seconda alla T, alternando una buona percentuale di battute dirette al corpo dell’avversario, che non colpirà in maniera comoda. Medesima tattica da sinistra, qui molto più accentuata. Il numero uno al mondo registra il 63% di seconde di servizio indirizzate al corpo del giocatore, scegliendo poche volte la T o lo parte esterna del campo.
Interpretazioni e stili poco analoghi, ma con esito molto ravvicinato. Al servizio, gli attuali numero uno e tre del mondo, hanno una marcia diversa, viaggiando su ottime percentuali anche sui servizi non restituiti.