Coppa del mondo di canoa “sostenibile”: «Dora protetta, rilancio di Ivrea»
IVREA
“S” come sostenibilità: è uno dei pilastri sui quali poggia l’organizzazione della prova di Coppa del mondo di canoa slalom in programma a Ivrea, sulle acque della Dora Baltea dal 12 al 15 settembre. A occuparsene sarà Enrico Capirone, 58 anni, imprenditore, membro del Consiglio direttivo dell’Ivrea canoa club e già vicesindaco e assessore al Bilancio del Comune di Ivrea, nonché papà di Giacomo, canoista 18enne, impegnato nel C1 e nel rafting nella categoria Under23. «È proprio grazie a mio figlio se mi sono avvicinato al mondo della canoa, io che non sapevo nemmeno come si impugnasse una pagaia!».
Niente plastica
La sostenibilità in occasione dell’evento sportivo di settembre sarà declinata in tutte le sue forme, per far sì che non sia, come spesso succede, un argomento “à la page”, ma qualcosa di concreto: «Stiamo svolgendo un lavoro molto puntuale e attento affinché l’evento sia il più possibile, “plastic free”: all’interno dell’area dedicata agli atleti stiamo predisponendo una serie di protocolli per far sì che tutti i concorrenti siano dotati di borraccia, che potrà essere riempita di volta in volta al distributore di acqua purificata che metteremo a disposizione, grazie alla collaborazione del Comune. A differenza degli altri anni non verranno distribuite bottigliette di plastica o bicchieri monouso, che in passato avevano un impatto significativo sulla produzione di rifiuti».
usa e getta vietati
Una buona pratica che l’Ivrea canoa club attua da tempo è evitare prodotti “usa e getta” in occasione della somministrazione dei pasti agli atleti: «Usiamo stoviglie di ceramica o comunque lavabili: questo è reso possibile grazie all’impegno dei volontari che si addossano anche questo compito che è sicuramente gravoso, ma ci permette di attuare una buona pratica che reputiamo importante, sia sotto il profilo pratico che come messaggio da lanciare. Ridurre l’impatto ecologico della manifestazione è molto importante anche per la natura stessa del nostro sport, che si disputa outdoor, sulle acque del fiume e per questo diventa particolarmente significativo avere un occhio di particolare attenzione per l’aspetto dell’ecosostenibilità».
Volontari coordinati
Il plauso ai volontari da parte di Capirone è assoluto: «Abbiamo la fortuna di avere un nucleo consolidato che partecipa a tutte le gare e ha ormai acquisito una professionalità significativa in diversi settori specifici e tecnici; accanto a loro ci sono coloro che si occupano della logistica nelle sue varie declinazioni. Penso ad esempio al gruppo che si occupa della cucina, a chi si occupa del cerimoniale, aspetto molto importante e delicato, oppure ai controlli antidoping e al peso delle imbarcazioni, così a coloro che si occupano dell’allestimento e dello smontaggio del campo di gara. Questa squadra funziona bene anche grazie al fatto che il nostro presidente, Mario Di Stazio, ha un’esperienza sconfinata nel mondo della canoa e al lavoro di Davide Marchigiano che ha messo a disposizione le sue doti organizzative e riesce a gestire in maniera straordinaria i quasi 200 volontari che operano attorno all’evento». Una manifestazione come quella di settembre ha un budget che si aggira attorno ai 250mila euro: «Una cifra significativa – commenta Capirone – e al tempo stesso una grande sfida per il club, che ha deciso di fare da sé, senza delegare l’organizzazione come avveniva in passato. Un investimento importante che è indice di un progetto ambizioso, che presuppone una visione a 360 gradi. Non vogliamo che sia solo un momento di sport, ma qualcosa della città e per la città, che possa far conoscere Ivrea a livello internazionale, senza trascurare quello che per noi è fondamentale: attenzione all’ambiente e alla natura che ci ospitano».
Rive del fiume al centro
«Lo dimostreremo – prosegue Capirone –, come club, anche nei prossimi mesi con un progetto dedicato alle rive del fiume che non abbiamo ancora presentato nei dettagli, ma sarà un’iniziativa figlia del nostro concetto di rispetto dell’ecologia. Chiunque scenda le acque della Dora in canoa, ma ancor più con il rafting, che prevede percorsi più lunghi, può constatare l’impatto della poca attenzione dell’uomo sul fiume: la quantità di plastica abbandonata in acqua e sulle rive è davvero significativa. Il nostro obiettivo è curare e preservare la Dora, anche per restituirle un po’ di quanto ci ha dato: senza questo fiume non saremmo qui a parlare di ciò che avverrà a metà settembre». Federico Bona