Approfondimento statistico: Sinner a Cincinnati, resilienza e grinta per non farsi sfuggire il vertice ATP

• Riassunto delle puntate precedenti
• Washington 2024
• Montreal 2024
• Sinner a Cincinnati 2024
• Conclusioni

Questo strano swing post olimpiade sul cemento americano ormai sta giungendo a compimento. A partire dalla prossima settimana cominceranno gli US Open con i big che hanno deciso di ricaricare le batterie e non prendere parte al 250 di Winston Salem. Possiamo quindi cominciare a tirare le somme e andare a vedere come leggere le prestazioni di Cincinnati di Sinner in ottica US Open, alla luce dei dati Hawkeye raccolti in quest’ultimo torneo, confrontandoli con quelli della concorrenza.

Riassunto delle puntate precedenti

La stagione americana sul cemento, di avvicinamento agli US Open, trova il suo punto di avvio a Washington, per proseguire con gli Open del Canada e concludersi a Cincinnati. L’anno scorso, il parterre dei vincitori di questi tre tornei è stato più pregiato, con Evans e soprattutto Sinner e Djokovic che sono stati i 3 eletti che hanno alzato il trofeo nei rispettivi eventi. Soprattutto la finale dello scorso anno di Cincinnati, fra il numero 1 e il numero 2 del seeding (Djokovic vs Alcaraz) fu uno dei match dell’anno, che ha fatto ribollire le acque del vicino fiume Ohio. Quest’anno invece i vincitori dei tre eventi sono stati Korda, Popyrin e Sinner. I nomi che si sono aggiunti all’albo d’oro non sono stati male (alla fine a Cincinnati ha comunque avuto la meglio il numero 1 del ranking) ma tuttavia val la pena andare a considerare come si sono collocate le prestazione dei 3 vincitori 2024.

Washington 2024

Alla fine il torneo del Distretto di Columbia sconta la collocazione in calendario. Uno dei classici tornei di transito fra una superficie e l’altra che è spesso preda di giovani emergenti (Sinner 2021) o di ottimi mestieranti di seconda fascia. Gli uni e gli altri di solito non trovano la strada sbarrata dai soliti mammasantissima che si godono il meritato riposto post Wimbledon (Evans 2023, Korda 2024 e, perchè no, Kyrgios 2022).

Se andiamo a vedere le statistiche di Korda nella settimana che lo ha visto incoronare vincitore del primo 500 ATP in carriera, notiamo che i dati non sono trascendatali.

Fonte: @Tennisinsight

I dati relativi alla qualità dei colpi (serve quality, return quality, forehand quality, backhand quality) vengono calcolati in tempo reale analizzando la velocità, la rotazione, la profondità, l’angolo e l’impatto che il colpo ha sull’avversario. Una misura sintetica che varia da 0 a 10 e ci indica in modo comparabile come stanno giocando i tennisti all’interno di un match. Ci sono diversi modi per creare un colpo con uno score elevato: giocare colpi carichi di top spin con angoli di rimbalzo molto accentuati, oppure giocare colpi piatti che schizzano via veloci. Anche le caratteristiche dei colpi in arrivo contano: un colpo ben assestato dopo una debole risposta su una prima di servizio non riceve lo stesso punteggio di un vincente giocato in condizioni difficili. Tutto questo viene calcolato attraverso un modello di intelligenza artificiale addestrato con quasi 5 milioni di colpi dal 2015 ad oggi registrati nei tornei ATP.

Come evidenziato dalla bella grafica riporta nell’account X ufficiale di approfondimento statistico dell’ATP, @tennis_insights, vediamo che i valori assoluti sono abbastanza nella media e che anche con riferimento alle prestazioni medie di Korda nelle ultime 52 settimane di gioco non presentano picchi eccessivi. In pratica Korda ha giocato un po’ meglio del solito e ciò gli è stato sufficiente per portare a casa il torneo.

Montreal 2024

Volendo fare un paragone nell’ambito dei tornei Master 1000, gli Open del Canada stanno alla stagione sul cemento outdoor americano come Montecarlo sta alla stagione sul rosso europeo. Il primo grande torneo di avvicinamento, nel quale spesso i migliori stanno ancora scaldando i motori. Non a caso è il 1000 più vinto da Nadal su questa superficie, che non è certo uno specialista del cemento. E non a caso da diversi anni questo torneo non è in cima alla preferenze di un cannibale come Djokovic, il cui ultimo trionfo è datato 2016. E che questo sia un torneo più abbordabile lo dimostra anche il fatto che è stato il primo 1000 vinto da Sinner prima di quel cambio di marcia che lo ho portato da top 15 a numero 1. Quest’anno poi il fatto che fosse anno olimpico nel quale si giocava per le medaglie su terra battuta ha ovviamente influito non poco. La sorpresa era nell’aria e Popyrin è stato l’imprevisto protagonista in questa edizione del torneo canadese.

Fonte: @Tennisinsight

Anche in questo caso come possiamo vedere l’australiano ha sì giocato il torneo della vita, ma con performance sotto il par sia al servizio che sul rovescio. Soprattutto dal lato del dritto Popyrin si è fatto valere, ma possiamo dire che è stata una performance da top 15, non molto oltre. Se andiamo a confrontare Korda 24 a Washington, Popyrin 24 in Canada con Sinner 23 in Canada, ci accogiamo che le performance sono paragonabili. Quando ai tempi si diceva che nonostante il 1000 incassato Jannik doveva ancora fare il salto di qualità c’era del vero.

Fonte: @Tennisinsight – Sinner performance Canada 2023

Fonte: elaborazione propria su dati @tennis_insights

Sinner a Cincinnati 2024

Andiamo adesso a vedere come si è espresso lo Jannik nazionale a Cincinnati e come si è posizionato rispetto a se stesso e rispetto ai suoi avversari.
Rispetto a se stesso Sinner ha disputato un torneo discreto, ma la velocità di crociera era ben lontana da quella dei giorni migliori. Un’affermazione che possiamo sostenere dati alla mano:

Fonte: TennisViz on TDI data

Il servizio quando più contava ha funzionato, specie con Zverev e Tiafoe, che ha consentito a Jannik di portare a casa punti sonanti. Ma se andiamo a vedere sul resto la performance in generale è stata sotto la media. La partita con Rublev costituisce sicuramente un outlier, viste le condizioni proibitive di vento in cui si è giocato. Tuttavia, ciò non toglie che non si sia visto un Sinner scintillante. Basta confrontare queste performance con quanto messo in mostra da Sinner contro Medvedev a Miami, picco di rendimento di un torneo giocato da alieno.

Fonte: @Tennisinsight

Da quanto abbiamo visto, la percezione generale era quella di un Sinner notevolmente in difficoltà con il dritto. Sicuramente c’è del vero in questa analisi, ma i dati mostrano che era anche il rovescio dell’altotesino a soffrire della scarsa brillantezza generale. Tuttavia questi dati ci inducono anche a dare una lettura alternativa se cambiamo prospettiva: vero, sicuramente non la miglior versione di Sinner, ma qui e ora, nel contesto competitivo ATP di agosto 2024, basta per tenerlo a galla. Come abbiamo potuto vedere si tratta di performance migliori rispetto a quelle di giocatori che hanno espresso un buon tennis come Popyrin e Korda che hanno vinto i tornei di Washington e Montreal. Per cui se un Jannik all’80% non è così dominante da ammazzare le partite è sicuramente più che sufficiente per fare partita pari con chiunque. E qua arriviamo invece alle note positive.
Se le partite diventano equilibrate vale la massima aurea del tennis per cui i punti non si contano ma si pesano. A Cincinnati, quando le innocenti palline gialle a cui tanto siamo affezionati diventavano palle mediche, Sinner ne è uscito in maniera strepitosa, guardare per credere, in particolar modo col dritto, come riportato in questa bella grafica, targata come al solito Tennis_Insights.

Fonte: @Tennisinsight

Conclusioni

Cincinnati ci ha restituito uno Jannik Sinner capace di lottare contro le proprie ombre, di navigare nelle acque torbide di un torneo dove nulla è scontato. Anche quando i colpi talvolta lo tradiscono, quando la sensazione è quella di essere ad un passo dal baratro, Sinner trova sempre il modo di restare aggrappato alla partita. E lo fa con quel dritto che diventa lama affilata nei momenti cruciali, tagliando via le incertezze, le esitazioni, e lanciandosi verso la vittoria.
È in queste situazioni che emerge il vero campione, non solo nel gesto tecnico, ma nella capacità di domare la tensione, di trasformare ogni punto in un manifesto di resistenza e determinazione. Questo torneo, con le sue partite intense e cariche di pathos, ha dimostrato che Jannik sta lavorando con profitto a quell’ulteriore step che non manca mai ai grandi campioni, quella capacità di sopravvivere anche nel caos della competizione, anche quando il livello di gioco non è eccelso.

Infine parlando della concorrenza, e giudicando sulla base di quanto abbiamo visto in queste ultime settimane, a livello di tennis espresso probabilmente ci sentiremmo di tenere d’occhio Zverev, che a furia di inanellare costante solidità tedesca potrebbe finalmente uscire fra le sorprese di Flushing Meadows. Lanciarsi contro Alexander in guerre di logoramento da fondo campo di questi tempi non è una buona idea, come anche mostrato dalla sua performance a Cincinnati nelle battaglie da fondo

Fonte: @Tennisinsight