Le manette di Macron al patron di Telegram allarmano anche Musk: domani tocca a me
Elon Musk scatenato su X dopo l’arresto di Pavel Durov, numero 1 di Telegram, in manette a Parigi. Il fondatore di Telegram è stato arrestato domenica sera a Parigi, all’aeroporto di Le Bourget, al suo rientro dall’Azerbaigian.
L’imprenditore, che da tempo ha lasciato la Russia e vive negli Emirati Arabi Uniti, è accusato di molteplici reati, tra i quali fiancheggiamento al terrorismo, possesso di droga, frode, riciclaggio, ricettazione e possesso di contenuti pedopornografici. L’ordine d’arresto, emesso dalle autorità transalpine, è stato eseguito non appena ha messo piede sul suolo della Francia, Paese di cui possiede cittadinanza oltre a quella degli Emirati Arabi Uniti. Al centro dell’indagine ci sarebbe l’intenzione di rafforzare i controlli sui sistemi di messaggistica criptati, secondo quanto riferito dai media francesi.
Musk fa il paragone con Instagram: sfrutta i minori, perché non arrestano Zuckerberg?
La vicenda, prevedibilmente, cattura l’attenzione di Musk che si esprime con una serie di post sul suo social X. “E’ il 2023 e in Europa si viene giustiziati per il like a un meme”, scrive Musk. X è sotto i riflettori dell’Unione Europea, e in particolare del commissario Thierry Breton, per le attività di contrasto all’odio online e alla disinformazione. Musk, anche nelle interazioni con gli utenti, fa spesso riferimento al ‘free speech’, la libertà di poter esprimere pensiero e opinioni. Ora, l’arresto di Durov accende ulteriormente il dibattito. Il numero 1 di Telegram rischia “20 anni…” di carcere, osserva Musk, che definisce i tempi attuali “pericolosi” e si schiera tra i sostenitori dell’hashtag #FreePavel prima di ironizzare sulla posizione della Francia in relazione ai diritti: “Liberté. Liberté! Liberté?”.
Salvini sull’arresto del patron di Telegram: “In Europa siamo alla censura”
Quindi, risponde con un perentorio ”100%” a chi afferma che ”oggi tocca a Telegram, domani tocca a X”. Quindi, il riferimento al secondo emendamento, che negli Stati Uniti sancisce che “il diritto dei cittadini di possedere e portare armi non potrà essere violato”. È l’unico motivo, dice Musk, per cui il primo emendamento – che tutela la libertà di parola – sarà rispettato. Musk attacca poi Zuckerberg: “Ha già ceduto alle pressioni della censura. Instagram ha un problema enorme di sfruttamento dei minori, ma nessun arresto per Zuck, che censura libertà di parola e dà ai governi accesso ai dati degli utenti”.
Critiche all’arresto attuato dalla Francia di Macron arrivano anche dal mondo politico italiano. “In Europa siamo ormai alla censura, alla puzza di regime. Viva la libertà, di pensiero e di parola. Chi sarà il prossimo?”, scrive sui social il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.
“L’arresto di Durov è un attacco ai diritti fondamentali di libertà di parola e di associazione”: denuncia su X l’ex talpa dell’Nsa americana, Edward Snowden. “Sono sorpreso e profondamente rattristato che Macron sia sceso al livello della presa di ostaggi come mezzo per ottenere l’accesso alle comunicazioni private. Abbassa non solo la Francia, ma il mondo”, aggiunge Snowden.
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