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Август
2024

Il cellulare di Nicoleta dimenticato per 6 mesi, la svolta sul femminicidio grazie al pressing del legale

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Una donna di 39 anni, Nicoleta Rotaru, è stata trovata morta nel bagno, chiuso dall’interno, con una cintura intorno al collo (cintura del marito con il quale, quella notte, aveva condiviso il letto nella camera adiacente). È l’alba del 2 agosto 2023.

Iniziale ipotesi di istigazione al suicidio

Per sette mesi, a partire da quel giorno, la procura di Padova e i carabinieri di Abano hanno indagato ipotizzando il reato di “istigazione al suicidio” con il timbro di ben quattro medici legali. Trascorrono sette lunghi mesi con il rischio che l’inquinamento delle prove possa cancellare ogni indizio utile alla ricostruzione della verità legale.

L’ex marito in carcere per omicidio volontario

Già, perché l’ex marito della vittima, il 42enne Erik Zorzi, ora in carcere per omicidio volontario aggravato, stava dando la caccia al pc della moglie, arrivando a chiamare il nuovo compagno di lei per sapere dove fosse finito l’apparecchio. La svolta è avvenuta nel marzo 2024, quando le certezze degli investigatori sono state sovvertite dall’analisi del cellulare della vittima che aveva registrato le sue ultime ore di vita in balia del presunto assassino, l’ex marito, mentre veniva umiliata e poi soffocata.

Il ruolo fondamentale della famiglia Rotaru e dell’avvocata Cerchiaro

Peccato che, in realtà, dietro la nuova direzione che ha preso l’indagine ci siano le insistenti e pressanti richieste della famiglia Rotaru, tutelata dall’avvocata Roberta Cerchiaro. La famiglia chiedeva da mesi di esaminare il contenuto del cellulare come del pc della congiunta, convinta che si trattasse di un assassinio. A confermarlo alcuni file-audio affidati ai parenti dalla stessa vittima che temeva per la propria vita. Ma ci sono voluti tempo e fatica affinché la voce dei Rotaru venisse presa in considerazione. Il cellulare contenente quella che, a oggi, potrebbe essere considerata la prova regina del delitto era custodito in un armadio della caserma dell’Arma di Abano dalla notte della tragedia, quasi quattro mesi prima. Nessuno aveva pensato di verificarne il contenuto. Addirittura investigatori e pm nemmeno si erano accorti che l’apparecchio era in stato attivo di registrazione quella notte.

Analisi forensi e ribaltamento dell’indagine

Solo il 17 gennaio 2024 il pm D’Arpa ha incaricato il poliziotto-esperto di informatica forense Ulrico Bardari di esaminare il cellulare e il pc di Nicoleta. Il consulente ha risposto con tre informative datate 22 febbraio, 2 e 13 marzo 2024. E in quest’ultima traduce il delirio dell’assassino del 2 agosto 2023, iniziato alle 00.38 e concluso alle 4.24, ora in cui cominciano a essere registrati gli ultimi soffi di vita della sfortunata signora. Il 14 marzo i carabinieri di Abano hanno inviato un rapporto in procura che ribalta tutto: nessuna istigazione al suicidio, l’ipotesi è l’omicidio volontario aggravato. Il 20 marzo il gip Alcaro ha firmato l’ordinanza che è stata eseguita il 29 del mese, due giorni prima di Pasqua.

Prossimi passi: udienza preliminare

Il 17 settembre è prevista l’udienza preliminare davanti al gup che deciderà se spedire Erik Zorzi davanti alla Corte d’assise. Resta da vedere come si svilupperà il processo e quale sarà il destino dell’ex marito, ora accusato di un femminicidio tenuto sotto silenzio per oltre un anno.




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