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Август
2024

Incubo cassa per i metalmeccanici: Meccanostampi, stop all’integrativo

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È questa la settimana della ripresa delle attività produttive. Dopo le ferie estive le fabbriche riaprono i battenti e si imbatteranno in vecchi e nuovi problemi, viste le prospettive che annunciano tempi tutt’altro che semplici. Di questo si parlerà nelle prossime settimane tra sindacati e vertici aziendali negli incontri che saranno calendarizzati.

«Se per il settore dell’occhialeria la situazione sembra tranquilla, il metalmeccanico resta da monitorare per le numerose richieste di cassa integrazione che ci sono state e che ci saranno ancora», anticipa Sonia Bridda, coordinatrice della Uil bellunese. «Anche l’artigianato dovrà essere monitorato, mentre per il turismo le condizioni paiono buone nonostante le difficoltà nel recupero della manodopera stagionale», conclude Bridda.

Il metalmeccanico

Il problema maggiore riguarda la gestione della cassa integrazione. «Con oggi (ieri per chi legge, ndr) il grosso delle imprese metalmeccaniche bellunesi ha ripreso l’attività», esordisce Stefano Bona, segretario della Fiom Cgil. «Dovremo verificare se qualche situazione è stata sanata o se continuano le condizioni di incertezza che in questi mesi estivi hanno messo in crisi le imprese del comparto», evidenzia Bona, che passa poi ad elencare le criticità presenti in provincia. «Ricordiamo l’intenzione di Hpo, ex Polaris, di cedere il ramo di azienda e di trasferire parte del personale alla Olis di Belluno, lasciando nell’incertezza i dipendenti. Su questa fabbrica abbiamo bisogno di avere un quadro preciso: per questo motivo a metà settembre abbiamo in programma un incontro con Olis», dice Bona.

Preoccupazione c’è anche per il futuro di Sest a Limana e a Borgo Valbelluna. «Ci eravamo lasciati con la cassa, ma adesso al rientro pare che i volumi produttivi siano elevati. Per capire se si dovrà ricorrere ai contratti di solidarietà attendiamo un confronto in Regione, perchè la cassa integrazione sta per finire». Incontri sono previsti prossimamente anche alla De Rigo Refrigeration, alla Hydro e alla Bosch.

Meccanostampi in difficoltà

Resta da risolvere il problema che riguarda l’azienda di Limana, come evidenzia Michele Bortoletto della Fiom Cgil. «Qui il contratto integrativo è scaduto alla fine del 2023, ma l’azienda, per motivi economici, ha deciso in maniera unilaterale di finanziare per quest’anno soltanto i super minimi che interessano 171 dipendenti sui 238 totali e di sospendere per due anni il confronto sull’integrativo e quindi anche la possibilità di ricevere un premio di risultato che interessa tutti i lavoratori.

Una decisione che non comprendiamo e che abbiamo cercato di evitare. Abbiamo presentato proposte, che non sono state considerate. Nei prossimi giorni andremo in assemblea con i lavoratori per capire come muoverci», conclude Bortoletto.

Manifatturiero

«Per fortuna nel manifatturiero, e nell’occhialeria in particolare, non registriamo situazioni critiche o richieste di cassa integrazione», precisa Milena Cesca della Femca Cisl bellunese. «Con il rientro al lavoro organizzeremo incontri con le imprese per capire le prospettive per l’autunno e per il 2025, consapevoli che, in caso di problemi, le grandi imprese puntano a internalizzare la produzione, mettendo però in difficoltà le medio-piccole imprese e i terzisti. L’auspicio è che l’occhialeria continui con questo trend».

Ad impegnare tutti nei prossimi mesi «sarà il tavolo dell’occhialeria», conclude Cesca. «Il piano formativo è stato approvato dalla Regione. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di cercare di dare gambe alla filiera corta del settore, perchè si crei l’equilibrio necessario per tenere vive le grandi e le piccole-medie imprese. Ma la sfida che ci attende sarà quella di conciliare le esigenze di maggior tempo libero da parte dei lavoratori con le mutate esigenze produttive delle aziende».




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