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Август
2024

Deposito forzato, il Parco Avventura denuncia il capo cantiere della ditta Pizzarotti

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Il Parco Avventura denuncia la capo cantiere dell’impresa Pizzarotti. La pista di bob continua a far discutere, anche per le conseguenze della sua realizzazione sulle attività dei cittadini di Cortina che si sono trovati loro malgrado all’interno di questo cantiere olimpico e che lamentano il mancato sostegno da parte dell’amministrazione comunale.

Lo smantellamento del Parco Avventura, infatti, è avvenuto senza indennità né alternativa per lasciare spazio alla nuova pista da bob, ma a questo si è aggiunto anche il danneggiamento del magazzino nei pressi della Cabina S (cronometraggio) a Ronco, con la rimozione di materiale di proprietà della società Cortina Exciting Sport, di cui è socio Mirko Gardini, titolare della ormai ex Adrenlin Center, che gestiva il Parco avventura nei pressi della vecchia pista Eugenio Monti.

Il magazzino era stato concesso in affitto da Seam, la società controllata dal Comune e che aveva in gestione la vecchia pista di bob. Questa volta però è partita la denuncia da parte di Davide Gardini, figlio di Mirko e presidente di Cortina Exciting Sport per i danni arrecati al deposito e per l’asportazione di alcuni materiali, denuncia presentata dapprima contro ignoti e successivamente contro la capo cantiere dell’impresa Pizzarotti, l’ingegner Denise Novero, che ha autorizzato la forzatura della porta del deposito.

I FATTI

Il primo aprile è arrivata una telefonata a Mirko Gardini da parte di un agente della Polizia Locale, il quale informava l’ex gestore del Parco Avventura di aver visto segni di danneggiamento sulla porta del deposito, la cabina S. «Quello è uno spazio che avevamo in affitto da Seam da alcuni anni, dove tenevamo attrezzatura e materiale della società», spiega Gardini. «Il contratto con Seam prevedeva 30 giorni di preavviso per la risoluzione del contratto e lo svuotamento del deposito. Preavviso che però non ci è stato dato. Qualcuno non si è preoccupato di avvisarci in tempo affinché potessimo svuotare e consegnare il magazzino per poter proseguire con i lavori alla pista da bob».

Gli accertamenti hanno poi appurato che la porta del deposito era stata forzata, su mandato della capo cantiere della pista, da Luca Ghedina Broco (colui che aveva la commessa da Simico per il taglio degli alberi), e qualcuno ha poi avvisato i vigili, che si sono recati sul posto e hanno chiamato Gardini per capire se era stato lui ad entrare.

«Io non sapevo niente, non ero nemmeno a Cortina», spiega Gardini. «È andato al deposito mio figlio Davide assieme all’ingegner Bortoluzzi di Its e ha constatato che mancava del materiale. Questo è successo il 9 aprile. Dopo qualche settimana ci hanno mandato un preavviso di soli due giorni per dirci che avrebbero svuotato tutto chiedendo la nostra presenza, ma per noi il preavviso era troppo breve.

E così in data 7 maggio operai della SeAm hanno vuotato il deposito senza la nostra presenza mettendo il materiale in un container. Poi dalla Seam ci hanno detto che entro trenta giorni dovevamo lasciare libero il container. Noi abbiamo fatto la lista di quello che ci mancava, inviandola al presidente Seam, Zandonella, il quale però dice che a loro non risulta e che sta a noi dimostrare la mancanza di una parte del materiale».

Da parte di Seam non è arrivato il preavviso previsto dal contratto dei trenta giorni per liberare il tutto, e questo ha portato Gardini a rivolgersi ad un legale. «Dopo questpo comportamento da parte del Comune e di Seam nei nostri confronti (e non solo nostri) mio figlio Davide si è affidato ad un legale, presentando denuncia per l’apertura non autorizzata del deposito, e per il materiale mancante».

Una prima denuncia è stata depositata in aprile, una seconda il 19 giugno. La questione ora passa al Tribunale di Belluno.




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