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Август
2024

Macron accolto a Belgrado da Vučić, accordo per i caccia francesi Rafale

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BELGRADO Il Giano bifronte per eccellenza in politica estera, la Serbia, apre il portafoglio per comprare costosi caccia francesi, che andranno a sostituire i suoi vecchi Mig, arrivati negli scorsi anni dalla Russia. E in questo modo suggerisce implicitamente di stare guardando con intensità crescente verso Occidente e verso l’Ue, meno verso Mosca.

Si può sintetizzare così il succo della prima giornata di Emmanuel Macron in Serbia, presidente francese che ha iniziato ieri sera la sua due giorni nel Paese balcanico. E la visita è cominciata con il botto. Com’era nelle aspettative, dopo un primo vertice con il padrone di casa Vučić è arrivato infatti l’annuncio più atteso. È quello che riguarda la firma di un contratto tra Belgrado e il colosso francese Dassault Aviation per la fornitura di dodici aerei all’aeronautica militare del Paese balcanico, il primo acquisto del genere di Belgrado da un gigante occidentale, un passo storico. La luce verde permetterà alla Serbia, entro il 2029, di mettere le mani su nove caccia monoposto Rafale e su tre biposto, ha svelato la Afp.

Quanto costerà a Belgrado il massiccio ammodernamento della sua forza aerea? L’accordo «è da 2,7 miliardi» ed è una sorta di “all-inclusive”, che prevede anche logistica, manutenzione e assistenza tecnica, ha rivelato Vučić. E «per noi è una grande notizia, aumenta le capacità operative delle nostre forze armate, siamo felici di entrare nel “club Rafale”, grazie a Macron che ha permesso che comprassimo» i caccia francesi, ha aggiunto il presidente serbo. Il club, ricordiamo, nella regione include anche la Grecia e soprattutto la Croazia, entrambi membri Nato, a differenza della Serbia.

Ma non ci sono solo i Rafale. Ieri i due governi, quello di Belgrado e quello di Parigi, hanno infatti siglato anche una serie di importanti lettere d’intenti, tra cui una che riguarda una partnership sulle risorse minerarie strategiche, leggi quel litio di cui l’Ue, Germania e anche Francia, sono affamate. E l’altra che spiana la strada ad analisi e ricerche sulla fattibilità dello sviluppo del nucleare civile in Serbia, leggi una centrale nel cuore dei Balcani, con il colosso francese Edf. «Ho insistito» su questo tema, «non c’è abbastanza elettricità senza nucleare», ha detto Vučić in conferenza stampa.

«Il vostro posto è nella Ue», ha ribadito da parte sua Macron, che ha ricordato il rafforzamento dei rapporti anche economici con la Serbia registrato negli ultimi anni, promettendo da Parigi un impegno molto concreto per accelerare il processo d’adesione, una svolta per Macron, in passato in Europa fra i più ostili all’allargamento prima di una complessiva riforma della Ue. Ma Macron ha anche tenuto a ringraziare Vučić per il «cambiamento strategico» messo in atto ieri, un riferimento implicito ai Rafale, «una scelta coraggiosa» che rappresenta anche «una opportunità per l’Europa», secondo l’inquilino dell’Eliseo.

Sul litio, invece, «la scelta è della Serbia», come anche sul Kosovo, dove si deve trovare però una soluzione solo con il «compromesso». Ed è quella la via per un futuro pacifico e più prospero per tutti i Balcani. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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