Accoltellato in piazza Perugino a Trieste, è caccia all’aggressore in fuga
TRIESTE. Le condizioni del ventisettenne tunisino accoltellato alla gamba sinistra mercoledì sera in piazza Perugino sono in progressivo miglioramento. Il giovane, sottoposto a un intervento chirurgico, ora è cosciente e potrà quindi riferire alla Squadra mobile qualche elemento in più su cosa gli è successo così da risalire all’aggressore: lo conosceva? Cosa c’è dietro a una violenza del genere? «Futili motivi», trapela per il momento da fonti investigative.
Il ventisettenne è stato ferito alla gamba sinistra. Il taglio gli ha reciso l’arteria femorale con un unico fendente: se non fosse stato per l’intervento di un militare dell’Esercito, in servizio di pattugliamento nella zona, il giovane sarebbe morto dissanguato. Il militare gli ha stretto la gamba con un laccio per bloccare l’emorragia e ha tenuto compressa la ferita, in attesa dell’arrivo del 118 contattato dagli agenti della Polizia di Stato.
L’accoltellamento è verificato attorno alle dieci di sera in un punto leggermente defilato della piazza, cioè davanti alle aiuole situate di fronte al capolinea delle 5. A pochi metri c’erano bambini e ragazzini che giocavano a pallone e andavano in bicicletta , con i genitori e i nonni seduti sulle panchine a chiacchierare. L’aggressore è riuscito a fuggire immediatamente e a fare perdere le proprie tracce.
La Squadra mobile lo sta cercando. Gli agenti analizzeranno le immagini delle telecamere installate in zona, a cominciare da quella pubblica localizzata tra via Settefontane e via Conti. Ma non è chiaro se l’angolo di visuale copre anche il punto più in fondo della piazza, cioè quello vicino all’aiuola in cui il ragazzo è stato aggredito.
Il caso ha innescato molto sgomento in città e anche varie prese di posizione, in particolare quelle dei sindacati di Polizia. «È fuori discussione che l’immigrazione irregolare e un’accoglienza, a cui spesso non segue una reale integrazione, hanno contribuito ad aumentare la criminalità e le usanze, come quelle del “coltello”, che appartengono sicuramente ad altre culture e che stanno prendendo piede e contaminando l’intera società», afferma Lorenzo Tamaro, segretario provinciale del Sap.
Così Alessio Edoardo, segretario generale provinciale Fsp: «Tentati omicidi, aggressioni ad autisti degli autobus, risse, immigrazione incontrollata e furti negli appartamenti sono ormai de facto entrati a far parte della quotidianità cittadina portando Trieste in quella lista di città ove il crimine dilaga indisturbato. Questa organizzazione sindacale – prosegue – aveva denunciato già anni fa la deriva criminale in città, pronosticando ancora prima della pandemia che la situazione sarebbe sfuggita di mano se non si sarebbe intervenuti subito. Siamo stati inascoltati e addirittura tacciati da qualche esponente politico di allarmismo senza senso. I fatti ci stanno dando ragione».
Sulla stessa linea il Siulp: «Una situazione indegna per un paese civile nel 2024 – commenta il segretario provinciale Francesco Marino – che fa emergere la palese falsità della propaganda connessa alla chiusura dei confini. Non erano diminuiti drasticamente gli arrivi? Piazza Libertà ci dà la risposta, mentre sullo sfondo si assiste sempre più a rapine, aggressioni e accoltellamenti come accaduto in pazza Perugino. I migranti in città sono sempre di più – conclude il sindacato – ma i poliziotti che controllano il territorio sempre di meno».