Paderno Dugnano, trovati morti in casa padre, madre e un figlio di 12 anni. L’altro 17enne confessa: “Ho ucciso tutta la mia famiglia”
Tre cadaveri – padre, madre e figlio di 12 anni – sono stati trovati in casa a Paderno Dugnano, nel Milanese, dai Carabinieri. Gli uomini dell’arma sono arrivati nella villetta dopo essere stati allertati dalla chiamata dell’unico sopravvissuto della famiglia, il figlio di 17 anni. Il ragazzo, portato in caserma dopo il ritrovamento dei corpi, ha confessato di aver ucciso tutta la famiglia e non solo il padre come raccontato in primo momento al 112. Al termine di un lungo interrogatorio, a quanto appreso dall’ANSA, il 17enne ha cambiato versione, confessando l’omicidio della madre, del padre e del fratellino, senza il coinvolgimento di altre persone.
“Ho ucciso mio papà, venite“, aveva detto inizialmente il ragazzo al 112. Il 17enne aveva spiegato di essere entrato in camera del fratellino e di aver visto il padre seduto su una sedia con il coltello accanto e i corpi del 12enne nel suo letto e la madre a terra. A quel punto – aveva raccontato – ha preso il coltello e ha pugnalato a morte il padre. Una versione quindi poi rivista in sede di interrogatorio.
Le vittime sono il 51enne Fabio C. costruttore edile, la moglie Daniela A. che aveva un negozio di intimo a Cinisello Balsamo e il figlio Lorenzo. Sabato sera a casa si era tenuta la festa di compleanno del padre, alla quale avevano preso parte anche alcuni parenti. Il 17enne – a quanto risulta – dopo la festa era rimasto in casa. I tre cadaveri – che presentano ferite da arma da taglio – sono stati trovati, la notte tra sabato e domenica, tutti nella stanza da letto del 12enne, con addosso abbigliamento da notte. Come confermato dal procuratore di Monza Claudio Gittardi, a subire l’aggressione più feroce sarebbe stato il bambino. Il 17enne è stato accompagnato in caserma: gli inquirenti lo hanno ascoltato per cercare di ricostruire l’accaduto. In una prima versione del racconto il ragazzo aveva spiegato di essersi svegliato nel cuore della notte sentendo le urla della madre e del fratello colpiti a morte dal padre e di aver colpito a morte quest’ultimo. Una versione che già all’inizio per gli inquirenti era tutta da verificare, anche perché il ragazzo non presentava segni di colluttazione. Gli inquirenti sono comunque al lavoro per escludere completamente la presenza di altre persone all’interno dell’abitazione.
Gli accertamenti della scientifica e le autopsie saranno fondamentali per ricostruire l’accaduto. All’esame vi sono le tracce ematiche lasciate dalle numerose coltellate inferte a tutte le vittime e la presunta arma dei delitti, portata all’esterno dell’abitazione dal 17 enne, dopo la telefonata al 112 nella quale ha ammesso, in un primo momento, di aver ucciso il padre. È stato, infatti, trovato e sequestrato un coltello da cucina che potrebbe essere stato usato come arma del delitto. Un conoscente della famiglia ha raccontato di averlo visto davanti al cancello dell’abitazione. È un “ragazzo tranquillissimo, sveglio, a posto”, così un ex compagno di classe descrive il 17enne unico sopravvissuto della famiglia. In casa – a quanto riferiscono gli amici – non c’erano problemi, “nessun dissidio, neanche con il fratellino”. Per gli amici il 17enne era un ragazzo studioso, che frequentava il liceo e praticava sport. Al momento nella villetta monofamiliare di via Anzio, alle porte di Milano, sono in corso i rilievi della scientifica che cercano riscontri al racconto del minore. I vicini hanno raccontato che si trattava di una famiglia tranquilla e benestante, di grandi lavoratori, e che non hanno sentito alcun rumore nella notte.
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